«La città è pronta a una didattica nuova ma servono certezze dal Governo»

L’assessora all’Infanzia Bakkali sul post-Covid: «Metteremo in rete le diverse esperienze dei Cre. Stiamo organizzando una festa di fine anno scolastico con Ravenna Teatro»

Cre Estivi Bamboni In prima linea nel chiedere attenzione per l’infanzia e le famiglie in generale, il Comune di Ravenna ha cercato di affrontare l’emergenza con gli strumenti a disposizione e ora attende direttive in vista di settembre. Ne abbiamo parlato con l’assessora all’Infanzia Ouidad Bakkali.

Assessora, state quindi preparando un ultimo giorno di scuola simbolico per le classi terminali?
«Sì, stiamo organizzando un momento di rito, come annunciato dal sindaco, in particolare per chi terminerà il ciclo delle primarie e delle secondarie di primo grado. Si tratta di una cosa piuttosto complessa perché parliamo di circa 120 classi, di cui la metà per bambini di quinta che saranno accompagnati. Vogliamo farlo “alla ravennate” e per questo ci stiamo facendo aiutare, sarà un momento di incontro tra scuola e teatro, in spazi all’aperto. E si svolgerà negli ultimi giorno del mese, stiamo verificando la fattibilità in sicurezza per i partecipanti, ma l’idea che abbiamo in testa è che il saluto tra gli studenti e le studentesse, sia un grande coro guidato da RavennaTeatro. In questi giorni stiamo mettendo in fila le questioni organizzative nel rispetto dei protocolli di sicurezza».

E per chi conclude le materne?
«I bambini di quella fascia di età sono stati tra quelli particolarmente penalizzati in questa fase di passaggio. Per loro si sta pensando a un momento personalizzato, con famiglie e maestre, con la consegna anche dei materiali».

In generale, perché non si sono riaperte le scuole materne come annunciato dal sindaco, almeno a giugno, mentre si aprono i Cre estivi?
«Perché purtroppo il Dpcm del governo non permette la ripresa dei servizi educativi, mentre consente l’organizzazione dei Cre».

E i nidi?
«In quanto servizi educativi non hanno potuto riprendere l’attività e in più non è nemmeno possibile al momento, per disposizioni di legge, non è possibile organizzare nessun tipo di attività per la fascia 0-2 anni. Su questo fronte c’è una particolare preoccupazione da parte nostra, perché da un lato si rischia che le famiglie si organizzino in autonomia con un rischio molto maggiore anche per quanto riguarda la diffusione del Covid, considerando che già i nostri servizi 0-3 anni hanno un rapporto adulto-bambini molto basso. Inoltre, si corre veramente il rischio che i gestori non possano reggere e che si perda un patrimonio di esperienza, conoscenza e, in ultima analisi, di posti bimbo. Stiamo cercando di fare delle simulazioni per capire la situazione, ma è chiaro che per una regione come la nostra, dove gli asili nido ci sono, si tratta di una priorità, mentre altrove non è così».
Intanto stanno partendo i centri estivi 3-13 anni con costi aggiuntivi per il Comune».

Come stanno andando le iscrizioni?
«È un po’ presto per un bilancio definitivo, ma il bisogno sembra esserci e per ora le iscrizioni sono poco al di sotto degli altri anni in questo periodo. Per quanto riguarda i costi, non a caso i voucher regionali copriranno quelli aggiuntivi che le famiglie dovrebbero sostenere, nei Cre degli enti accreditati».

Che cos’è il progetto Oasi 31, con il bando aperto fino all’8 giugno?
«Lo abbiamo concepito come contenitore all’interno del quale far confluire le esperienze dei centri estivi ma anche un calendario di attività e laboratori che possono essere fruiti dai bambini, nel tentativo di organizzare e mettere in rete i diversi soggetti, dagli enti accreditati alle semplici associazioni, sul tema delle nuove regole e della formazione. Sarà una piattaforma online consultabile da tutti, anche dalle famiglie, per affrontare insieme le difficoltà di questo frangente. L’Amministrazione locale ha sentito il dovere in un momento come questo di mettersi alle guida di questo universo, che è un mondo in genere autoregolato e autorganizzato».

