«Il nuovo museo di Classe costerà oltre mezzo milione di euro l’anno»

Il Piano economico del 2013 (ora in fase di aggiornamento) mostra le spese, le previsioni di incasso e la ricaduta sul tessuto delle imprese turistiche. Qualche numero: lo studio prevede 66mila visitatori annui con un biglietto a 2,70 euro. Il personale costerebbe 338.500 euro all’anno (non è considerata la direzione)

Museo Di ClasseUn passivo di 380mila euro per una ricaduta complessiva di quasi 2,3milioni in più in termini di spesa diffusa nell’indotto turistico l’anno. Sono queste le due cifre chiave del rapposto intitolato “Strategia, Piano economico finanziazio e Analisi di impatto” per il nascituro Museo del Territorio a Classe che RavennAntica ha affidato al Cles S.r.l. (centro Richerche e Studi per i problemi del Lavoro, dell’Economia e dello Sviluppo), realizzato sotto la consulenza scientifica di Paolo Leon e curato da un gruppo di lavoro composto da Elena Alessandrini, Alessandro F. Leon e Valerio Tuccini ormai anni fa.

E infatti la premessa è d’obbligo: il documento è datato 2013 e immagina l’apertura del Museo nel 2015. Ci è stato possibile visionarlo grazie al consigliere comunale di Ravenna in Comune Massimo Manzoli che ne ha fatto formale rischiesta prima all’Amministrazione e poi alla Fondazione, da cui ha ricevuto pronta ed esaustiva risposta. Alla stampa invece non era mai stato fornito perché, ci era stato più volte ripetuto che il documento era in fase di aggiornamento. E certamente quando sarà resa pubblica la versione aggiornata, sicuramente a breve, ne daremo ampia informazione, potendo confrontarlo con quello originario.

Il museo del territorio di Classe è un investimento importante per la comunità ravennate in termini di risorse e cruciale, secondo gli Amministratori, per lo sviluppo turistico della città. In queste ultime settimane è stato peraltro al centro del dibattito per il trasferimento dell’elmo di Negau dal Centro didattico di San Pietro in Campiano in vista dell’apertura più volte, come noto, rinviata e ora indicata genericamente come tardo autunno del 2018. E già su questo, alcuni discostamenti da quanto prevedeva il piano li si possono osservare, e non solo semplicemente per lo slittamento delle date. Ma andiamo con ordine. Si tratta di un documento di una novantina di pagine e quindi molto articolato che parte da un’analisi dell’esistente, elabora un piano (anzi due) economico, indica alcune strategie per la valorizzazione e restituisce una previsione sull’indotto economico complessivo che il museo potrebbe attivare concludendo dunque che si tratta certamente di un investimento conveniente in termini di redditività. Tanto più conveniente, quanto più ci si investirà.

Il museo archeologico di ClasseLa situazione di partenza
Oltre all’analisi dei flussi e dei numeri, il Piano rileva come criticità esistenti la dispersione dell’enorme offerta culturale cittadina sopratutto in termini di promozione e anche di bigliettazione e considera il museo motore di una maggiore sinergia. Rispetto ad allora, se la situazione non è cambiata per quanto riguarda l’accordo con la Curia proprietaria dei monumenti di maggior richiamo, RavennAntica gestisce ora invece i bookshop e la biglietteria dei siti nazionali tra cui, fondamentale, quello della basilica di Sant’Apollinare in Classe. Nel frattempo peraltro ha inaugurato il Porto Antico di Classe nel 2015.

I due anni precedenti l’apertura
Il Piano immagina un importante investimento in termini di comunicazione e preparazione all’evento, prevedendo un importo di 600mila euro per il lancio. Al momento, a circa sei o sette mesi dall’inaugurazione per la verità non è ancora noto il nome. Va però ricordato che nel 2015 fu realizzata un’opera di grande impatto e che portò molti ravennati sul sito: l’onda di Mosaico.

