Dalla spiaggia alla Darsena, dalla cultura alla sicurezza: l’agenda del sindaco

De Pascale a tutto campo nell’intervista alla festa del Pd: «L’autonomia della Romagna? Una sciagura»

Un’ora e mezza di dibattito – iniziato appena in tempo per smaltire le file ai ristoranti di una Festa dell’Unità affollata ma non certo ai livelli dei tempi d’oro – per il consueto rituale dell’intervista al Sindaco da parte dei giornalisti delle testate locali. Nessuna novità rilevante emerge dalle risposte di De Pascale alle domande della stampa che pure spaziano fra vari temi politici, sociali, culturali, oggi all’attenzione dell’opinione pubblica ravennate. Semmai è la conferma – parola sua – che i progetti e le iniziative presentate nel corso del primo anno anno di consiliatura non sono solo annunci ma che «si fa sul serio», con risorse disponibili e tempi ragionevoli.

Incontrosindaco

Incontro del sindaco con la stampa alla festa dell’Unità

A partire dalla recente idea di metter mano alla sistemazione dei 35 chilometri di percorsi litoranei fra spiagge, dune e pinete, da foce Reno fino al Bevano. Il concorso europeo per la progettazione, presentato in questi giorni, ha in palio un budget di 10 milioni di euro. Per De Pascale – confortato dal buon andamento della stagione turistica e dagli effetti positivi della lotta all’abusivismo commerciale in spiaggia («ma non basta») – quella di valorizzare la vocazione “naturalistica” della riviera ravennate è un’occasione da non perdere. «Possiamo investire le ingenti risorse ricavate dall’Imu sulle piattaforme Eni per rilanciare a livello nazionale e internazionale l’immagine e la qualità dell’offerta turistica delle nostre spiagge. L’obiettivo è individuare e realizzare entro la scadenza del mandato di questa giunta un progetto di alto livello che faccia parlare del nostro litorale le più importanti riviste del settore». Su questo orizzonte di opere di valorizzazione e risanamento – ci tiene a sottolineare il Sindaco – si inserisce anche l’accordo col Ministero per l’Ambiente per la tutela della Piallassa Baiona che prevede importanti investimenti di denaro pubblico. Ma i progetti di sviluppo turistico, culturale e di salvaguardia ambientale da concretizzare a Ravenna «in tempi umani» non finiscono qui: «oltre a quelli ereditati dalle amministrazioni precedenti, con l’apertura nei prossimi anni del Museo archeologico e storico della città di Classe e quelli del Risorgimento e Byron a Palazzo Guiccioli, doteremo la città di un nuovo Palasport…». Anche se per quest’ultima struttura, ammessa l’ipotesi di collocarlo in area pala De André, restano vaghi i termini della progettazione e della sorgente finanziaria.

Per De Pascale il turismo è ovviamente uno dei volani principali dell’economia locale, ma come i suoi predecessori punta a un fondamentale equilibrio con la storica vocazione industriale e portuale di Ravenna. Insomma le fabbriche e l’accoglienza balneare, la manifattura e la città d’arte devono andare di pari passo, senza particolari attriti, alla ricerca di una possibile convivenza. Per questo il Sindaco snocciola accordi e prospettive di sviluppo con industrie chimiche, alimentari, energetiche (Versalis ed Eni, Bunge, Pir, la stessa Marcegaglia oggi al centro di una vertenza sindacale…) rammentando che si svilupperanno su nuove tecnologie sostenibili e nel rispetto dei lavoratori e del patrimonio ambientale. E senza dimenticare che l’equilibrio fra le vocazione industriale e cultural-turistica-ambientale riguarda anche (e per certi versi soprattutto) la rete logistica e gli interventi infrastrutturali: «Dal prossimo anno svilupperemo le connessioni ferroviarie, per eliminare un notevole traffico su gomma, l’escavo dei fondali del Candiano non sarà più solo un “mantra” ma un effettiva opera di efficienza per lo scalo, fino alle banchine San Vitale e Sapir farà la sua parte per favorire una logistica più al passo coi tempi ai nostri terminal portuali. Non solo – puntualizza il SIndaco – ma rivendichiamo anche l’inclusione del territorio ravennate nella rimodulazione e riqualificazione dei servizi di trasporto passeggeri del piano infrastrutturale ferroviario della Regione». De Pascale ne è convinto, si mangia” con la produttività industriale e con l’imprenditoria turistica ma anche con la cultura «perché dobbiamo consolidare e creare occupazione, oltreché sostenere il reddito. Il ruolo delle imprese è fondamentale ma servono anche investimenti pubblici, e su questo versante ritengo sia legittimo che gli enti locali possano indebitarsi per favorire politiche di crescita, purché questo debito sia sostenibile e sotto controllo».

