Il Comune ha messo in campo una squadra di controllori composta da polizia locale, dipendenti comunali e tecnici di Hera. Si aprono i sacchetti lasciati per strada per individuare i responsabili
La raccolta rifiuti nel comune di Faenza è stata riorganizzata da Hera, in accordo con l’amministrazione comunale, all’inizio del 2023 e l’ultimo dato disponibile aggiornato allo scorso agosto dice che la differenziata è arrivata al 71 percento, 12 punti percentuali in più rispetto a un anno prima. Ora la questione cruciale sono i casi di abbandoni di immondizia per le strade: il Comune ha messo in campo una task force dedicata per individuare i responsabili e arginare il fenomeno.
All’inizio del 2023 nelle aree residenziali, in quelle artigianali e nel forese è partito il “porta a porta” integrale per le diverse sezioni dei rifiuti (carta, vetro, plastica e lattine, organico, indifferenziato) che vengono raccolte secondo un calendario settimanale. In centro storico invece, anche per evitare l’esposizione di migliaia di bidoncini che avrebbero reso difficile la raccolta, si è optato per le cosiddette Isole ecologiche di base (Ieb) collocate in determinate zone (in buona sostanza si tratta di raggruppamenti di cassonetti stradali classici).
Il sistema di raccolta, sia quello nelle aree residenziali che in quella del centro storico, è stato accettato da molti ma, come accaduto in altre municipalità (mentre la Lega raccoglie firme per tornare al cassonetto), una porzione di irriducibili non accetta di adeguarsi al cambiamento e si rende protagonista di abbandoni illegali creando un problema di decoro e al limite della sicurezza sanitaria. Nelle settimane dopo le due alluvioni di maggio, dove tonnellate di oggetti sono stati abbandonati lungo le strade, si è assistito a una recrudescenza di abbandoni dei rifiuti tanto da creare vere e proprie discariche a cielo aperto.
Decine le segnalazioni arrivate all’Ufficio Decoro Urbano e l’assessorato all’Ambiente del Comune di Faenza, la cui delega è in capo all’assessore Luca Ortolani, ha avviato una operazione ispettiva sul campo con una squadra costituita da personale della polizia locale, esponenti delle Guardie ecologiche volontarie (Gev), di Hera e dell’Ufficio Decoro. Sulla base delle segnalazioni dei cittadini, vengono fatti sopralluoghi nelle discariche abusive per ispezionare i rifiuti abbandonati. In 20 giorni dai contenuti dei sacchetti si è risaliti ai presunti responsabili, privati cittadini e aziende, qualcuna anche da fuori territorio, in totale un centinaio di irregolarità sanzionate.
Per i privati l’abbandono di rifiuti è considerato un reato amministrativo che comporta un’ammenda da 300 a tremila euro se il materiale abbandonato non è pericoloso, sanzione che può essere raddoppiata in caso di rifiuti pericolosi. Se, invece, il trasgressore è un soggetto giuridico, ad esempio un’azienda, la denuncia diventa penale, punita con arresto da tre mesi a un anno e con un’ammenda da 2.600 a 26mila euro (abbandono di rifiuti non pericolosi), oppure con arresto da sei mesi a due anni e ammenda da 2.600 a 26.000 (abbandono di rifiuti pericolosi). In ogni caso i trasgressori, siano essi soggetti privati o giuri- dici, sono obbligati al ripristino dello stato dei luoghi e a sostenere le spese per il recupero e per lo smaltimento dei rifiuti abbandonati. L’azione di contrasto però non si ferma qui.
Nelle immediate vicinanze delle Ieb sono stati installati pali che a rotazione ospitano telecamere con la possibilità di registrare anche di notte, intanto la polizia provinciale, nelle aree più sensibili e maggiormente esposte agli abbandoni, ha collocato foto-trappole nascoste. Sembra che l’azione messa a punto dall’amministrazione stia dando i primi risultati.