All’ospedale di Lugo i posti letto riservati a pazienti Covid scendono da 17 a 9

Si tratta di postazioni non di terapia intensiva. La struttura continua il percorso verso il ritorno alla normalità. Il direttore sanitario dell’Ausl: «Ma dobbiamo a essere pronti a una nuova ondata epidemica»

Ospedale Umberto Lugo

L’ospedale di Lugo

Continua il percorso di riorganizzazione dell’ospedale “Umberto I” di Lugo che nel picco dell’emergenza da coronavirus era stato trasformato in Covid hospital. La struttura ora recupera altri posti letto per l’attività ordinaria di area medica e area riabilitazione e post acuti.

L’Ausl Romagna fa sapere che «anche in considerazione dell’attuale andamento dei casi di pazienti Covid, da giovedì 20 agosto il numero di posti letto non di terapia intensiva, dedicati a questi pazienti, scenderà da 17 a 9 e conseguentemente l’area di degenza posta al piano terra del Padiglione B, dotata di 15 posti letto, sarà adibita per l’accoglienza di pazienti destinati alla Medicina Interna che arriverà a complessivi 49 posti letto e allo stesso tempo la Lungodegenza tornerà alla dotazione originaria, pari cioè a 32 posti letto complessivi».

Ulteriori passi verso la normalità ad inizio della settimana prossima: da lunedì 24 agosto nei locali posti al terzo piano del Padiglione A troveranno posto ulteriori 6 posti letto di Medicina Riabilitativa dedicati alla riabilitazione estensiva, e 4 posti letto di post acuti dedicati ai ricoveri di pazienti ortopedici.

«Stiamo lavorando, a Lugo come in tutte le strutture – dichiara il direttore sanitario dell’Ausl Romagna Mattia Altini – per trovare e concretizzare il non facile equilibrio tra le esigenze di continuare la presa in carico adeguata dei pazienti Covid, con il riavvio e l’implementazione dei servizi per tutti gli altri utenti, garantendo a questi ultimi la massima sicurezza e prevenzione nei confronti del contagio. Questo non è facile sia perchè le misure di sicurezza impongono protocolli severi che limitano i margini di recupero, sia perchè nel periodo più duro della pandemia si è accumulata una massa enorme di visite, esami e interventi chirurgici che ora stiamo smaltendo. Infine dobbiamo essere pronti a mettere in atto tutti gli strumenti necessari qualora si presenti una seconda ondata epidemica di covid. La sfida è riuscirci senza tornare a trascurare le altre esigenze di salute della cittadinanza. È una sfida difficile, ma ci proveremo».

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