La provincia di Ravenna non teme paragoni in ambito teatrale, sia per quanto riguarda la produzione, che per l’offerta di stagioni che nel giro di pochi chilometri riescono a portare sui palchi di teatri storici il meglio della prosa e del contemporaneo, della danza e della lirica, del comico e del teatro ragazzi. Ne parliamo tutte le settimane nella sezione Cultura del nostro settimanale R&D (e in maniera “definitiva” nell’annuario delle stagioni della provincia, Palcoscenico, la cui ultima edizione è appena uscita), qui proviamo invece a fornire una panoramica per non addetti ai lavori, riuscendo forse a rendere concreta l’importanza del comparto teatrale nel tessuto culturale (ed economico) del nostro territorio. A partire dal numero di spettatori, circa 70mila nell’ultima stagione, sommando i dati dei vari comuni qui di seguito. Sono ben sette quelli che possono vantare una tradizione di stagioni teatrali, che quest’anno si riducono però a cinque a causa dell’indisponibilità dei teatri di Lugo e Conselice causa alluvione del 2023. Ma andiamo con ordine, partendo dal capoluogo.
RAVENNA. A curare la programmazione più corposa è Ravenna Teatro, Centro di Produzione Teatrale fondato nel 1991 dall’unione delle compagnie Teatro delle Albe e Drammatico Vegetale. “La stagione dei teatri”, come è stata ribattezzata da alcuni anni, comprende sia appuntamenti legati alla tradizione che affondi nel contemporaneo. Dopo alcuni appuntamenti di prologo, la stagione parte il 22 e 23 novembre con un nome noto del piccolo schermo, Geppi Cucciari, che porta in scena un monologo di Mattia Torre. Oltre venti gli appuntamenti tra Alighieri e Rasi, entrambi recentemente rinnovati: l’Alighieri è diventato il primo teatro di tradizione alimentato dal sole per il 25% del suo consumo energetico grazie al fotovoltaico sul tetto, con un intervento di efficientemente energetico di 900mila euro (in gran parte dal Pnrr) terminato lo scorso gennaio; il Rasi ha riaperto dopo un’importante riqualificazione nel 2022.
A questa stagione si affiancano i titoli di lirica e danza a cura di Ravenna Manifestazioni – la fondazione che ha in gestione l’Alighieri e si occupa tra le altre cose della realizzazione del Ravenna Festival – e un mini cartellone di teatro comico, affidato ad Accademia Perduta. A completare il programma ravennate gli spettacoli all’Almagià (è in corso la rassegna Fèsta della cooperativa E) e quelli al Socjale di Piangipane, promossi sempre da Ravenna Teatro, che con la supervisione di Drammatico Vegetale allestisce anche una rassegna per ragazzi tra Socjale e Rasi. Sempre per famiglie è la storica “Le arti della marionetta” dell’Almagià, a cura del Teatro del Drago.
Il Comune di Ravenna complessivamente investe tramite lo strumento delle convenzioni circa 156mila euro a favore dei soggetti del settore (tra questi anche la compagnia di Beppe Aurilia, che presenta una stagione tra Alighieri e Rasi con gli esiti dei laboratori che tiene in particolare nelle scuole) mentre ammonta a circa 2 milioni di euro all’anno il corrispettivo del Comune per la gestione dei teatri e la direzione delle stagioni, circa 423mila a Ravenna Teatro e il resto a Ravenna Manifestazioni (anche come finanziamento per Ravenna Festival).
Per quanto riguarda gli spettatori, ci viene fornito il dato delle rassegne organizzate da Ravenna Teatro: per dare un’idea, compresi gli spettacoli rivolti alle scuole, alle famiglie, le puntate di “Storie di Ravenna” e i titoli al Socjale di Piangipane – nel periodo compreso tra ottobre ‘23 e giugno ’24 il numero di presenze totali alla Stagione dei teatri ha superato quota 20mila (a cui bisogna aggiungerne circa 11mila tra danza-opera e Trilogia d’autunno del Ravenna Festival 2023). Gli abbonamenti alla stagione di Ravenna Teatro prima della pandemia si erano attestati su quota 2mila, dato che ha avuto un crollo di oltre il 40 percento dopo il Covid, ma che ora è tornato a crescere in maniera vertiginosa: «La stagione che andiamo ad inaugurare – ci dicono da Ravenna Teatro – sta infatti raggiungendo gli stessi numeri pre Covid. Un dato sicuramente da segnalare è che quest’anno ci sono stati molti nuovi abbonati rispetto a quelli considerati storici e si tratta prin- cipalmente di donne».