Per quanto riguarda i principali nodi in prospettiva delle politiche culturali,  va ricordato che il primo cittadino si è riservato una delega in proposito. De Pascale minimizza i ritardi sul rinnovo delle convenzioni quinquennali per le attività di gestione di spazi, produzione e organizzazione di eventi dedicati alle arti performative: teatro, musica, danza, ma anche cinema, incontri letterari, arti grafiche, etc). I ritardi non sono formali (le convenzioni in effetti scadono a dicembre) ma sostanziali, visto che le decine di soggetti coinvolti (da Ravenna Festival, Ravenna Teatro e altre decine di associazioni) hanno bisogno di mesi e mesi di anticipo per pianificare le proprie attività, e a tutt’oggi non hanno certezze su consistenza, tempi e modi delle eventuali sovvenzioni comunali. «Niente paura. In previsione c’è sicuramente un consolidamento se non un aumento dei fondi per le attività culturali (si tratta negli ultimi 5 anni di circa 3 milioni di euro, ndr), precisa il Sindaco. Nonostante le difficoltà di bilancio delle Fondazioni bancarie che in passato hanno finanziato queste attività, non abbiamo intenzione di rinunciare a investire sulla straordinaria offerta in campo teatrale, musicale e di altre discipline che è vanto di Ravenna e che ha importanti ricadute anche sul piano turistico. Questo non significa che tutto sarà come prima. A breve presenteremo e discuteremo pubblicamente un bando che metterà in primo piano diversi parametri di valutazione del valore dei progetti culturali proposti dai vari soggetti già noti o nuovi, che vorranno partecipare a questa nuova fase di gestione e programmazione culturale. Nulla però è scontato, se non sulla base del merito e della trasparenza progettuale».

Spazio Dibattiti Festa Unità Ravenna

Lo spazio dibattiti alla Festa dell’Unità di Ravenna

Non da ultima resta al centro di questa consiliatura l’annosa questione della riqualificazione Darsena di città, “croce e delizia” di ben quattro mandati precedenti a guida Mercatali e Matteucci (ma «l’idea fondante è merito di D’Attore» ci tiene a precisare De Pascale…). In tempi di cronica crisi del comparto edilizio e della necessità di una “urbanistica sostenibile” – sottolinea il Sindaco – la strada percorribile resta quella della “rigenerazione” e della collaborazione pubblico/privato. Un esempio eclatante è Darsena Pop Up e una opportunità da cogliere sono i 13 milioni di euro di denaro pubblico conquistati da Ravenna grazie al bando statale per la riqualificazione delle periferie. «Quei soldi non sono in discussione, anche se cambierà il governo centrale – rassicura il Sindaco – Poco meno di 9 milioni saranno destinati alla realizzazione delle infrastrutture fognarie in destra Candiano. Si tratta di un intervento che ha un’immagine di basso profilo, ma assieme alla chiusura del bitumificio Cmc, ha un ruolo fondamentale per consentire una concreta “rigenerazione” di quella vasta porzione di quartiere, con la realizzazione dei progetti dei privati: dall’espansione di Darsena Pop Up, al Sigarone e Area T, dalla passeggiata lungo canale al servizio di navetta per Marina, per finire con la realizzazione del collegamento attraverso la stazione ferroviaria col centro storico. Perché la Darsena non può restare un pezzo di città “a parte”. La sua valorizzazione non può prescindere da una agevole connessione col resto della città, con tanto di guadagnato anche per l’area stazione e il quartiere Farini».

Secondo De Pascale, la soluzione per ridare valore e dignità anche al quadrilatero fra via Alberoni, viale Pallavicini, via Carducci, giardini Speyer – al centro ormai da anni di una deriva degradante fra spaccio, risse e accattonaggio e quindi di “ordine pubblico”, in gran parte legata al fenomeno dell’immigrazione – potrebbe essere proprio questa nuova funzione di “tessuto connettivo” verso una Darsena “rivitalizzata”. Insomma la ricetta da somministrare con tenacia e pazienza resta quella del “chiodo (buono) scaccia chiodo (cattivo)”. D’altra parte il Comune non può intervenire più di tanto sull’ordine pubblico, riservato alle forze dell’ordine, anche se De Pascale parla di ottimo rapporto con la Prefettura per quanto riguarda azioni coordinate di prevenzione e repressione e rimarca come, sul versante del presidio della zona incriminata, il Comune con la prossima assunzione di 50 nuovi agenti della Polizia Municipale, rafforzerà una vigilanza che definisce “gentile” e dissuasiva. Senza rinunciare (anzi promette di incrementarne l’attività) all’azione di “mediazione sociale e culturale“ del progetto di integrazione dell’associazione “Cittadinanza Attiva” che ormai da anni opera nel quartiere intorno ai giardini Speyer. Il Sindaco auspica a questo proposito un “lavoro di squadra” che riguarda non solo le forze dell’ordine ma anche cittadini, operatori culturali e commerciali per riappropriarsi e rianimare positivamente la zona del degrado, come è accaduto in altre parti della città, in primis piazza San Francesco.

