Corde vocali senza segreti per Fussi: «l’ex premier Conte potrebbe cantare il blues»

Il foniatra ravennate visita e cura i più importanti artisti nazionali: da Jovanotti a Tatangelo, da Bocelli a Pausini

Fussi Con Anna Tatangelo

Il dottor Fussi con Anna Tatangelo

Mentre l’ex premier Giuseppe Conte illustrava i Dpcm c’era un’Italia che cercava di capire cosa poteva e non poteva fare e c’era il dottor Franco Fussi che riconosceva una probabile anomalia alle corde vocali dell’avvocato: «Con quella voce non potrebbe fare il cantante lirico ma di blues sì».

Il medico di Ravenna è specialista in foniatria e otorinolaringoiatria, docente al corso di laurea di Logopedia, e salvatore di parecchie celebri ugole infiammate. Cesare Cremonini e Fiordaliso sono solo gli ultimi artisti che ha visitato. Ma nel suo ambulatorio sono passati Laura Pasini, Jovanotti, Tatangelo, Ligabue, Emma, Alessandra Amoroso…

Dottor Fussi, cominciamo da una definizione della voce per voi addetti ai lavori.
«La voce è il prodotto dell’integrazione di tre apparati: il fiato è la benzina fornita dall’apparato respiratorio, la laringe è il motore con le corde vocali che vibrano e producono la frequenza fondamentale, le cavità di risonanza amplificano l’onda sonora fornendo le caratteristiche timbriche e la capacità di proiettare il suono a distanza».

Che cosa caratterizza una voce?
«I parametri sono tre. La frequenza fondamentale cioè la nota che emettiamo, data dalla tensione della corda vocale. L’intensità quindi il volume gestito dalla pressione con cui facciamo vibrare le corde. Il colore o timbro ottenuto dalla modificazione degli spazi di risonanza con i movimenti degli organi mobili come lingua, labbra, laringe, palato molle…»

Fussi Con Elio

Fussi con Elio

Il risultato finale quanto è determinato dalla conformazione fisica del corpo e quanto dalle capacità di utilizzo?
«Se parliamo di estensione si può dire che grazie alla tecnica si può raggiungere il massimo che la corda vocale può esprimere. Ma ci sono anomalie congenite che danno caratteristiche al suono. Se la corda ha delle pieghettature sula superficie c’è più rigidità e viene quella voce un po’ legnosa, un po’ stimbrata. L’esempio che tutti possono avere in mente è l’ex premier Giuseppe Conte: non potrebbe fare il cantante lirico ma il blues sì».

Come avere una voce ottimale?
«Occorre una buona tonicità della muscolatura addominale per agire sull’apparato respiratorio, un sufficiente numero di ore di sonno prima della performance e mantenere un buono stato di idratazione delle mucose cordali: più sono idratate e meno faticano a vibrare quindi ci si stanca meno».

Fussi Con Arisa

Fussi con Arisa

Come si idratano?
«Ci sono vaporizzatori caldo-umidi, acido ialuronico attraverso aerosol, pasticche o spray, tenere una garza bagnata sotto al naso prima del canto per inspirare goccioline. Poi è utile la pectina, un carboidrato indigeribile che si trova soprattutto nelle mele o nell’albedo, la parte bianca nella buccia degli agrumi. Non è un caso che Pavarotti prima di entrare in scena mangiasse uno spicchio di mela acerba con la buccia».

Quali infortuni di natura traumatica possono capitare?
«Uno sforzo vocale protratto nel tempo per scarsa capacità di guidare la propria voce può portare dei noduli sulle corde vocali. È lo stesso fenomeno del callo che si forma per sfregamento. Sono disturbi frequenti per chi fa lavori in cui parla molto e magari in ambienti rumorosi: il tipico esempio è l’insegnante. Facendo riabilitazione si impara a moderare il trauma da contatto e quindi i noduli si riducono e possono anche andare via. Lo sforzo acuto legato a un’evenienza occasionale limitata nel tempo è come un urto secco sulla corda che può anche rompere un capillare: in questo caso si forma un polipo. È come un’ernia da sforzo che va asportata chirurgicamente, di solito anche in day-hospital. Capita di vederne diversi al lunedì come conseguenza delle urla allo stadio».

Cosa può fare chi deve usare molto la voce per lavoro?
«Se si sentono fastidi, prima che la lesione diventi patologica, è importante cercare di imparare la modalità più economica di gestione: cioè massima resa con minima spesa, trovare il miglior rapporto fra respirazione, laringe e risuonatori. Un ciclo di logopedia può servire».

Fussi Con Giusi Ferreri

Fussi con Giusi Ferrero

Un abbassamento di voce è capitato a tutti. Qualcuno è più predisposto di altri? A cosa è dovuto?
«È la conseguenza di uno stato infiammatorio che crea disidratazione. Può avere diverse origini: allergie, l’acido cloridrico che risale con il reflusso gastroesofageo, virus, batteri, miceti, oppure comportamenti e stili di vita».

Sanremo 2018. Laura Pausini canta come ospite ma pochi giorni prima dell’esibizione era senza voce e sembrava dovesse rinunciare. È noto che ha curato lei la sua gola. Come ha fatto il miracolo?
«Un potente antinfiammatorio e cortisone, insieme ad altre cose che sono preferibili quando si ha più tempo a disposizione come come la bromelina, un enzima naturale estratto dal gambo dell’ananas. Certo sarebbe meglio cantare con accortezza. E invece quella sera la Pausini finì a cantare fuori dall’Ariston nel freddo di febbraio. Da medico non glielo avrei consigliato».

Pausini è solo una dei cantanti e attori che segue. Che percorso si fa? Contatti costanti o solo in caso di necessità?
«Una volta all’anno si fa il tagliando all’auto anche se va bene. Lo stesso vale per le corde vocali: ogni tanto è bene dare una controllata. Poi c’è chi viene per curare infiammazioni o difficoltà tecniche che non sanno risolvere».

Un tagliandino sarebbe utile anche a chi non deve esibirsi su un palco?
«Diciamo che se una disfonia come l’abbassamento di voce resiste per 15 giorni è il caso di farsi vedere perché una normale laringite in 7-10 giorni passa. Più in generale però è vero che un percorso con un logopedista può aiutare a guidare meglio la propria voce e scoprire anche migliori modalità espressive».

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