L’ultima immagine di Ravenna vista da James Hillman

Hillman RoncheyAlla morte di Carl Gustav Jung la sua eredità fu raccolta da James Hillman, eccentrico psicanalista e filosofo americano che nella sua opera più nota, il Codice dell’anima (Adelphi), teorizza che l’anima di ogni persona ha una vocazione e un destino, che l’essere umano può seguirla o combatterla, ma non può ignorala. Nel libro scriveva tra le altre cose che «La nostra vita non è determinata tanto dalla nostra infanzia, quanto dal modo in cui abbiamo imparato a immaginarla» Hillman ha avuto in vita moltissimi seguaci e altrettanti detrattori, la sua è una scrittura che affascina e – volutamente – provoca.

È uscita a fine ottobre la sua ultima opera, pubblicata a dieci anni esatti dalla morte. Un testo pensato dall’autore per uscire postumo, un libro che ha al centro Ravenna. Si intitola L’ultima immagine (Rizzoli) ed è un libro-intervista con Silvia Ronchey, docente di Civiltà bizantina all’università RomaTre.

Hillman dichiara subito che il libro è pensato per uscire solo dopo la sua morte, come suo ultimo lascito. Perché scrivere un libro su Ravenna come opera conclusiva di una vita intensa e complicata con tantissimi saggi?
I motivi sono due: uno è un tributo al maestro Jung, che sui mosaici di Ravenna scrisse pagine oniriche e misteriose nel suo Sogni, ricordi, riflessioni (Bur); l’altro è che per Hillman Ravenna è ha una fortissima valenza simbolica e archetipica, è la bellezza che nasce dalla fine. L’Impero romano, che sapeva di essere al termine della propria storia, realizza le basiliche e i mosaici ravennati come il canto del cigno.

Il dialogo tra Hillman e Ronchey si svolge per le strade di Ravenna, nel 2008, tre anni prima della morte dello psicologo, in «Una radiosa gradevole / giornata di autunno per viaggiare / incontro alla morte».
Hillman racconta che è affascinato dall’accostamento tra luce e buio nella città. «Gli esseri umani di allora hanno usato la bellezza per contrastare l’ansia della fine, in questo momento di gigantesca distruzione».
Il filosofo e la storica passeggiano per Ravenna nei giorni immediatamente dopo il crollo di Wall Street causato dal fallimento di Lehman Brothers. Si interrogano sul senso della fine e di come quella crisi economica possa essere il requiem dell’era capitalista. Noi sappiamo che il peggio doveva ancora venire, e oggi quella crisi economica che ci pareva tanto drammatica, sembra un’inezia rispetto ai tempi che stiamo vivendo. Ma fortunatamente siamo a Ravenna, in cui possiamo osservare le tenebre del mondo che crolla con la luce negli occhi.
Parola di James Hillman. «E quando l’ultima immagine svanisce, l’anima comincia di nuovo a popolare i regni, ora silenziosi, con figure e fantasie nate dall’immaginazione del cuore».

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