Giornalisti E Sindaco De Pascale

Foto di gruppo dei giornalisti della stampa locale con il sindaco De Pascale

Insomma sul tema sicurezza, immigrazione, disagio sociale – sui cui è evidente si gioca l’imminente campagna elettorale – De Pascale non ci sta a inseguire le parole d’ordine leghiste e anche certe “deviazioni populiste“ che stanno emergendo nel Pd: «Peraltro così rischiamo di essere la seconda battuta. E gli elettori preferiscono scegliere l’originale dettato da Salvini». Per cui rivendica una certa idea di sinistra sulla questione della emarginazione sociale che non riguarda solo immigrati e rifugiati ma tutti i coloro che hanno bisogno. «Sul piano dell’accoglienza degli stranieri sul nostro territorio abbiamo fatto la nostra parte, in modo trasparente ed equilibrato. Dobbiamo sostenere gli “ultimi“, ma anche i “penultimi”. Perché risorse e assistenza devono esserci per tutti i cittadini disagiati, senza discriminazioni. Ma assieme ai diritti umani e sociali dobbiamo con grande determinazione esigere da tutti il rispetto delle regole e della convivenza civile». Ed è forse momento della serata in cui il Sindaco ottiene un caloroso applauso non di prammatica.

Per quanto diplomatico e abile a dribblare sulle “grane” e le lacune amministrative, è sul piano propriamente politico che De Pascale di fronte alla platea della festa Pd è più “tonico“, convinto e capace di argomentare su temi distintivi della sinistra e dell’area progressista. Lo fa anche anche a proposito dell’autonomia della Romagna, riesumata di recente dal leghista Pini: «Ovviamente non sono per nulla favorevole al referendum e a un’ipotesi di separazione della Romagna dall’Emilia, sarebbe una catastrofe. Ma credo sia necessario precisare meglio il rapporto fra centro e periferia di governo del territorio. Mi convince l’idea di riconsiderare l’autonomia locale sul solco di un’applicazione ponderata dell’articolo 116 della Costituzione, proposta dal presidente Bonaccini. Credo che l’Amministrazione regionale possa svolgere maggiori funzioni rispetto alla gestione del territorio, a partire dalle infrastrutture e rivendicando le buone prassi, ad esempio, ottenute nel campo sanitario, con la pretesa di un riequilibrio di risorse a livello nazionale. Naturalmente vanno valutate e messe in campo le competenze tecniche e finanziarie necessarie per dare concretezza a questa autonomia». De Pascale si appassiona anche quando si parla di rapporto fra governo locale e governo centrale, con la conseguente chiamata in causa del Pd: «rischiamo di lasciare mano libera ai populismi di Salvini e compagni se non riusciamo a comunicare e convincere gli elettori quali siano chiaramente i nostri obiettivi strategici e di crescita, e per quale nuova idea di Paese e di futuro ci impegnano». Solo proclami? Forse, ma emblematici del disorientamento di un partito eccentrico e lacerato sui fondamentali che, fra tanti tatticismi, sembra avere smarrito la sua missione politica e sociale.

Prima di chiudere il dibattito De Pascale ringrazia i dirigenti del Pd e i volontari che hanno consentito anche quest’anno la realizzazione della Festa provinciale dell’Unità: «A dispetto di chi ha gufato sperando in un suo fallimento, la festa è grande e aperta come sempre, affollata di gente…». La platea (quasi piena) dello spazio dibattiti si disperde, ma sono meno che in passato i volti noti delle amministrazioni locali e del partito che hanno assistito al dibattito e si fermano per i saluti: gli assessori Fagnani e Baroncini (ora in Mdp), con la fugace apparizione delle assessore Bakkali e Morigi), i segretari provinciale e comunale del Pd, il capogruppo Sbaraglia, l’ex sindaco e senatore Mercatali, i presidenti di Ap Rossi e Sabadini di Sapir e pochi altri… Forse alcuni notabili sono ancora in ferie, ma certi vuoti fanno pensare a divisioni e risentimenti ormai incolmabili, e impensabili, nel grande Partito Democratico solo fino a pochi mesi fa.

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