FAENZA. Il secondo comune per abitanti della provincia ha una tradizione teatrale importante, con l’ultima stagione al Masini che si è chiusa con quasi 21.000 spettatori e ben 2.050 abbonamenti sottoscritti (contro i 1.946 della stagione precedente) a fronte di 65 aperture di sipario per 46 spettacoli. In questo caso a gestire la stagione (che comprende, a differenza di quella di Ravenna Teatro, per evitare paragoni, anche il comico e la danza) è dal 1994 Accademia Perduta/Romagna Teatri, tramite un bando che prevede anche la produzione di nuovi spettacoli a fronte di un corrispettivo da parte del Comune di circa 1,5 milioni di euro complessivi per quattro stagioni (la scadenza è nel 2026). L’Amministrazione ha avviato anche una innovativa formula di coprogettazione con il Teatro Due Mondi per la gestione della piccola Casa del Teatro di via Oberdan, dove è partita da pochi giorni una stagione “alternativa” a quella del Masini, con cui in alcuni casi si incrocia. Il Comune di Faenza sostiene anche l’associazionismo in ambito teatrale attraverso convenzioni per un totale di circa 11.000 euro all’anno.
La stagione di prosa 2024/25 del Masini è già stata inaugurata lo scorso 4 novembre con un riallestimento di Trappola per topi di Agatha Christie e ha registrato un aumento di abbonamenti, qualche decina, arrivando quasi a 1.100 tessere. Devono ancora partire invece le altre rassegne (per cui è ancora aperta la campagna abbonamenti), in particolare contemporaneo, comico e danza, per un totale di 55 eventi tra spettacoli e incontri con gli artisti negli spazi del ridotto.
BAGNACAVALLO. C’è sempre Accademia Perduta (con una convenzione da 120mila euro all’anno) alla “guida” di un altro dei teatri più affascinanti della provincia, il Goldoni di Bagnacavallo, recentemente toccato da diversi interventi di recupero agli arredi e al sipario storico, di riqualificazione energetica, e che nel 2019 ha presentato il recupero del ridotto. Qui la stagione è già iniziata ed è pertanto terminata la possibilità di abbonarsi. «Abbiamo confermato i numeri della passata stagione – ci dicono da Accademia Perduta -, cioè 462 abbonati: nella prima serata 225 su 229; nella seconda serata 237 su 233». Un dettaglio tra prima e seconda serata che al Goldoni è diventato una prassi grazie al Covid: «Ai tempi del distanziamento obbligatorio le serate di rappresentazione sono diventate due (prima era una sola) e quando è cessato il contingentamento abbiamo mantenuto le due serate per permettere a tutti di confermare il loro abbonamento. Pertanto la richiesta e la partecipazione di pubblico non hanno subito flessioni nel post pandemia, anzi…».
L’anno scorso al Goldoni si sono registrati complessivamente 10mila spettatori, 1.300 in più rispetto all’anno precedente.
CERVIA. Per forza di cose più ridotta la proposta di Cervia, terzo (e ultimo) teatro, intitolato a Walter Chiari, gestito in provincia da Accademia Perduta (con una convenzione che prevede 96mila euro annui), in procinto di essere restaurato dal Comune (è stato presentato al bando della Regione per l’ottenimento dei contributi un progetto da 250mila euro). La scorsa stagione si è chiusa con 4.500 spettatori, anche qui in crescita, del 12 percento. Quest’anno la rassegna è iniziata giovedì 14 novembre e a pochi giorni dalla chiusura della campagna, Accademia Perduta comunicava di aver raggiunto una percentuale di conferme del 96 percento sulla prosa (268 su 279 su due serate) e del 98 percento sul comico (143 su 145).
RUSSI. Dopo i tre appuntamenti della stagione concertistica, venerdì 15 novembre si è alzato il sipario sul primo spettacolo di prosa con Giuseppe Battison, per cui i biglietti sono andati velocemente esauriti. La stagione del teatro comunale in questo caso è composta da 12 spettacoli tra prosa, musica e danza ed è realizzata grazie alla collaborazione tra il Comune e Ater Fondazione. In particolare, è in vigore una convenzione quinquennale (in scadenza nel 2025). Nel 2023 e nel 2024 la cifra stanziata a favore della fondazione è stata di 70.000 euro; per il 2025 (fino al 30 giugno) sono stati impegnati invece 40.000 euro.
Per quanto riguarda gli spettatori, la stagione teatrale 2023-24 ha registrato 3.524 spettatori complessivi, con un incremento di affluenza del 5 percento su quella precedente (che era già tornata ai livelli pre Covid) e un tasso medio di riempimento pari al 72 percento. Quest’anno gli abbonamenti sono risultati in ulteriore crescita (203 contro 171).