Ouidad Bakkali Assessora

L’assessora all’Infanzia del Comune di Ravenna Ouidad Bakkali

E a settembre, cosa ci dobbiamo aspettare, a cominciare dalle materne comunali?
«Siamo in momento di attesa che ci preoccupa molto. Le nostre sono scuole paritarie che dovranno ovviamente adeguarsi a quanto deciderà il ministero. Ma abbiamo bisogno al più presto di sapere se e come bisognerà riorganizzare gli spazi e soprattutto di che dotazione di personale ci sarà bisogno. Tutto questo anche per quanto riguarda ovviamente gli stanziamenti in bilancio».

E poi per il Comune c’è il grande tema di elementari e medie. I costi degli edifici e degli arredi sono in capo a Palazzo Merlato, è esatto?
«Esatto, anche qui siamo in una situazione di sospensione, non sappiamo cosa ci aspetta. La nostra città è pronta a una didattica diffusa che coinvolga anche spazi al di fuori delle aule come musei e biblioteche, ma l’accoglienza dei bambini e dei ragazzi va preparata. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, ma bisognerà capire anche lo Stato come e se aumenterà i trasferimenti ai Comuni per coprire le nuove spese che sicuramente ci saranno».

Un altro tema caldo rischia di essere il servizio mensa…
«Non solo, penso anche al pre e post scuola, ma soprattutto al trasporto scolastico. Se dovesse seguire le stesse regole del trasporto pubblico, il servizio, che al momento riguarda circa settecento famiglie ed è modellato sulle loro necessità, diventerebbe molto complesso e oneroso. Come dicevo, noi siamo pronti a fare la nostra parte, anche con gli educatori a sostegno dell’handicap, ma lo Stato dovrà appunto faccia la sua».

A proposito di educatori a sostegno dell’handicap: si è riusciti in questi mesi a farli lavorare in qualche modo a sostegno delle famiglie? Lei stessa a marzo aveva immaginato un servizio addirittura a domicilio se la chiusura fosse andata per le lunghe…
«A oggi siamo riusciti a riprogramma circa il 60 percento del monte ore degli educatori tra interventi a distanza mirati e una decina di ragazzi seguiti a domicilio. Eravamo sicuramente stati tra i primi a pensare a soluzioni del genere, ma non è stato facile applicarle anche per ragioni di sicurezza sia degli operatori sia delle famiglie. Ora stiamo chiedendo una valutazione di questa esperienza innovativa anche a distanza che potrebbe tornare utile in futuro, per esempio in caso di assenza prolungata dei ragazzi, al fine di garantire una continuità di rapporto. Su questo abbiamo fatto anche molta formazione. Non solo, sempre in tema di handicap, da questa estate partirà la novità che avevamo già pensato pre-Covid: il Comune metterà educatori di sostegno all’handicap a disposizione per qualsiasi Cre e non solo in quelli organizzati del Comune come accadeva fino allo scorso anno».

A proposito di continuità: come è andata l’esperienza “Coccole a distanza” e in generale, alla materne si è riusciti a mantenere un contatto con le famiglie, su questo avete riscontri?
«Non abbiamo ancora fatto un’analisi dettagliata, ma abbiamo visto che c’è stata attenzione, abbiamo cercato di fornire consigli, attività da fare con i più piccoli, per aiutare le famiglie».

Avete previsto anche un servizio di sostegno psicologico all’infanzia?
«Non ancora, ma ci stiamo confrontando con alcune associazioni proprio su questo tema, in particolare con Unicef e Dalla parte dei minori».

Bambini e regole, una convivenza difficile. I minori possono essere multati?
«Naturalmente sono i genitori i responsabili dei comportamenti dei minori. E la sfida anche nei Cre è quella di trovare un modo di giocare e stare insieme in sicurezza, ma senza privare i più piccoli della corsa, della socialità, del movimento. Non a caso come Comune ci siamo accollati i costi per la sanificazione dei giochi nei parchi».

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