Il coach del triplete con il Messaggero è in cerca di nuove imprese in Grecia

Daniele Ricci allena il Paok Salonicco, nel 1991 portò Ravenna sul tetto del mondo con Kiraly, Timmons e Vullo: «Da loro ho più ricevuto che dato. Ogni tanto mi riguardo il video della Coppa Italia vinta contro Milano…»

Messaggero Volley

Daniele Ricci (quarto da sinistra seduto) ha allenato il Porto Ravenna dal 1984 al 1997: 4 stagioni in A2 poi la promozione. Il suo palmares: uno scudetto, una Coppa Italia, un Mondiale per Club, tre Coppe dei Campioni, due Supercoppe europee e una Coppa Cev

«Non pensavo che, a questo punto della mia carriera, potessero presentarsi simili opportunità. Considerato che a Ravenna al momento non ci sono prospettive, dopo averci pensato due giorni ho deciso di intraprendere questa nuova esperienza». Daniele Ricci – 67enne tecnico bizantino di pallavolo che nel 1991 alla guida del Messaggero centrò il “triplete” Scudetto, Coppa Italia, Mondiale per Club – alla fine dello scorso ottobre ha cominciato una nuova avventura in Grecia, dove allena il Paok Salonicco.

Ricci, da dove è nata la scelta di andare in Grecia?
«Da un paio d’anni ero fuori dal giro e mi ha anche un po’ sorpreso questa richiesta. Ho ricevuto l’offerta poco prima che iniziasse il campionato e sono venuto a Salonicco molto volentieri. Per me è un motivo d’orgoglio anche se, in realtà, mi piacerebbe dedicarmi ad altri tipi di attività, sempre ovviamente legate allo sport».

Ricci A SaloniccoA cosa si riferisce?
«Penso di poter dare molto sotto altre vesti, come dirigente. Purtroppo c’è poco spazio per questo in Italia, come a Ravenna. In tutta sincerità, credevo di avere fatto il mio tempo in panchina. È un percorso, comunque vada questa stagione, che non so quanto durerà ancora. Con l’esperienza che ho maturato sul campo, ritengo di possedere le caratteristiche giuste per stare dietro una scrivania».

Il Paok ha vinto gli ultimi tre scudetti in Grecia ed è quindi chiamato a puntare alla vittoria del campionato. Come è la squadra che guida?
«È una formazione in fase di aggiustamento, con l’organico che strada facendo sta trovando un suo equilibrio. Dobbiamo fare ancora qualche innesto per essere più competitivi e per lottare per il successo finale. Non sarà facile, in quanto l’Olympiakos è un ostacolo molto duro da superare».

Non è la sua prima esperienza in Grecia da allenatore…
«Ci sono già stato dal 2000 al 2003, dove mi sono tolto alcune soddisfazioni (ha vinto uno scudetto e una coppa nazionale nel 2001, alla guida proprio dell’Olympiakos, ndr). Una volta il livello era più alto: per intendersi, una delle due “big” del torneo nella Superlega sarebbe da nono-decimo posto. Le prime quattro-cinque formazioni italiane sono di un altro pianeta».

Continua a seguire il torneo italiano? Cosa pensa della Bunge?
«Anche se non ci sono più i soldi di una volta, e in molti casi mi sembra che quelli che ci sono non vengano spesi bene, la Superlega continua a essere un campionato bello e competitivo. Ritengo che la Bunge sia stata costruita bene e che le risorse siano state utilizzate al meglio. Sapevo che Buchegger era un buon giocatore, ma non pensavo che fosse così forte. La squadra mi piace, perché è ben equilibrata in tutti i reparti, e non riesco a darmi una spiegazione sul suo calo. Penso però che abbia le caratteristiche per rialzarsi e puntare alla qualificazione ai playoff».

Time Out Ricci Teodora

Daniele Ricci ha allenato la Teodora in B2 nel 2015

Cosa vede nel suo futuro?
«Innanzitutto, penso a terminare al meglio questa stagione. L’obiettivo minimo è partecipare alla finale scudetto, ma io non mi voglio fermare a questo. Credo poi che in primavera rientrerò in Italia, dove riprenderò anche le mie attività extra-volley, tra cui quelle familiari. Per il futuro si vedrà, anche se in Italia non vedo grandi prospettive come allenatore. Ma, si sa, c’è una stagione per ogni età…».

E invece dando uno sguardo al passato, quali sono i successi del Messaggero a cui è più affezionato?
«Di sicuro a quello che ci ha portato il primo trofeo, la finale di Coppa Italia di Mestre contro Milano, nel ’91. Non solo da me, ma anche da gran parte degli addetti ai lavori, è considerata come una delle partite più belle della storia della pallavolo. Un match talmente spettacolare che ogni tanto mi tolgo lo sfizio di guardare il video sul computer. Quella rappresentò la prima vittoria di un gruppo meraviglioso e da quel momento si capì che avrebbe fatto qualcosa di molto importante. Da lì partì una bella serie di affermazioni, dal campionato alla Supercoppa, passando per la Coppa dei Campioni, che avrebbero caratterizzato i due anni successivi della mia squadra. Tutti i nostri trofei hanno un grande valore per me, ma sono affezionato anche all’ultimo, quello in Coppa Cev, vinta da un gruppo giovane che comprendeva giocatori di belle speranze come Giombini, Rosalba e Bovolenta».

Cosa si porta dentro di quegli anni?
«La fortuna di aver allenato grandi giocatori, fortissimi sia dentro, sia fuori dal campo. Ho imparato da loro parecchie cose, prima di tutto come si fa a vincere. Non dimentichiamo che c’era gente come Vullo, Kiraly e Timmons, che in carriera si era già tolta delle enormi soddisfazioni. Posso dire che da quella esperienza ho più ricevuto che dato, e quegli insegnamenti me li sono portati con me nelle avventure successive, con vittorie meno celebrate come in Grecia o in A2, ma che comunque per me rappresentano grandissimi traguardi».

Nato a Ravenna l’11 dicembre 1950, Daniele Ricci dopo una brillante carriera da giocatore (ruolo universale, 55 presenze in azzurro) esordisce in panchina nell’83 alla guida della Spem Faenza, in B1, per poi passare al Porto Ravenna, al cui timone resterà dall’84 al ’97. Dopo quattro stagioni in A2, nell’88 conquista la promozione in A1 e nel ’91 vince lo scudetto, la Coppa Italia e il Mondiale per Club con il Messaggero dei vari Vullo, Kiraly e Timmons. Negli anni seguenti nella bacheca del club giallorosso arrivano tre Coppe dei Campioni di fila (’92, ’93 e ’94), due Supercoppe Europee (’92 e ’93) e una Coppa Cev, nel ’97. Nel ’97 allena a Ferrara, nel ’98 a Macerata, nel ’99 a Forlì, sempre in A1, mentre nel 2000 “emigra” in Grecia, dove nel 2001 centra la doppietta Scudetto-Coppa nazionale alla guida dell’Olympiakos Pireo. Nel 2002 passa al Panathinaikos Atene, nel 2003 torna in Italia, a Vibo Valentia, che porta subito in A1, specializzandosi in promozioni, portando nella massima serie anche Milano (nel 2007) e Latina (nel 2009). Dopo le esperienze a Segrate, Sora e Corigliano in A2 passa al volley femminile nel 2015, allenando la Teodora Ravenna in B2. Dopo un paio di anni di stop, Ricci torna in Grecia.

 

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