Dal Te Deum di Arvo Part al disco postumo dei Coil: suggerimenti per un’estate “diversa” – di Giovanni Lami

di Giovanni Lami *

Quando Luca mi ha chiesto di partecipare con un testo a questa rubrica due cose ho subito pensato: la prima, che sapeva a chi lo stava chiedendo e quindi potevo non preoccuparmi troppo perché in parte avreste potuto scaricare su di lui la responsabilità delle proposte, la seconda che avrei dovuto trovare un filo conduttore al tutto.
E l’ho trovato. Non esiste nessun tipo di filo conduttore, tranne forse il fatto che qui non si parla di hit, difficilmente sarò popolare, non si parla di best of, non si parla di annate, non si parla di generi, alcune produzioni si possono trovare più facilmente e in qualsiasi formato, altre magari potrebbero essere solo in cassetta (si, avete letto bene, cassetta).
Ah si, in genere non è musica “estiva”, anzi per niente. E senza dover andare a pescare dentro qualsivoglia ambient isolazionista – che ha già dato, capitolo chiuso per certe cose – posso sicuramente dire non sia musica da ombrellone.
Magari per alcuni già la parola musica potrebbe non essere adatta a volte. Proprio questo forse è il motivo ultimo che mi ha spinto a lavorarci nel weekend, uno dei più caldi dell’anno, che tanto al mare non ci vado, non di giorno e comunque poco.
Ma dicono dovrà rinfrescare da oggi, no?
Sei suggerimenti.

Father Murphy – Croce (LP, Cass, Cd / The Flenser) Fede e Chiara lo sanno, li amo, da tempo. Ma il percorso che hanno fatto nell’ultimo anno e mezzo, che stanno continuando a fare e che porteranno avanti è per me la realtà italiana più interessante, ancora di più da quando hanno deciso di ridurre ad un nucleo minimo – originario – l’organico. Loro due. Punto. Bellissime persone, bravissimi musicisti.
Gaspar Claus – Jo Ha Kyū (LP, CD / Modest Lauch) Ho sempre pensato che questo bellissimo disco del 2013 sia stato davvero troppo poco pubblicizzato. “Dal silenzio al caos. Dal fallimento alla creazione”. Mi limito a questo suggerimento riguardo il Giappone perché meriterebbe un capitolo a parte, ma davvero, partendo dal concept per finire al super organico di musicisti presenti, è impressionante. Gaspar Claus, l’autore (al cello), è anche l’unico occidentale (se non consideriamo Jim O’Rourke, che comunque è ormai quasi giapponese, nella presentazione live al Super Deluxe di Tokyo), gli altri spaziano da Keiji Haino a Ruichi Sakamoto a Yoshihide Otomo. Quasi tutti conosceranno il secondo, spero molti il primo… vi suggerisco comunque di informarvi anche sui loro lavori individuali.
Valerio Tricoli – Miseri Lares (LPx2 / PAN) Dopo ben sette anni dal suo ultimo lavoro solista il musicista palermitano (ma che da anni vive a Berlino) ha realizzato un capolavoro, uscito per una delle più attive etichette sul mercato, una di quelle che ti fa davvero suonare e ha nel roster alcuni dei più interessanti musicisti sulla piazza. Tutto meritato. Macchine analogiche, nastri, voci sussurrate e digitale si fondono alla perfezione, come si stesse affrontando una discesa nei recessi più profondi della mente attraverso turbolenze di suono.
Arvo Part – Te Deum (CD / ECM) Non credo ci siano parole da aggiungere. L’opera del compositore estone è davvero estesa, ma questo disco rimane per me una specie di antidoto a tutto ciò che è fuori, altro.
Artisti Vari – Give Me Love, Songs of the Brokenhearted, Baghdad 1925-1929 (2xLP, CD, Digi / Honest Jon’s) Honest Jon’s sforna sempre dei capolavori, ma ciò che amo di più è la ricerca fatta nelle vecchie registrazioni anni ’20-’40. Dischi come questo, come Let No One Judge You, Something Is Wrong o To Scratch Your Heart spaziano dal Medio-Oriente alla Turchia all’Africa e sono di una bellezza così cristallina e sincera che non si può che rimanerne incantati.
Coil – The Apes of Naples (LP, CD / Threshold House) Avrei potuto scegliere quasi a caso un disco dalla lunga produzione dei Coil ma per diversi motivi scelgo questo, l’ultimo registrato in studio (primo motivo), uscito postumo alla morte di John Balance nel 2004. Alcune tracce sono dei “rework”, differenti versioni di pezzi usciti precedentemente, resi a mio parere ancora più trascinanti (secondo motivo). Tutto l’artwork è stato curato da un artista passato anche da Ravenna qualche anno fa per Transmissions IV (festival che nel 2015 non si è ancora svolto e che spero sia stato solo rinviato), Ian Johnstone, bellissima persona che ho avuto il piacere di conoscere (terzo motivo), compagno proprio di Balance nell’ultimo periodo di vita del musicista. Ecco, Ian è morto pochi giorni fa nella sua casa persa tra le campagne spagnole. Mi piaceva ricordarlo.
Buona estate.
Giovanni Lami, Domenica 26 Luglio 2015

* Con alle spalle un master e una carriera quasi decennale nel mondo della fotografia, il 37enne ravennate Giovanni Lami da diversi anni si dedica esclusivamente alla produzione di musica elettroacustica, pubblicando anche con etichette discografiche estere dischi a proprio nome e con diversi progetti collaborativi

NATURASI BILLB SEMI CECI FAGIOLI 19 – 28 04 24
INCANTO BILLB 19 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24