L’ex pugile che ha inventato la scacchiera per giocare in quattro

Scacchi e dama non sono più passatempi per due persone con l’idea di un 47enne appassionato di aritmetica e informatica

Una scacchiera su cui possono giocare quattro persone contemporaneamente, sia per una partita a scacchi che a dama. È questa l’invenzione del ravennate Giordano Merciari, 47enne con la passione per l’aritmetica, l’informatica e ovviamente il gioco degli scacchi, ma anche con un passato da pugile. Un’idea nata dal suo interesse per il popolare gioco da tavolo e per i numeri, che l’hanno portato a ideare una scacchiera speciale, in cui possono competere due giocatori in più del normale.

«Le scacchiere per quattro giocatori in realtà esistono già in Italia – ci tiene a specificare Merciari –, ma sono artefatte, come scacchiere con due lati più lunghi degli altri, e inoltre non consentono le partite a dama. Quella da me inventata invece, oltre a poter essere utilizzata per entrambi i giochi, consiste in un ottagono puro, un’armonica evoluzione di una classica scacchiera. È altresì vero che, per i giocatori di scacchi e dama, utilizzare questa particolare conformazione risulta automatico». Campo da gioco ampliato, ma stesse regole con alcune implementazioni, come le alleanze tra due giocatori contigui – «però da dichiarare prima di ogni partita» –, i due pedoni in più per ogni giocatore, la possibilità (nelle partite di dama) di mangiare l’avversario da dietro, l’obbligo – per i giocatori perdenti – di lasciare le proprie pedine nella scacchiera, «che rimangono inermi e possono essere mangiate». Oppure la possibilità di giocare tutti contro tutti, «e lì la partita si fa interessante».

Con la sola passione come motore dell’invenzione, l’idea è stata comunque brevettata, anche se «non ho intenzione di guadagnarci», dichiara. «Ho creato artigianalmente una cinquantina di scacchiere in plexiglass, di cui circa quaranta le ho regalate. Il problema, qui in Italia, è che i brevetti sono piuttosto costosi e spesso non consentono un rientro economico: per garantirsi un minimo guadagno occorre depositare cinque o sei brevetti, e forse da uno di essi si riesce a ricavare qualche euro». Tutto ciò non ferma però il neoinventore ravennate, che ha in cantiere altre idee oltre a un’altra già realizzata. «Si tratta di uno specchietto da me rinominato “latovisore”: utilizzabile dai furgoni o dai camper che in retromarcia devono immettersi su una strada trafficata con visibilità nulla a causa delle angolazioni, se situato nella parte posteriore del veicolo permette di controllare la strada retrostante per individuare eventuali mezzi in transito». Idea che però non ha passato l’ok dell’ufficio brevetti, in quanto troppo generica: «Si può realizzare con un qualsiasi specchietto – spiega –, non con uno specchietto appositamente creato da me». Il futuro vede altre idee in fase di sviluppo, anche nel vasto mondo dei prodotti software mobile: è quasi pronta la sua prima applicazione, un gioco della tombola.

Attualmente disoccupato (fa l’imbianchino a tempo perso) dopo un lavoro da impiegato nel ramo edilizio, ma collaboratore nel Dr Why (un gioco a premi molto in voga tra i ristoranti e pub ravennati), Giordano Merciari ha alle spalle una breve ma intensa carriera da pugile. Dai 17 ai 19 è infatti allievo dello storico maestro ravennate Bartolomeo Gordini, nelle categorie superleggeri, leggeri e welter dilettanti. «Ho girato tutta Italia vincendo qualche torneo e arrivando secondo ai campionati italiani – ci racconta –. Combattevo quasi tutte le settimane, e secondo Gordini stesso sono stato il pugile ad aver effettuato più incontri in un anno, circa sessanta. Ho dovuto smettere, nonostante alcune offerte da altri team fuori Ravenna, per il lavoro da operaio, che già mi stancava parecchio, non permettendomi di sopportare i duri allenamenti». Per informazioni sul gioco www.merciari.com.

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