I primi 100 anni della Scuola del Mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna

Istituito un comitato scientifico per fissare un programma di iniziative (mostre, convegni, pubblicazioni) da svolgersi nel corso del 2024

1924 ABAravenna BandoIl 23 gennaio 1924, il consiglio accademico dell’Accademia Provinciale di Belle Arti di Ravenna deliberava la creazione della prima pubblica Scuola del Mosaico del ’900. Il 10 febbraio 1924, il direttore dell’Accademia, il conte Vittorio Guaccimanni (Ravenna, 1859-1938), valente pittore e incisore, seguace romagnolo del movimento dei Macchiaioli, a nome del consiglio, emise un bando che segnalava ai «giovani, che si avviano per la carriera artistica», l’apertura della Scuola, motivandola col fatto che «la nostra città ha il vanto di possedere i più splendidi monumenti dell’arte musiva, che presentano un carattere e una tecnica affatto speciali di un’epoca storica che la rese famosa, e a noi incombe l’obbligo di sapere conservare questi tesori. Qui, meglio che altrove, può formarsi il restauratore e l’artista, e può risorgere la tradizione di un’arte tanto nobile».

A guidare la Scuola, aperta ufficialmente il 28 aprile successivo, venne chiamato il maestro Giuseppe Zampiga (Ravenna, 1860-1934), già noto restauratore dei mosaici bizantini ravennati, nonché autore, con Alessandro Azzaroni (Ravenna, 1897-1947), delle tavole della celebre impresa editoriale in 8 cartelle: Monumenti. Tavole storiche dei mosaici di Ravenna, edita nel 1930, a cura di Corrado Ricci. A quella scuola si formarono i maggiori artisti e restauratori ravennati come Ines Morigi Berti, Sergio Cicognani, Lino Melano, Libera Musiani, Romolo Papa, Antonio Rocchi e Renato Signorini, che formeranno, insieme a pochi altri, nel 1945, prima la Bottega del Mosaico, e poi, nel 1948, il Gruppo Mosaicisti dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna.

Arturo Moradei, Ritratto Di Vittorio Guaccimanni, 1885 Circa, MAR Museo D'Arte Della Città Di Ravenna

Arturo Moradei, “Ritratto Di Vittorio Guaccimanni”, 1885 Circa, MAR Museo D’Arte Della Città Di Ravenna

Un giovanissimo Enrico Galassi (Ravenna, 1907 – Pisa, 1980), era tra quei primi allievi e scrisse, tra il 1927 e il 1930, una serie di articoli in cui espresse, fra i primi, in Italia e nel mondo, quest’idea del mosaico, allora del tutto rivoluzionaria: «Molti lo credettero e “lo credono” un mezzo, ma la sua grandezza massima si ebbe quando divenne un’espressione di arte a sé: fu un fine, una meta».

Nel maggio del 1927 un altro Galassi, Giuseppe – sulla cui figura il 16 febbraio prossimo si terrà un convegno alla Classense – sulle pagine del Corriere Padano, proporrà di trasformare l’Accademia in Scuola Nazionale del Mosaico, progetto fatto suo dal presidente dell’Accademia stessa, Andrea Cagnoni. La cosa, poi, non ebbe alcun seguito e bisognerà attendere il 2008, quando, all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, verranno istituiti il Triennio in Arti Visive e Mosaico e il Biennio in Mosaico, unici nel panorama italiano, realizzazione di quella vecchia idea. Quest’anno, è stato aperto un nuovo Triennio in Nuove Tecnologie dell’Arte, ampliando, così, l’offerta didattica.

L’Accademia di Ravenna, a cento anni dalla fondazione di quella Scuola, vuole ricordare l’evento con una serie di iniziative (mostre, convegni, pubblicazioni) che vogliono coinvolgere non solo la città “del mosaico” e i suoi cittadini, ma anche i confini più ampi del territorio nazionale. L’Accademia, fondata nel 1829 e divenuta, nel 2023, dopo 194 anni, statale, sotto la direzione della professoressa Paola Babini, è l’erede diretta di quella scuola, e forma artisti e mosaicisti che, a partire dalla tradizione del mosaico ravennate, stanno anche rinnovando, secondo modalità artistiche contemporanee, questa antica tèchne.

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