Abel Ferrara a Soundscreen, il festival dedicato al rapporto tra cinema e musica

Dal 21 al 28 settembre a Ravenna la rassegna che vede tra gli ospiti anche il grande regista americano

Abel Ferrara

Abel Ferrara

Torna in città con una nuova, quarta, edizione “Soundscreen Film Festival”, tra i pochi festival cinematografici italiani dedicati interamente al rapporto tra cinema e musica.

La manifestazione (diretta da Albert Bucci, organizzata dall’associazione culturale Ravenna Cinema in convenzione con il Comune di Ravenna, con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna) si terrà dal 21 al 28 settembre al centrale Palazzo del Cinema e dei Congressi e al Cinema Jolly.

La novità: grazie all’appoggio dei collaboratori e dei contribuenti, tutti gli appuntamenti SoundScreen – dalle proiezioni agli eventi collaterali – saranno a ingresso gratuito.

Ospite straordinario di questa quarta edizione, padrino della serata d’apertura, sarà Abel Ferrara.

Il regista italo-americano cha ha segnato la storia del cinema con i suoi noir provocatori presenta al pubblico ravennate alcuni dei suoi titoli più importanti, dalle acclamate opere cupe del passato, come Il cattivo tenente (1992), alla produzione interamente girata in Italia Go Go Tales (2007). Sabato 21 settembre, alle 21.30, il cineasta sarà in sala per introdurre e commentare il suo ultimo documentario: Alive in France, un autoritratto che ne svela l’inedita veste di cantante e musicista in tour per la Francia. Subito a seguire una sua originale performance musicale dal vivo.

Il momento principale della rassegna sarà il concorso internazionale per lungometraggi, affiancato da quello per cortometraggi, un’accurata selezione della migliore e più recente produzione cinematografica mondiale in formato lungo e corto. Questi i dieci lungometraggi in gara: Aleksi, opera prima della croata Barbara Vekarić, è un dramma indie che affronta il tema della “seconda maggiore età”; Boni Bonita, una coproduzione argentino-brasiliana diretta da Daniel Barosa, narra la vita di coppia di Beatriz e del malinconico musicista Rogelio; Happiness Machine è un’antologia di 10 film d’animazione realizzati da 10 cineaste e 10 musiciste, per riflettere sull’economia dei Beni Comuni; dalla Finlandia arriva la spassosa metal comedy Heavy Trip di Juuso Laatio e Jukka Vidgren; un dj viene scambiato per un rifugiato, è la black comedy Sawah di Adolf El Assal; tre personaggi sono in cerca d’amore nell’iraniano Tehran: City of Love diretto da Ali Jaberansari; The Dreamers’Field di Noam Stolerman è un documentario sulla storia di 3 giovani israeliani che, lasciato il kibbutz, formano una rock band e si trasferiscono a Londra; The Monkey and The Mouth, primo lungometraggio di Thea Hvistendahl, ibrido tra film-concerto e fiction narrativa, racconta del duo rapper norvegese Karpe Diem che si batte per la libertà, con testi espliciti su razzismo e diseguaglianze sociali; tra fantasmi e forze oscure, The Sonata di Andrew Desmond è una delle ultime interpretazioni del compianto Rutger Hauer; per finire l’irlandese Eoin Cleland sarà presente in sala con il suo primo film Ups & Downs , storia del rocambolesco viaggio di un giovane con la sindrome di Down per andare al concerto del suo gruppo rock preferito.

Durante la serata finale di sabato 28 settembre avrà luogo la premiazione: la giuria del concorso internazionale per lungometraggi (composta dal regista e sceneggiatore inglese Sean Hogan, dalla musicista Stefania Alos Pedretti e dall’organizzatore di festival, programmatore al Biograph Film Festival di Bologna, Alessandro Di Pasquale) assegnerà i premi al Miglior Film Lungometraggio, alla Miglior Regia e il Gran Premio Speciale della Giuria. Il pubblico del SSFF decreterà invece il premio al Miglior Cortometraggio in concorso.

Ma il programma conta anche su eventi esclusivi. Numerose sone le anteprime e le retrospettive, gli appuntamenti come le tradizionali sonorizzazioni dal vivo:

  • Earthset e Luca Maria Baldini accompagnano il primo film fantascientifico prodotto in Italia, L’uomo meccanico (1921) di André Deed, una sonorizzazione tra elettronica, noise rumoristico e post rock; i bolognesi Kyokyokyo portano in sala La coquille et le clergyman (1928) di Germaine Dulac, spaziando tra rock-noise, ambient e momenti lirici; il duo Tiresia musica Le Révélateur (1968) di Philippe Garrel, film muto, sperimentale e lirico, onirico e allegorico, terreno ideale per l’elettronica psichedelica di Stefano Ghittoni e la chitarra liquida di Bruno Dorella; Alessandro Baris (Collisions, Comfort, L’Altra), Beppe Scardino (Calibro 35, C’Mon Tigre) e Gabriele Evangelista (Enrico Rava, Tim Berne, Stefano Bollani) musicano il capostipite dell’Espressionismo tedesco Das Cabinet der Dr Caligari di Robert Wiene (1920). Le sonorizzazioni sono in collaborazione con Bronson Produzioni.
  • Tra le retrospettive e gli omaggi da segnalare la sezione Born ’69, con la proiezione delle pellicole Easy Rider di Dennis Hopper, Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni ed il film-concerto Woodstock – tre giorni di pace, amore e musica di Michael Wadleigh (proiezione in collaborazione con MEI – Meeting degli Indipendenti di Faenza) ed una speciale celebrazione: Soundscreen festeggia le 70 candeline di un grandissimo della musica che spesso ha incrociato il suo percorso artistico con la settima arte, Tom Waits. Di questo massimo autore del ‘900, cantautore crepuscolare, musicista, attore, verrà messa in risalto la collaborazione con Jim Jarmush, tra i principali rappresentanti del cinema indipendente statunitense, con la visione dei film Daunbailó (1986), Only Lovers left Alive (2017) e il recentissimo The Dead Don’t Die.
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