“La camera di Dante”, il nuovo thriller di Pearl nella Londra (letteraria) del 1870

Dante PearlIl primo morto arriva indossando un lungo cappotto; si inginocchia, crolla sull’erba umida di pioggia. Esala l’ultimo respiro schiacciato da un pesante giogo di pietra, che gli è stato fissato al collo e alla schiena; quando cade le ossa scricchiolano.
È Jasper Morton, membro del Parlamento inglese, in rappresentanza di Bristol: l’ispettore Adolphus “Dolly” Williamson di Scotland Yard lo riconosce subito. Il poliziotto una lunga esperienza, ed è temuto dai criminali londinesi, in quello scorcio di 1870; ma anche lui resta perplesso leggendo il verso inciso sulla pietra, Ecce Ancilla Dei, citazione biblica che richiama la Divina Commedia.

Sono passati quindici anni da quando lo scrittore Matthew Pearl aveva regalato l’affascinante Il Circolo Dante incrocio fra le vicissitudini del gruppo di poeti americani che lavorarono alla prima traduzione del poema di Dante, e omicidi compiuti citando l’Inferno e la legge del contrappasso.
Ora l’autore ha dato un seguito a quel romanzo con La camera di Dante (Rizzoli, traduzione di Stefano Massaron), che traghetta dalla prima alla seconda Cantica, il Purgatorio appunto, costellando Londra di omicidi, misteri e intrighi.
In queste pagine però il nome di Dante è anche quello di Gabriel Rossetti, il pittore e poeta fondatore dei Preraffaelliti, «grande, bizzarro e a volte sinistro», come lo definì Henry James.

La camera di Dante è, prima di tutto, un ottimo thriller, che ha un alto tasso di tensione. Guida l’azione Christina Rossetti, figlia di Gabriel e poetessa straordinaria. Spetta a lei dimostrare che non è stato il fratello a compiere il primo omicidio; anche se qualche testimone lo ha visto in quel parco lontano dalla City e pieno di prostitute e tagliagole.
Il fatto che paia scomparso, però, non aiuta. Il romanzo è una miniera di citazioni a personaggi reali, che si muovono e parlano “con le proprie voci”.
Così si incontra di nuovo Oliver Wendell Hol­mes del “Circolo Dan­te”, scrittore e membro dell’élite letteraria di Boston, amico di Henry Long­fellow, promotore della Divina Comme­dia nel mondo accademico statunitense; entra in scena il poeta vittoriano Robert Brow­ning. Lo stesso ispettore Williamson è esistito: ha preso parte, come consigliere anziano, alla caccia a Jack lo Squar­tatore.

La cura nella ricostruzione storica è una fra le doti di Pearl, ma questa attenzione non intacca la leggibilità dei romanzi. Attenzione all’incisione sulla pietra: Ecce ancilla domini è il titolo di un quadro di Rossetti, conosciuto come L’an­nunciazione. Infine una curiosità: Dante Gabriel Rossetti è il secondo genito dell’esule italiano Gabriele Rossetti e di Frances Polidori, amica di Lewis Carrol e sorella di John Polidori, l’amico di George Byron.
Ah, Matthew Pearl sa scegliere i propri protagonisti!

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