118 – «Oh Ravenna!»

San Vitale Inizi 900Ricordando il suo primo viaggio in Italia, in una lettera del 20 novembre 1901 scritta al poeta Richard von Schaukal, il giovane Hermann Hesse dichiarava il suo amore per una vita girovaga e spensierata: «Oltre ai libri, al vino e alle donne mi diverte una sola cosa: girovagare. Ora a piedi lungo i ruscelli in Svizzera, nel Giura, nella Foresta Nera, ora attraverso l’Italia, in terza classe con in tasca delle arance […]. Oh Venezia! Oh Ravenna! In questi luoghi, dove sono stato solo da estraneo, potrei forse vivere – qui invece vegeto».
A Ravenna e al fascino delle sue donne Hesse dedicherà addirittura una poesia: «Sono stato anche a Ravenna. È una piccola città morta, con molte chiese e rovine; nei libri se ne parla. Tu l’attraversi e osservi, le vie, tristi e umide, son mute da un millennio, e ovunque cresce muschio ed erba. Son come vecchie canzoni: si presta orecchio e nessuno ride e ognuno poi riascolta e medita sinché si è fatta notte. Le donne di Ravenna, con sguardo profondo e gesto mite, conservano il sapere dei giorni della città antica e delle sue solennità. Le donne di Ravenna: profondo e sommesso il loro pianto, come bambini acquetati. E quando ridono sembra di sentire l’allegra melodia di un testo triste. Le donne di Ravenna: pregano come i bambini, miti e appagate. Posso dire parole d’amore e loro stesse non sanno di mentire. Le donne di Ravenna baciano misteriose, profonde, e piene di abbandono. E tutte loro null’altro sanno della vita se non che dovremo morire».

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