Dalla chitarra del Ravenna Festival alle “onde” manipolate durante il ricovero

L’8 marzo escono i nuovi lavori di Bruno Dorella e Adriano Zanni per Bronson Recordings

Bruno Dorella

La copertina del disco in arrivo di Bruno Dorella

Sono due veterani della musica italiana, quella veramente alternativa. Bruno Dorella e Adriano Zanni hanno portato a termine i rispettivi lavori da solisti, entrambi strumentali, entrambi tratteggianti le coordinate minimali di un autentico viaggio, entrambi in uscita l’8 marzo per la piccola etichetta Bronson Recordings. E così tutto ruota attorno a Ravenna, città dei musicisti e dell’etichetta.

Concerto per chitarra solitaria (dove un viaggio in acque placide diventa naufragio) è curiosamente il primo disco pubblicato da Bruno Dorella a suo nome, frutto del concerto commissionato dal Ravenna Festival nel giugno del 2018. Ed è l’ennesima scommessa in oltre un ventennio di carriera, in cui Dorella ha inanellato un numero impressionante di esibizioni dal vivo e tante esperienze, come musicista, discografico e produttore, a suo agio in vari campi sonori, dal rock al post-rock, dal noise al blues, dalla musica strumentale a quella sperimentale e via proseguendo.
La storia si snoda dagli albori con i Wolfango alla rilevante attività con le sue band principali, Ronin e OvO (peraltro, attualmente al lavoro sui loro nuovi album di studio), sino all’ingresso nei Bachi da Pietra al fianco di Giovanni Succi, alla direzione dell’atipica Byzantium Experimental Orchestra, alla nascita dell’alter ego individuale Jack Cannon e alla recenti avventure nel duo Tiresia (con Stefano Ghittoni) e nel GDG Modern Trio (con Ghittoni e Francesco Giampaoli). Una storia, appunto, importante sotto molti punti di vista, alla quale si aggiunge adesso il tassello mancante di Concerto per chitarra solitaria, un disco/vascello condotto senza pseudonimi, in perfetta solitudine e in una semplice take in presa diretta, con il timone ben saldo nelle mani di una sola chitarra, nello specifico una Fender Telecaster modello giapponese risalente agli anni 90.

Adriano Zanni

La copertina del disco in arrivo di Acriano Zanni

Ricordo quasi tutto è invece il nuovo disco di Adriano Zanni, apprezzato anche come fotografo. Attivo in precedenza con il moniker Punck (dal 2002 al 2008 di Piallassa, che rendeva omaggio all’ossessione per Il deserto rosso di Michelangelo Antonioni), dopo essere stato coinvolto in alcuni ensemble improvvisativi e dopo quasi un decennio di silenzio discografico, Zanni ha intrapreso una direzione sempre più personale pubblicando a proprio nome, nel 2017, il 7” Falling Apart, la cassetta Soundtrack For Falling Trees – uscita per Bronson Recordings e ora accompagnata da un libro fotografico autoprodotto, in collaborazione con la stessa Bronson Recordings e Boring Machines – e l’LP Disappearing, seguiti nel dicembre 2018 da Siamo quasi tenebra, ispirato all’Islanda e al libro Paradiso e Inferno di Jón Kalman Stefánsson.
Di lui si dice che suoni il paesaggio, ma in Ricordo quasi tutto le registrazioni sul campo, oltre che documentazione, si fanno esplicitamente memoria sonora. Zanni fa tutto per conto suo, cimentandosi con field recordings, strumenti analogici e digitali. «Il disco è stato registrato nell’estate 2018 – racconta –, quando stavo affrontando problemi di salute che mi hanno costretto a un isolamento forzato. I ricordi, ai quali ho attinto tramite field recordings catturati negli ultimi quattro o cinque anni, sono stati una via di fuga e un ritorno alla vita. Ricordi di momenti felici: semplici passeggiate invernali sulla spiaggia, falò, temporali estivi. Oppure ricordi meno felici, come quelli collegati alle auto che scorrono nel pezzo d’autostrada fra Ravenna e Bologna, che da anni percorro più volte a settimana per andare a fare terapie in ospedale». Il fulcro della scaletta, articolata in sette tracce (l’ottava è una ghost track), è rappresentato probabilmente da “Onde sinusoidali, esplosioni e inutili ricordi”: «Durante il ricovero ospedaliero mi ero portato un piccolo synth OP1, così mi mettevo in cuffia e manipolavo onde sinusoidali creando vari preset per le bozze dei pezzi che ho poi definito. Il ritiro per le incisioni del disco è invece avvenuto nella mia casa al mare, a Marina Romea: una notte in spiaggia ho registrato i fuochi d’artificio, che nel mio immaginario d’infanzia si tenevano tradizionalmente a Marina di Ravenna la notte di ferragosto e simboleggiavano la fine dell’estate, di fatto uno spartiacque».

Dal vivo al Bronson con Basinski
Adriano Zanni presenta il nuovo disco al Bronson di Ravenna il 21 marzo in apertura di una serata da non perdere per tutti gli appassionati di musica elettronica, che vedrà sul palco il compositore americano William Basinski, uno dei grandi protagonisti della musica sperimentale e della sound art degli ultimi trent’anni. Con l’australiano Lawrence English (insieme nella foto) presenterà l’album scritto a quattro mani “Selva Oscura”.

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