210 – L’ambone di Agnello

Ambone Agnello Duomo

Ravenna custodisce numerosi amboni databili all’epoca antica tra i quali emerge, come una delle testimonianze più importanti, quello monumentale della Cattedrale. Come attestato dall’ampia iscrizione posta in alto sulla fronte – e in buona parte leggibile anche sul retro – questo imponente ambone marmoreo risale alla colta committenza di Agnello, arcivescovo ravennate tra il 556 e il 569: «† SERVUS CRISTI AGNELLUS EPISCOPUS HUNC PYRGUM FECIT» († Agnello vescovo, servo di Cristo, ha fatto questo ambone).
Esso presenta su entrambi i lati interessantissime iconografie organizzate all’interno di uno schema compositivo geometrico che suddivide lo spazio in trentasei riquadri. Disposti in sei fasce orizzontali parallele, al loro interno questi presentano un ricco bestiario nel quale gli animali, ripetuti identici dentro a ciascuna fascia decorativa, risultano orientati specularmente a gruppi di tre. Partendo dal basso e proseguendo verso l’alto compaiono, inseriti in preziose cornici, pesci, anatre, colombe, cervi, pavoni e agnelli, tutte figure che possono essere riassunte nelle categorie cosmiche dell’acqua, della terra e dell’aria. Il medesimo bestiario, anche se eseguito con minore accuratezza stilistica, trova un importante confronto con l’ampia porzione di ambone conservata tra le collezioni del Museo Arcivescovile proveniente dalla chiesa dei Santi Giovanni e Paolo e realizzato sotto l’episcopato di Mariniano (595-606), pochi anni dopo quello voluto dall’arcivescovo Agnello.

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