Sistema delle allerte meteo, l’Anci provinciale: «Sindaci sono capro espiatorio»

Bassi: «Assurdo che in ottantadue giorni siano giunte cinquanta allerte meteo. Sistema distorto che addossa ai primi cittadini responsabilità che non hanno»

PoggiaLa condanna di Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova, a cinque anni di carcere per le conseguenze di un alluvione del 2011 ha colpito il coordinatore dell’Anci provinciale, Daniele Bassi. L’Anci è l’associazione dei comuni italiani e a Ravenna la coordina il sindaco di Massa Lombarda, Bassi che spiega: «I sindaci oggi sono ritenuti, anche a causa di leggi in contrasto tra loro e talvolta scevre di buon senso, i principali responsabili di qualsivoglia problema, dal più banale fino a quello ambientale o atmosferico che ha condotto alla tragedia gravissima di Genova», dove morirono sei persone.

Secondo Bassi, il concetto, «ormai diffuso, fondato sul pregiudizio che addossa la responsabilità a chi ricopre cariche politiche, in questo caso trasforma il sindaco in un “assassino”, fatto che dovrebbe sollevare indignazione e non l’assordante e ipocrita silenzio che stiamo registrando. Se il sindaco, come chiunque altro, commette errori, è giusto che ne paghi le conseguenze ma ciò deve avvenire per le colpe direttamente imputabili al suo ruolo e non a meccanismi che sono il frutto di un inaccettabile scaricabarile»

Bassi parla anche del sistema di protezione civile, diretta conseguenza di questo modo di ragionare. (Ne abbiamo parlato questa settimana anche nel nostro editoriale). «Un esempio che dimostra quanto sia distorto il sistema è rappresentato dalla Protezione civile, dove le responsabilità, a caduta, sono volutamente indirizzate sui primi cittadini, a prescindere da chi possa aver sbagliato. E’ surreale, ad esempio, che nei primi ottantadue giorni dell’anno siano giunte cinquanta allerta meteo. A cosa servono? Di sicuro a concentrare sui sindaci l’insieme del conto che, nessuno ovviamente se lo augura, dovesse essere presentato da eventi calamitosi. In merito alla condanna di Marta Vincenzi resta solo da sperare che la Cassazione cancelli questa sentenza. La responsabilità penale – conclude Bassi – è personale quindi per essere condannati per omicidio è necessario essere personalmente responsabili e non semplici simboli politici».

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