Don Juan, multiforme ritratto di un seduttore seriale

Al teatro Alighieri per Ravenna Festival, il 22 e 23 giugno, l’ultima produzione di Aterballetto firmata Johan Inger

Aterballetto Don Juan Solisti

(foto Celeste Lombardi)

Gli appassionati di danza potranno finalmente ammirare il Don Juan del coreografo svedese Johan Inger al “Ravenna Festival”, dove doveva debuttare lo scorso anno. La rappresentazione è prevista il 22 e 23 giugno alle 21.30, al teatro Alighieri. In scena saliranno i ballerini della Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto, pronti a dare vita a una meditazione danzante di un mito di sempre, quello di Don Giovanni, costretto a fare i conti con la fine del machismo e con l’avvento della parità dei generi.

Uno spettacolo che si è già guadagnato, fra l’altro, il premio “Danza&Danza” come miglior produzione 2020. Prosegue dunque con successo la collaborazione fra il coreografo nordeuropeo, oggi nel pieno della sua maturità di autore, con la compagnia di Reggio Emilia con cui ha già realizzato lo splendido trittico Golden Days, composto da “Rain Dogs, “Birdland” e “Bliss”. Questa volta però ha deciso di puntare sulla narrazione, aiutato dalla drammaturgia di Gregor Acuña-Pohl e sulle musiche originali di Marc Álvarez, realizzando il multiforme ritratto di un seduttore seriale che riassume le varie anime di Don Giovanni.

«Quando affronto una creazione narrativa – spiega Johan Inger, cresciuto prima come ballerino e poi come coreografo all’interno del Nederlands Dans Theater –, mi sforzo di trovare una mia visione, qualcosa che giustifichi la voglia di affrontare quel particolare personaggio letterario. Pur nella fedeltà della storia, penso e spero che il mio Don Giovanni non risulti per così dire tradizionale. Con Gregor, abbiamo realizzato una ricerca a 360 gradi, consultando 25 diversi testi a lui ispirati, in modo da prendere spunto da diverse versioni e autori».

A colpirli, in particolare, quelli di Bertolt Brecht, di Molière, la commedia originale di Tirso de Molina, ma anche l’interessante opera teatrale della scrittrice belga Suzanne Lilar: Le Burlador, una rivisitazione dei mito di Don Giovanni in chiave femminista. In quest’ultimo caso, infatti, Don Giovanni è descritto come una vittima di tutte le donne che ha conquistato.

Aterballetto Don Juan

(foto Viola Berlanda)

Avvicinarsi a questo personaggio così complicato, significa dunque per i due artisti mettere anche in discussione il comportamento maschile, un voler incontrare Don Giovanni non per difenderlo ma per spiegarlo. «Don Giovanni – aggiunge Inger – viene condannato per aver ucciso il padre della fidanzata e per aver spezzato tanti cuori, ma per noi non sarà così. Sposando una visione atea del mondo che porta a trovare il giudice in se stessi, non metteranno in scena la caduta all’inferno di un peccatore, ma lasceranno aperta l’interpretazione allo spettatore».

Inger ha lavorato con l’intero organico di Aterballetto, sedici danzatori, alternando i ruoli solistici e il gruppo in due diversi cast in modo che tutti possano sentirsi parte integrante della produzione. In particolare tre sono i grandi momenti corali, il matrimonio, il carnevale e la scena finale, per il resto prevalgono scene più intime. Lavorare con una compagnia di dimensioni contenute, gli ha consentito un’indagine più approfondita sugli aspetti psicologici di ciascun personaggio.

«La mia collaborazione con Inger è iniziata circa dieci anni fa – ricorda Acuña-Pohl –. Ci siamo conosciuti a Siviglia dove vivevamo entrambi. A quei tempi avevo la mia scuola di teatro, così invitai Johan a tenere un workshop, e questo fu l’inizio di una forte amicizia che continua ancora oggi. Dopo tanti lavori insieme, speravamo un giorno di poter avviare un progetto in grado di rendere vivo Don Juan. Quel giorno è arrivato con l’invito di Aterballetto a creare una nuova coreografia».

Per info e prenotazioni www.ravennafestival.org

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