giovedì
03 Luglio 2025
la protesta

E a Faenza contro la Dad una prof fa lezione nel cortile del liceo chiuso

Gloria Ghetti: «Disobbedienti? Il nostro è un presidio didattico: la scuola deve essere l'ultima a chiudere»

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Gloria Ghetti fa lezione fuori dal liceo Torricelli a Faenza
Gloria Ghetti fa lezione fuori dal liceo Torricelli a Faenza

A Faenza una professoressa ha fatto lezione all’aperto, nel cortile del liceo Torricelli-Ballardini, al momento chiuso come tutte le scuole superiori in Italia, in cui è attiva la cosiddetta didattica a distanza.

Si tratta di Gloria Ghetti, del comitato Priorità alla scuola, che ha così risposto alla protesta dei ragazzi, che già nei giorni scorsi si erano ritrovati davanti alle scuole di Faenza per fare lezione.

Alcuni studenti hanno quindi seguito la lezione in presenza, fuori dalla scuola, altri attraverso i propri dispositivi, da casa, a distanza appunto.

«Invece di fare lezione in una classe vuota, come capita loro dalla chiusura delle superiori – si legge in una nota del comitato Priorità alla Scuola –, le nostre due insegnanti (oltre a Faenza è successo anche a Firenze, ndr) hanno immaginato uno spazio diverso. Quanto se ne era parlato in estate: le lezioni nei parchi, nei giardini, in ampi spazi, non per forza in un edificio scolastico. Fatalità, o forse no, le loro lezioni hanno girato intorno all’immaginazione: quella di un fisico di fine Ottocento, che propose una spiegazione su reversibilità e irreversibilità dei fenomeni termodinamici – accolta con freddezza dai suoi contemporanei, si rivelerà decisiva per la fisica del XX secolo; quella di uno scrittore che riflette sulla storia, invitando a scorgervi le possibilità che in tutti i momenti si aprono e si chiudono – la storia si basa su dati concreti e verificabili, ma ha bisogno di immaginazione (di una poetica) per coglierne il senso profondo, le conseguenze, l’umanità».

«Ho visto i ragazzi studiare seduti sui gradini delle loro scuole – ha commentato Gloria Ghetti a Repubblica.it – e mi sono detta: adesso cominciano ad andarci anche noi. Disobbedienti? Il nostro è un presidio didattico che vuole rivendicare il fatto che la scuola deve essere l’ultima a chiudere in questa emergenza».

Le richieste del comitato sono quelle di sempre: «spazi adeguati, docenti e personale a sufficienza, fine delle classi pollaio, diminuzione del rapporto docenti-studenti in tutti gli ordini e gradi, compresi i servizi educativi per l’infanzia. Sappiamo che moltissime scuole – sia tra quelle chiuse e spedite a distanza come tra quelle che restano aperte – hanno tuttora problemi di organico, carenza di insegnanti, orari provvisori; che la possibilità del tempo pieno e dei tempi prolungati si ferma a una certa altezza della penisola, escludendo ampiamente le regioni meridionali. Non vogliamo vivere l’estate del 2021 come abbiamo vissuto quella del 2020: il salvataggio – cruciale, essenziale – di questo anno scolastico deve andare di pari passo con la previsione e l’organizzazione del nuovo anno scolastico. Cominciamo a pensarlo, a immaginarlo ora: priorità alla scuola».

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