martedì
24 Giugno 2025
Alluvione

Il comitato dei cittadini chiede di valutare le reali cause degli allagamenti

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Una ventina di famiglie di Fornace Zarattini si rivolge a due avvocati e un geologo

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Una ventina di famiglie che fanno parte del comitato “Noi ci siamo”, nato tra gli alluvionati di Fornace Zarattini e poi allargatosi ad altre frazioni e località del Ravennate, ha presentato una richiesta al tribunale di Firenze per un accertamento tecnico preventivo (Atp) che misuri il nesso di causalità tra i drammatici eventi alluvionali che hanno colpito i nostri territori a maggio dell’anno scorso e le responsabilità dei vari enti preposti alla tutela del territorio (Regione, Provincia, Comune e Consorzio di Bonifica della Romagna). Un’operazione verità condotta con il sostegno degli avvocati Giuseppe Della Casa e Leone Spadoni e del geologo Riccardo Galassi.

La presidente del comitato, Alessandra Musumeci, critica la maggioranza in consiglio comunale a Ravenna che a settembre ha respinto la richiesta di una commissione d’indagine.

Dubbi sull’operato degli enti locali vengono sollevati dal geologo Galassi che cita un rapporto dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, redatto tra 2002 e 2003, in cui venivano messe in evidenza alcune criticità relative ai fiumi Ronco, Montone, Lamone e Savio su cui intervenire. Nel maggio del 2023 i sormonti degli argini e le criticità hanno riguardato quei punti.

Galassi addirittura parla di un evento non eccezionale perché si ripete con frequenza di circa 20 anni. La commissione scientifica incaricata dalla Regione è di tutt’altra idea. Il geologo sottolinea le tante zone in cui negli anni è stato edificato nonostante un’elevata probabilità di esondazione. E poi la mancata manutenzione degli argini.

Per l’esperto ci sarebbero discrepanze fra ciò che è successo e le predizioni delle istituzioni competenti: «Se quelle cose fossero state fatte, l’80 percento dei danni del territorio non ci sarebbero stati».

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