I costi previsti a regime
Nell’analisi dei costi, nel documento, si specifica innanzitutto che non sono computati tra quelli di gestione le funzioni di direzione e programmazione strategica perché di fatto già esistenti e funzionanti in RavennAntica. Un vantaggio economico quantificato grosso modo in 140mila euro l’anno, pari a un terzo del complessivo che già oggi RavennAntica spende per questi ruoli. Sul breve periodo sono quindi contati i costi aggiuntivi di 8 addetti ai servizi, 1 conservatore, 4 addetti alle attività didattiche (non full time), 3 addetti alle pulizie, 2 responsabili sorveglianza notturna, 1 responsabile tecnico per la manutenzione per un totale di 338.500 euro l’anno (cifra che curiosamente rimane costante nella previsione fino al 2022, senza quindi immaginare, par di capire, aumenti salariali). A questi vanno aggiunti 91.954 euro di utenze, verde, illuminazione, ascensori, acqua e riscaldamento. Inoltre, vanno calcolati 71.296 euro per il costo complessivo di gestione dei laboratori e 100mila euro l’anno (a regime) di spese di promozione ed eventi temporanei. Un totale di 530mila euro che diventa 601mila con i laboratori e arriva a 701mila negli anni delle mostre. Va specificato che nelle ultime interviste il presidente di RavennAntica non ha al momento confermato nuove assunzioni ad hoc, avendo la Fondazione assorbito anche il personale che prima gestiva bookshop e biglietterie dei siti statali.

Museo Di Classe SignorinoGli introiti previsti a regime e il numero di visitatori
Biglietti, guide, affitto dei locali, laboratori, ecco le tre voci di entrata su cui secondo lo studio potrà contare il museo. La tariffa era fissata ad appena 2,70 euro, per restare in linea con quelle cittadine e per incoraggiare l’affluenza. La stima a regime di circa 66mila ingressi l’anno (cifra più alta nei due anni di avvio) potrebbe portare a 171mila euro circa di incassi che salirebbe a quota 246mila circa se sommati ai 12mila di affitto locali (per eventi privati, feste, convegni), ai poco meno di 50mila del bookshop, a 8.623 euro di audioguide e 5.412 di visite guidate a due anni dall’avvio (nei primi due anni si dovrebbero invece superare i 290mila euro).

Il passivo previsto
A regime, quindi, il fabbisogno di risorse pubbliche per coprire il passivo, cioé lo scarto tra i costi di funzionamento e gli introiti, si aggirerebbe intorno ai 350mila (e fino a 450mila in alcuni esercizi per le necessarie attività culturali quali le mostre e i convegni). I ricavi infatti coprirerebbero circa il 40% della spesa con un performance definita molto buona per questo tipo di attività, che in genere si attestano tra il 15 e il 30 percento. Inoltre, Il Piano immagina anche una proiezione in un orizzonte di 15 anni per cui si stima un passivo complessivo di 4,8 milioni di euro. Del resto,

Rendering Museo Classe

Un rendering del nuovo museo di Classe

Le ricadute economiche  in termini positivi
Partendo dal presupposto che il museo anche nella forma detta di “mantenimento” allungherà la permanenza dei turisti di una mezza giornata e porterà comunque più visitatatori, calcolando la ricaduta della spesa sulla base della tipologia del turista (dai 51 euro del crocierista ai 32 dello studente delle scolaresche fino ai 10,86 euro dei turisti residenti nelle zone limitrofe), il Piano calcola una ricaduta totale complessiva annua pari a 2,3 milioni euro per attività connesse al turismo a cominciare dai servizi come bar e ristorazione. Nei quindici anni i benifici arriverebbero a 35milioni di euro di spesa aggiuntive per consumi, cifra che secondo gli estensori del piano giustificherebbe quindi non solo l’esborso annuo per il passivo del museo, ma anche gli 20milioni spesi prima della sua apertura.

Lo scenario di sviluppo
Accanto allo scenario di “mantenimento”, inoltre, il Piano immagina uno scenario di “sviluppo” con eventi biennali in grado di far aumentare il numero dei visitatori. In questo scenario calcolando maggiori costi e anche maggiori ricavi, il passivo aumenterebbe di circa 114mila euro l’anno sul medio lungo periodo. Il passivo complessivo nei 15 anni in questo caso salirebbe a 6,3milioni. Ma salirebbe anche l’indotto arrivando a toccare i 4milioni di euro di spesa aggiuntiva all’anno, in totale circa 60milioni nell’arco dei quindici anni.

Turisti, crocieristi, scolaresche: chi (e quanti) saranno i visitatori
In una tabella elaborata tenendo conto della domanda potenziale, dei flussi turistici, delle presenze registrate, degli ingressi ai monumenti di Ravenna e a quelli in particolare di RavennAntica, emerge la seguente ipotesi di domanda potenziale del Museo Archeologico di Classe nel breve e medio periodo (anno “a regime”, 2022): 24mila turisti culturali; 10 mila scolaresche; 8mila residenti; 20mila escursionisti (cioé turisti che alloggiano altrove per le vacanze, soprattutto in riviera), 2.500 crocieristi (su una previsione però di un flusso previsto per il 2013 di 180mila arrivi l’anno che in realtà non si è mai verificato). In totale 66mila visitatori l’anno.

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