In migliaia per la rievocazione della legione romana. Ma le femministe non ci stanno

Un corteo in città e un accampamento a Classe per promuovere la mostra al Mar e il nuovo Museo Classis. La Casa delle Donne: «Connessione tra militarismo e sessismo. Sindaco, perché?»

Corteo Legio I Una gran folla di persone, il fine settimana scorso, ha seguito con entusiamo la rievocazione storica – in pompa magna – dei guerrieri di Roma antica, pavesati con divise e armi della Legio I (quella comandata da Giulio Cesare). Prima a seguire un corteo che dal centro lungo via di Roma è arrivato al Mar dove è aperta la mostra dedicata al rapporto fra arte e guerra “War is over”, poi per visitare a Classe, nel piazzale antistante il museo storico-archeologico “Classis”, la simulazione di un accampamento militare romano.

Una sorta di prologo alla apertura ufficiale del museo di Classe prevista per l’1 dicembre che ha permesso anche ad alcune centinaia di persone di assistere in anteprima ad un video dedicato all’allestimento museale. Secondo il direttore di Ravennantica che gestisce la struttura a Classe, domenica hanno fatto visita fra le tende dei legionari circa 5mila persone.

Un evento però che ha suscitato anche le critiche delle femministe della Casa delle Donne di Ravenna che in un comunicato stampa si dicono stupite «per la facilità con cui si alimenta l’attrazione per la vita militare, senza alcuna problematicità o approfondimento critico».

«Questo genere di eventi – secondo il direttivo della Casa delle Donne – occulta il vero ruolo del militare come dispositivo per la guerra e per l’uso delle armi. Occulta l’uso della guerra come pratica consolidata per la risoluzione dei conflitti. A noi donne non sfugge certo la connessione tra militarismo e sessismo ambedue basati sulla violenza del sistema patriarcale ancora dominante. Tanto più nel clima politico e sociale di oggi, con il ritorno di istanze nazionaliste basate sul binomio Patria/Famiglia, di memoria fascista. Ci chiediamo e chiediamo al sindaco perché sia stato necessario ricorrere alla fascinazione di una rievocazione storico-militare che stride con l’impegno di due istituzioni così importanti come il Mar e il nuovo museo di Classe».

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