Il centrodestra contro l’arancione scuro: «Bravo Zattini, a Forlì dati simili»

Lega e Pigna attaccano. «Ora ristori regionali e comunali e congedi parentali»

Polizia Controlli Covid Spiaggia 3Prime polemiche politiche sul passaggio in zona arancione scuro della Romagna, fatta eccezione per il distretto di Forlì. Ed è proprio l’esclusione di Forlì a spingere il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna, a fare i complimenti al sindaco di centrodestra Gian Luca Zattini, «che si è opposto alla decisione di Stefano Bonaccini di inasprire le misure inventandosi l’area arancione scuro».

«Un escamotage – continua Morrone – per lanciare un ulteriore messaggio negativo alla popolazione senza pagare dazio. Bonaccini ha cambiato ancora una volta idea in pochi giorni, dall’apertura serale dei ristoranti, dichiarata inseguendo Matteo Salvini, si è trasformato in un oltranzista delle chiusure, senza tuttavia basarsi su dati accertati, ma su possibili rischi e timori. Da chi è arrivato il suggerimento? Faccia nomi e cognomi, spieghi i motivi reali di questo provvedimento incomprensibile e diffonda numeri possibilmente verificabili della situazione. Credo che sia ormai chiaro che il buon governo dell’Emilia-Romagna è un bluff. Siamo in coprifuoco da ottobre, confinati nei comuni di residenza, l’economia è allo sfascio. Se oggi ci troviamo davvero nella situazione paventata da Bonaccini allora significa che è stato sbagliato tutto fin dall’inizio. Se i vaccini non ci sono la responsabilità è interamente dell’incapacità del Governo Conte bis. Chi ha sbagliato deve assumersene la responsabilità. Noi della Lega siamo per la sicurezza e la tutela dei nostri concittadini, ma non possiamo consentire che per ragioni confuse e poco chiare si imponga un nuovo giro di vite che esaspererà ancora di più aziende, attività, lavoratori e una comunità ormai stanca di proibizioni e limitazioni della libertà senza ragioni concrete».

Sulla stessa linea anche Veronica Verlicchi, consigliera comunale e candidata a sindaco della lista civica La Pigna, a Ravenna. «Il sindaco di Forlì, il civico Zattini, ha protetto studenti e famiglie della sua città, evitando loro gli enormi disagi dovuti dalla chiusura delle scuole, nonostante i dati simili rispetto agli altri distretti della Romagna», dice Verlicchi che poi chiede di prevedere nuovi ristori regionali e comunali e accelerare il piano delle vaccinazioni.

«Oggi, a 12 mesi di distanza dall’inizio dell’incubo pandemico – continua Verlicchi –, si chiede di nuovo alle famiglie di fare sacrifici forse oggi ancor più pesanti dell’inizio, chiudendo le scuole di ogni ordine e grado, con la sola eccezione di nidi e materne. Il tutto con gravi ed ed evidenti disagi. Eppure, la politica ricalca lo stesso metodo di inizio pandemia come se nulla fosse accaduto nel frattempo. Inconcepibile ed inaccettabile. Ci aspettiamo che il Presidente della nostra Regione così come il Sindaco di Ravenna in veste anche di Presidente della nostra Provincia, si attivino immediatamente per garantire ristori adeguati, congedi parentali, agevolazioni ed accelerazione delle vaccinazioni per consentire ai ravennati, così come a tutti i romagnoli di uscire al più presto da questo nuovo lockdown».

Per quanto riguarda i dati di Forlì, tirati in ballo sia dalla Lega che dalla Pigna, ecco il confronto con gli altri territori relativo all’ultima settimana (dal 20 al 27 febbraio compresi), sulla base degli aggiornamenti giornalieri inviati dalla Regione. In una settimana quindi, a Ravenna i nuovi contagi sono stati circa 1.300 in più (complessivamente, alle 12 del 27 febbraio, dall’inizio della pandemia erano 19.629), a Rimini circa 1.400 in più (24.536 dall’inizio della pandemia), a Cesena quasi mille in più (11.834 dall’inizio della pandemia) mentre a Forlì 700 in più (9.289 dall’inizio della pandemia). Dati che, se rapportati al numero dei residenti dei vari distretti (Forlì è il più piccolo, considerato che Cesena comprende anche il Rubicone, Ravenna naturalmente anche Faenza e Lugo e Rimini è insieme a Riccione), non sembrano così sproporzionati.

I ricoveri in terapia intensiva in una settimana sono invece aumentati di 4 a Ravenna (ora sono 6 in tutto, numero lontano da quota 20 superata non troppe settimane fa), di 3 a Rimini (totale a oggi 17), di 2 a Cesena (totale 8) e di 1 a Forlì (totale 3).

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