sabato
05 Luglio 2025
Tradizioni

La Cà de Vèn compie 50 anni. Il sindaco: «Per Ravenna è un biglietto da visita enogastronomico»

Le origini dell'edificio che ospita il ristorante-enoteca in via Corrado Ricci risalgono al Medioevo, fu la residenza della nobile famiglia Rasponi

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L’enogastronomia romagnola a Ravenna ha punto fermo che unisce gusto, cultura del vino e legame con il territorio: la Cà de Vèn, in via Corrado Ricci, ha celebrato il suo 50esimo anniversario d’attività.

La Cà de Vèn è una delle due enoteche storiche ancora attive del Consorzio Vini di Romagna, insieme alla Cà de Bè di Bertinoro. Fin dalla nascita del sistema delle “case del vino” negli anni ’60 – ideato dal Consorzio e dal Tribunato di Romagna, sotto l’impulso di Alteo Dolcini – il locale ha avuto il compito di promuovere la cultura delle denominazioni Doc e Igt romagnole attraverso degustazioni, cene tematiche, masterclass e concorsi.

La storia dell’edificio che ospita la Cà de Vèn affonda le radici addirittura nella fine del 1300, quando l’area era occupata da un intricato reticolo di viuzze medievali attorno alla chiesa di San Francesco, la cui piazza antistante fu realizzata solo nel 1679. In origine, l’edificio era la residenza della nobile famiglia Rasponi. Dopo numerosi passaggi di proprietà, nel 1704 divenne l’Osteria della Corona, per poi trasformarsi nel 1877 nella Drogheria Bellenghi, la bottega più caratteristica e fornita della città. Gli arredi ancora oggi perfettamente conservati, assieme alle decorazioni delle volte e alla suddivisione interna dei locali, risalgono a consistenti interventi strutturali realizzati tra il 1850 e il 1880, dall’allora proprietario Giuseppe Bellenghi.

Alla celebrazione dello storico traguardo è intervenuto anche il sindaco Alessandro Barattoni: «Per me, come per tante e tanti ravennati, la Cà de Vèn non è solo un ristorante-enoteca, un bellissimo spazio in cui gustare le prelibatezze locali, ma un luogo dell’anima: sale affrescate e decorate che restituiscono l’accoglienza e la storia della nostra splendida città. Non esistono guide in tutte le lingue del mondo che non citino questo luogo, una sorta di biglietto da visita enogastronomico per i tanti turisti che visitano Ravenna e che hanno modo di apprezzarla anche a tavola».

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