Il bilancio di 5 anni da sindaco: «Ho sbloccato il porto, ma troppi cantieri fermi»

Michele de Pascale si candida per il bis e ripercorre il primo mandato a partire dalle difficoltà iniziali per un incarico che non era nei suoi piani. Sulla darsena: «È ora di bonificare l’acqua». Rocca Brancaleone:  «Il progetto di copertura è fermo». Nessun dubbio sul secondo palazzetto da costruire: «Serve alla città, così avremo un piccolo polo fieristico»

MdpFare il sindaco di Ravenna non era nei piani di Michele de Pascale. Non è un mistero come nacque la sua candidatura: a sei mesi dal voto un malore improvviso uccise Enrico Liverani, il sindacalista della Cgil scelto dal Pd come candidato. A quel punto a De Pascale, con il senso di responsabilità dell’incarico di segretario, toccò il testimone.

Il cervese ha cominciato presto con la politica nella sua città – consigliere comunale a 19 anni, assessore a 26 – e quando nel 2013 è diventato segretario provinciale del Pd all’età di 28 anni nel suo futuro c’era il panorama nazionale dopo un passaggio in Regione. Poi successe l’imprevedibile. E ora è candidato per il secondo mandato dopo la vittoria del 2016 al ballottaggio, cosa che non accadeva dal 1993. Parte proprio da qui la nostra intervista di fine mandato, appuntamento ormai consueto di ogni tornata elettorale, che quest’anno ha dovuto fare i conti con la pandemia e si è svolto in videoconferenza.

RAVENNA 09/11/2013. CONGRESSO PROVINCIALE PD«Da segretario di partito – spiega il sindaco – ho sempre consigliato di costruire il programma con largo anticipo, per fare un’analisi approfondita e avere una conoscenza della macchina comunale. Invece la mia candidatura è nata in un maniera particolare». È la premessa del primo cittadino per un’ammissione spontanea: «Il primo anno di governo per me è stato un anno difficile. Ho acquisito solo in corsa il livello di conoscenza che ritengo si debba avere per amministrare un Comune. Mi do un giudizio negativo da solo su quel periodo: se un cittadino non mi ha votato perché riteneva che non conoscessi abbastanza bene le cose per fare il sindaco non mi sento di contraddirlo. Lo dico con trasparenza».

Sindaco, cominciamo parlando di quelli che dovevano essere dei lasciati concreti del suo primo mandato e invece non lo sono stati: i nuovi impianti sportivi. L’impegno era di arrivare alle elezioni con una nuova piscina comunale.
«È il classico esempio di una amministrazione che stava commettendo un errore in una progettazione e quando me ne sono reso conto, perché le associazioni sportive me l’hanno detto in modo diretto, ho bloccato l’approvazione. Il primo progetto proposto da Arco aveva due limiti: le dimensioni della vasca non conforme agli standard di oggi e i tempi eccessivi di chiusura dell’impianto per il rifacimento. Abbiamo chiesto di rivedere il progetto e nel frattempo ne è stato proposto un altro. Gli uffici tecnici comunali hanno fatto un confronto come previsto dalla normativa sul project financing e la giunta ha approvato quello selezionato per essere approvato e messo a gara. Sarà uno dei primi investimenti pronto a partire nel prossimo mandato».

IMG 5457Nella campagna elettorale era stato promesso un beach stadium a Marina di Ravenna che poi è stato subito accantonato per puntare forte sul nuovo palazzetto dello sport da 15 milioni. Doveva essere pronto per questa primavera ma per una serie di intoppi con la ditta che ha l’appalto non sarà completato nemmeno per settembre quando è stato riprogrammato l’Omc.
«Non scrivo i bandi di gara e non scelgo chi vince. Però come sindaco sento tutta la responsabilità di un cantiere bloccato sulle spalle dell’amministrazione comunale. Ho molta stima e fiducia nei miei collaboratori, ma ci troviamo di fronte a diversi interventi del Comune con ritardi, contenziosi con le imprese e ricorsi: oltre al palazzetto è successo con gli stradelli del mare e con l’ampliamento della scuola materna di Mezzano. Allora è chiaro che qualcosa sui criteri di gara vada cambiato».

