Sarde a beccafico, piatto siculo dalle curiose origini popolari

Sarde BeccaficoAnche questa settimana vi propongo una ricette di pesce: le popolari sarde a beccafico.

Ingredienti per 4 persone: 800 gr. di sarde fresche, 100 gr. di pangrattato, un mazzetto di prezzemolo, 50 gr. di pecorino grattugiato, 50 gr. di pinoli, 50 gr. di uvetta, 6 acciughe sotto sale, foglie di alloro, un’arancia, olio evo, sale, pepe.

Preparazione: pulire le sarde eliminando le interiora, la testa e la lisca aprendole a libro (può prepararle il vostro pescivendolo), lavatele e asciugatele bene.
Fate dorare in padella il pangrattato con un po’ d’olio, poi mescolatelo con il prezzemolo tritato. i pinoli. l’uvetta ammollata in acqua tiepida e poi strizzata, il pecorino, le acciughe dissalate, pulite e tagliate a pezzettini piccoli, un pizzico di sale, un pizzico di pepe. Tenete da parte un cucchiaio di ripieno.
Prendete le sarde copritele con un po’ di ripieno e arrotolatele.
Mettete in una teglia un foglio di carta forno, ungetelo leggermente poi sistemate i rotolini delle sarde inframezzandoli con una foglia di alloro. Cospargete con il ripieno messo da parte, irrorate con l’olio e salate leggermente.
Cuocete in forno caldo (a 180 gradi) per circa 20/25 minuti. Quando togliete la teglia dal forno irroratele con il succo dell’arancia

Le sarde a beccafico sono uno dei piatti più noti della cucina siciliana. La preparazione esalta tutto il gusto delle sarde, pesce considerato “povero”, in realtà ricco proprietà nutritive: un vero e proprio dono del mare. In tanti hanno gustato le sarde a beccafico, ma forse in pochi sanno da cosa deriva il loro nome. Conoscere l’origine del piatto significa anche scoprire le radici culinarie dell’isola. Il Beccafico, in effetti, è un simpatico uccelletto goloso di fichi. Da qui prende il suo nome. Nella Sicilia del XIX secolo i nobili erano soliti andare a caccia per mangiare la sua carne, ritenuta pregiata. I monsù, chuochi delle famiglie aristocratiche, erano soliti prepararli farcendoli con le loro stesse viscere. Gli uccelletti venivano impiattati con le piume della coda rivolte all’insù, in modo da poterli afferrare a mangiare nel modo più comodo per il commensale. La gente che non era benestante non poteva permettersi le battute di caccia, né poteva acquistare quel tipo di carne così pregiata. Fu per questo che decise di utilizzare altri ingredienti. Così nacquero le sarde a Beccafico. La carne dei volatili venne sostituita dal pesce e, al posto delle interiora, vennero utilizzati pangrattato, uva passa e pinoli. Questo piatto è uno dei tanti emblemi del vivace ingegno dei siciliani, anche a tavola, che trovano sempre un espediente per ottenere un buon risultato.

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