Con Transmissions alla scoperta di nuove frontiere sonore da tutto il mondo

Undicesima edizione del festival del Bronson di musica contemporanea e d’avanguardia. In cartellone produttori e artisti anche dall’Africa

GIANLUCA COSTANTINI

Il manifesto di Transmissions 2018, illustrato da Gianluca Costantini che si è ispirato a una foto di Huey Newton, attivista del movimento afroamericano e fondatore delle Pantere Nere

Il nuovo ciclo di Transmissions riparte esplorando nuove frontiere sonore da tutto il mondo e all’insegna della globalizzazione e della contaminazione, come fa notare quello che è ormai diventato una sorta di consulente del festival più “avventuroso” del Bronson, il musicista Bruno Dorella.

A dare la direzione a questa nuova svolta della rassegna non poteva però che essere direttamente Christopher Angiolini, patron di Bronson Produzioni e quest’anno curatore in prima persona (prima di lasciare, il prossimo anno, la staffetta in mano a tre artisti) dell’undicesima edizione di Transmissions che dal 22 al 24 novembre porterà come suo solito a Ravenna musicisti di caratura mondiale impegnati in vari ambiti nel campo della musica contemporanea e d’avanguardia, quest’anno forse maggiormente ancorata alla forma canzone e quindi di più facile accessibilità.

Seguendo le linee guida tracciate da Angiolini in municipio, durante la presentazione alla stampa, la serata che potrebbe riservare maggiori sorprese è quella di sabato 24 (all’Almagià) con esponenti della nuova scena elettronica africana che cercano di portare ai giorni nostri i suoni della loro tradizione (i nomi da segnare in agenda sono quelli di Tarkamt, dall’Egitto, e Ammar 808, dalla Tunisia) e soprattutto Jerusalem In My Heart, nome d’arte del produttore libanese, trapiantato in Canada, Radwan Ghazi Moumneh, la cui musica è esattamente un ponte sonoro proprio tra oriente e occidente. E il suo nome è fortemente legato anche all’etichetta di culto canadese Constellation, che potrà contare a Transmissons anche su altri esponenti di spicco quali Carla Bozulich, Jessica Moss (dei Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra) – sul palco giovedì 22 al Bronson e poi anche insieme in un progetto speciale pensato per l’occasione il giorno dopo all’Almagià – ed Eric Chenaux (il 23 all’Almagià).

Spiccano poi altri due produttori, oltre a Jerusalem In My Heart, tra cui una figura chiave della scena avant-rock di New York, quel Martin Bisi dello studio di registrazione Bc35 (giovedì 22 al Bronson), celebrato in un disco che sta portando in tour e che è stato pubblicato (si potrebbe aggiungere, incredibilmente) proprio dalla piccola etichetta ravennate del club di Madonna dell’Albero. Il terzo produttore in cartellone è l’italiano Francesco Donadello, ormai di stanza a Berlino, che a Transmissions porterà in prima assoluta (e che probabilmente resterà unica, sabato 24 all’Almagià) il suo progetto con Nick Zinner, «la star internazionale del festival», sottolinea Angiolini, essendo il chitarrista della rock band americana Yeah Yeah Yeahs.

Bruno Dorella

Bruno Dorella

Altro progetto speciale pensato appositamente per la rassegna ravennate è quello dello stesso Bruno Dorella, impegnato (in apertura della prima serata al Bronson) in un duo di sole percussioni con il batterista imolese Paolo Mongardi.

A completare il cartellone un astro nascento nel campo tra il jazz d’avanguardia e la canzone come Daniel Blumberg – nome del giro del celebre Cafè Oto di Londra che con il suo album d’esordio è già finito nella top ten dei dischi dell’anno della Rough Trade, sottolinea Angiolini –, un nome storico del folk sperimentale del Regno Unito come Richard Youngs, i ravennati Comaneci, il canadese Cindy Lee (progetto “queer” del frontman dei Women) – tutti il venerdì all’Almagià – oltre al garage degli inglesi Duds (giovedì al Bronson) e il progetto folk Circuit des Yeux della producer americana Haley Fohr (a completare l’ultima serata di sabato).

Come ormai tradizione, a una settimana dall’evento sono già stati venduti abbonamenti, in particolare fuori regione e anche nel resto d’Europa, in Francia, Inghilterra o Portogallo. E i partecipanti potranno vivere l’atmosfera del festival (il venerdì e il sabato, in attesa dei concerti all’Almagià) già dalle 18 con aperitivi, dj-set e incontri in Darsena Pop Up, dove sarà allestita anche la mostra del fotografo Andrea Fiumana sull’ultima edizione di Transmissions. Altra mostra pensata per l’occasione sarà quella che inaugurerà al Bronson Cafè (adiacente il Bronson club vero e proprio, a Madonna dell’Albero) giovedì 22 ispirata a locandine cinematografiche, a cura del giornalista musicale (e in questa occasione illustratore) Francesco Farabegoli in collaborazione con Barbara Calzolari, calligrafa bolognese di fama internazionale.

Infine, da segnalare la collaborazione con il Mar, il Museo d’Arte della città di Ravenna, grazie alla quale gli abbonati di Transmissions potranno entrare gratuitamente alla grande mostra allestita fino a gennaio al museo di via di Roma, “War is over”. Collaborazione apprezzata anche dall’assessora alla Cultura del Comune, Elsa Signorino, che durante la presentazione si è detta orgogliosa in particolare della caratura internazionale del festival.

A QUESTO LINK INFO UTILI E PROGRAMMA COMPLETO DEL FESTIVAL TRANSMISSIONS

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