Quando ripartiranno i lavori?
«Stiamo aspettando la perizia del tribunale che definisca quanto spetta alla ditta che ha lavorato finora».

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Un rendering del nuovo palazzetto dello sport di Ravenna nell’area del Pala De Andrè

È stata la scelta giusta investire in un secondo palazzetto?
«La scelta di fare un nuovo palazzetto con una capacità fino a seimila posti per eventi sportivi e concerti è stata presa dopo un anno dall’insediamento con un’attenta riflessione e credo ancora che sia giusta: una città come Ravenna non può trovarsi a dover mandare le sue squadre a giocare a Forlì perché vuole ospitare un concerto o un festival. Inoltre realizzare la nuova struttura accanto al Pala De Andrè ci permette di creare un piccolo polo fieristico, non una cattedrale nel deserto. L’investimento, appoggiato anche da Camera di Commercio e Regione, è stato fatto anche con questa prospettiva. Offrire costi di allestimento minori è tra i motivi che porteranno l’Omc a passare da una fiera biennale dedicata all’oil & gas a un appuntamento annuale concentrato sul tema dell’energia nel Mediterraneo».

51487274 2173393359349984 2594474677044772864 NVisto che parliamo di impegni presi e di offshore, bisogna ricordare che la piattaforma Angela Angelina è ancora al suo posto e non è stata dismessa.
«La concessione è valida fino al 2027 ma abbiamo recepito da Eni la disponibilità a una chiusura anticipata. Però con le norme attuali se Eni si fa da parte il ministero dovrebbe fare un nuovo bando per gli anni rimanenti di concessione. E ci ritroveranno un’altra azienda nello stesso punto. Quindi la città è decisa nel chiedere che non ci siano proroghe dopo il 2027. Ma dentro alla strategia del nuovo ministero della Transizione ecologica credo che ci starebbe benissimo, anche a livello simbolico, la modifica delle norme per una chiusura definitiva anticipata, facendo vedere che non si è a favore delle attività estrattive a prescindere ma solo quando gli impatti ambientali non sono eccessivi. Di certo però alla chiusura deve corrispondere una ripresa delle attività oltre le 12 miglia per non perdere posti di lavoro».

Già che siamo in tema di lavori pubblici, passiamo alle infrastrutture. Nel 2016 alla vigilia del ballottaggio disse «entro i 5 anni realizzeremo una nuova tangenziale della città». Non è successo.
«Nel 2015 ero segretario provinciale del Pd e andai con il sindaco di allora, Fabrizio Matteucci, a incontrare il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Ci disse che l’E55 non era più tra le opere strategiche ma Anas avrebbe avuto cento milioni di euro per rifare la viabilità ravennate: intervento su Classicana e statale 16 Adriatica per avere una vera tangenziale. Da lì è iniziata una via Crucis con Anas. Le cose sono cambiate solo quando la delega alle Infrastrutture della giunta regionale è andata a un ravennate (Andrea Corsini nel 2020, ndr). L’impegno di Anas è di iniziare i cantieri del primo stralcio entro il 2021. Sono un po’ più ottimista rispetto al passato perché ora c’è un capo dipartimento che ha un altro approccio».

14610924 1175223669192673 3697004891960803980 NCi sono state polemiche quando sono stati modificati gli orari dei treni Ravenna-Bologna. Che risultati sono venuti da quelle scelte?
«Aumentare la frequenza dei collegamenti e ridurre i tempi di percorrenza di appena 10-15 minuti ha portato un aumento di passeggeri del 30 percento. Se riuscissimo ad avere un collegamento di 40 minuti avremmo risolto i problemi di isolamento di Ravenna».

