Furto al Pala De André, la società calabrese attacca: «Neanche una pattuglia in A2?»

Da Ravenna è partita una lettera di scuse. «Dalla prossima domenica sarà attivo un servizio di sorveglianza e sicurezza»

Omi Fer Palmi

La finestra dello spogliatoio del Pala De André forzata dai ladri

La società OmiFer Palmi, sui social, ha lamentato sui social di aver ricevuto «poco sostegno nelle immediatezze e nei momenti successivi» al furto subìto domenica scorsa negli spogliatoi del Pala De André di Ravenna, durante la partita (valevole per il campionato di A2 di volley) tra gli stessi calabresi e i padroni di casa della Consar.

«Oltre al rammarico per aver subito questo furto – dichiara il presidente Pino Carbone – volevo evidenziare che nel 2025, in una gara di Serie A2, non è possibile che non ci fosse la presenza di almeno una pattuglia delle forze dell’ordine. C’è stato detto che, in concomitanza, erano organizzati altri due grossi eventi in città che riguardavano anche le locali squadre di basket e calcio e la decisione sarebbe stata quella di spostare più forze negli altri due eventi. Questo conferma che oggi c’è poca attenzione nei confronti del nostro sport e quindi l’appello principale che faccio al nostro presidente della Federazione italiana pallavolo, è quello di farsi sentire. Non è concepibile, ripeto, che non ci fosse nessuno, nemmeno la vigilanza privata. In una partita tiratissima davanti ad oltre due mila persone durata 2 ore, i ladri hanno avuto la strada facile per fare quello che hanno fatto. Sarebbe bastato un minimo di controllo».

Il presidente di Palmi ringrazia comunque la pattuglia intervenuta dopo la denuncia «e che c’è stata accanto anche quando un nostro giocatore era riuscito a far geolocalizzare il suo telefonino, andando a recuperarlo fino al luogo indicato (zona via Gulli, ndr). Senza nulla togliere alla bravura e alla disponibilità dei due carabinieri, non penso però sia normale che debbano essere i giocatori a trovare chi li ha derubati, con tutto il rischio che ciò comporta. Per questo sono stati poi richiamati da me per andare via da quella zona poco raccomandabile di Ravenna…».

Carbone conclude poi con una polemica nei confronti della società ravennate. «Nessuno si è premurato di chiedere “avete bisogno di qualcosa” o “cosa possiamo fare per voi”. No, hanno soltanto detto che era la prima volta in 35 anni che succedeva una cosa del genere. Questa freddezza verso una squadra che arriva da 1.300 chilometri di distanza mi è sembrata poca cosa».

La reazione da Ravenna, arriva il giorno dopo, oggi (30 gennaio): in una nota inviata alla stampa, infatti, il Porto Robur Costa 2030 informa di aver inviato una lettera alla società di Palmi, in cui il presidente Matteo Rossi «dopo averlo fatto domenica sera nell’immediatezza dell’episodio», ha voluto ribadire «il proprio dispiacere e disorientamento per il furto messo a segno nello spogliatoio del Pala De Andrè occupato dalla squadra calabrese». Sentimenti che si accompagnano «alla piena vicinanza e solidarietà espresse alla società calabrese da tutto lo staff ravennate, che continua a restare a disposizione per ogni esigenza o necessità che l’OmiFer Palmi dovesse manifestare», si legge nella nota.

E mentre proseguono le indagini delle autorità competenti per cercare di dare un volto agli ignoti che hanno commesso il furto domenica, durante la partita del campionato di A2, il Porto Robur Costa 2030, per evitare il ripetersi di episodi di questo tipo, peraltro mai verificatisi al Pala De Andrè, comunica di essersi dotato di «un servizio di sorveglianza e sicurezza, che sarà già attivo dalla partita di domenica 2 febbraio contro l’Evolution Green Aversa, il cui orario di inizio è fissato alle 18».

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