È entrato in carica che il porto doveva essere dragato. Finirà il mandato con l’assegnazione dei lavori ma ancora nessun dragaggio. È un bilancio positivo?
«Mi ricordo bene il clima che c’era al porto nel 2016: insulti e attacchi quotidiani fra le parti e nessuno aveva fiducia che avremmo approfondito i fondali. È stata una fatica titanica, fianco a fianco con il presidente Daniele Rossi e grazie alla collaborazione della minoranza in consiglio comunale, ma ora ci siamo arrivati. Tra i meriti che sento di prendermi metto quello di aver sciolto i noti del porto».

Ma sono passati altri cinque anni…
«Quando si diceva che c’erano tre progetti già pronti, in realtà c’erano tre fogli con un po’ di cifre. A Matteucci, a Di Marco, a Errani va riconosciuto il merito di aver messo l’opera al centro dell’agenda e di aver trovato i soldi. Ma quando ci siamo insediati e ci hanno passato le consegne, in Autorità portuale non c’era veramente uno straccio di progetto».

55882208 2265064303516222 1245459418267516928 OSiamo entrati in porto, risaliamo tutto il Candiano fino alla darsena di città. Soddisfatto di cosa si è mosso?
«La Darsena ha vissuto la fase di riappropriazione degli spazi da parte dei cittadini ed è stato grazie al processo di candidatura a Capitale europea della cultura. La mia amministrazione penso abbia il merito di aver destinato al quartiere risorse ingenti perché l’intervento degli enti pubblici è necessario nei processi di riattivazione urbanistica. Adesso il tema non più rinviabile, da porre all’Ap e al Recovery Fund, è quello delle acque e dei fondali: la città è pronta e matura per affrontare la questione della bonifica del Candiano, è arrivato il momento di “mettere i piedi in acqua”».

A inizio febbraio si sono chiusi i termini per il concorso di idee per il riassetto della stazione con 170mila euro in palio per i primi tre classificati.
«Ci sono state diverse proposte che hanno delineato prospettive. Vedremo».

RAVENNA 12/10/2019. PRESENTAZIONE IN PIAZZA DEL POPOLO DELLA SQUADRA DEL CONSAR PORTO ROBUR COSA VOLLEY.

Tra le iniziative dei privati ha richiamato grande interesse quella di Conad che ha comprato l’area Cmc per riqualificarla con residenziale e commerciale.
«L’iniziativa privata è fondamentale per qualunque progetto di riqualificazione urbana. Credo si debba avere una visione non eccessivamente snobistica. Ad esempio penso che sia utile sgravare il Sigarone da usi impattanti che sembravano l’unica strada per rigenerarlo e per questo l’idea progettuale di Nuovostudio mi piaceva. La partenza della rigenerazione dell’area Cmc sarebbe una bellissima notizia. Però non tutti gli immobili della zona possono essere salvati e rigenerati, può essere spiacevole ma se è vero conviene dirlo».

Il riferimento è a via Antico Squero chiusa da un anno perché un magazzino privato e abbandonato è a rischio crollo e ora vincolato dalla Soprintendenza.
«In Italia ci sono migliaia di immobili così. Se ti occupi di urbanistica devi avere anche una ricaduta a terra».

RAVENNA 01/09/2014. LA MINISTRA MARIA ELENA BOSCHI ALLA FESTA DE L' UNITA' DI RAVENNA

A poca distanza c’è la Rocca Brancaleone. La copertura si farà?
«È uno di quei luoghi che in cinque anni è completamente cambiato. Il punto ristoro ha ravvivato l’area, abbiamo risanato molte parti delle mura e presto anche le restanti e il verde con l’utilizzo di tutti i finanziamenti del ministero, 5 milioni in totale. Per la copertura serve l’approvazione del ministero: nel caso si farà con risorse comunali che al momento sono a bilancio nell’annualità 2022. In ogni caso credo che, dopo l’esperienza dell’estate 2020, la Rocca continuerà a essere un luogo per la musica dal vivo».

13227129 1097567333599264 7392167442019678730 NPassiamo al turismo. Avete strategie per l’estate in arrivo? A che punto siamo con la ricerca di parcheggi alternativi per tamponare quelli persi con la pedonalizzazione degli stradelli retrodunali?
«Usciremo dal Covid con maggiore attenzione alla qualità della nostra vita e maggiore ricerca di spazio. La sfida per i nostri lidi è molto coerente con il progetto del Parco marittimo degli stradelli. I ritardi della gara ci hanno dato il tempo per risolvere con più tranquillità la questione parcheggi: più posti al Marchesato e raddoppio dello scambiatore in via Trieste. Ma deve cambiare la modalità di fruire la spiaggia: meno caotica, passeggiate in pineta, il percorso fra auto e spiaggia sia parte integrante della giornata di vacanza e non una sofferenza».

Cosa sarà delle celebrazioni dantesche?
«Partiamo dicendo che l’anno dantesco per i 700 anni della morte del poeta va agganciato in qualche modo al settembre 2021: non puoi celebrare nel 2023, per capirci. A oggi non siamo nelle condizioni di sapere con precisione che cosa si potrà fare da aprile a dicembre. Cercheremo di riprogrammare tutto quello che non si riesce a fare con l’attenzione a non concentrare tutti gli eventi in appena due mesi. Ora siamo al lavoro per capire quando e come aprire museo e mostra. Abbiamo un obiettivo chiaro: Ravenna immediatamente pronta a partire quando in Italia la cultura potrà farlo».

58895147 2302487283107257 3035503088891854848 NResta ancora valido il progetto di una fondazione unica che riunisca il mondo culturale ravennate?
«L’idea iniziale era quella dell’ingresso diretto dello Stato nella fondazione Ravennantica sul modello del museo egizio di Torino. Poi la riforma dei poli museali ha portato a un progetto diverso. Ma in questi anni siamo arrivati comunque ad avere una gestione unitaria dei servizi nei siti di tutto il patrimonio pubblico statale-comunale evitando la parcellizzazione. Nel prossimo mandato bisognerà ridefinire il nuovo perimetro di Ravennantica che non si occuperà solo di archeologia e musei ma anche di servizi danteschi».

Bilancio e prospettive di Classis, inaugurato a dicembre 2018.
«Ha fatto oltre 50mila visite nel primo anno. Se consideriamo che la Basilica di Classe ne fa 200mila, si capisce che sono numeri molto positivi. Ma non indicativi perché nel primo anno c’è la curiosità che attira. Penso che la valorizzazione della barca romana di Comacchio potrà essere una sfida importante come rilancio post Covid. In estate potrebbe ripetersi la scelta di usare l’area esterna per eventi, compatibilmente con le disponibilità di risorse».

69948511 2545371418818841 2261397686907305984 OL’Accademia di Belle Arti e il conservatorio musicale Verdi andranno nell’ex sede della banca Mps in piazza Kennedy. Com’è il processo di statizzazione?
«La statizzazione è legge e il percorso procede. Serviva una sede in più perché sono realtà in crescita. Mettendole insieme si perseguono economie di scala evitando che magari finissero fuse nell’Accademia di Bologna e nel conservatorio di Cesena, perdendo la centralità di Ravenna. Un domani potrebbe esserci il coinvolgimento anche dell’Isia di Faenza».

Si era parlato di utilizzare l’ex anagrafe in via Raul Gardini per questi istituti…
«Sarebbe stato un investimento di 5-7 milioni di euro. Anche avendo i soldi, che comunque al momento il Comune non ha, avrebbe voluto dire aspettare tre anni. Invece la scelta di andare in affitto fa sì che sia pronta subito. Cosa fare con l’ex anagrafe ora è da capire. Non è stato fatto un bando di vendita perché non vorrei trovarmi con situazioni in stile ex macello con un privato che compra l’immobile e poi non ne fa nulla».

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