Letteratura di genere in difesa della Terra

51EpkF44KqLLa cosiddetta letteratura di genere non può affrontare un tema importante, senza banalizzarlo e ridurlo a macchietta.
La pensa in questo modo anche un autore come Amitav Ghosh, indicato come «il più grande scrittore indiano di lingua inglese». E a istigarlo su questo fronte è Riccardo Staglianò, giornalista e scrittore che, in un’intervista dedicata a come la letteratura si occupi (poco, dicono entrambi) della crisi climatica, commenta: «Oggi la crisi del pianeta vira subito verso la distopia. E la fiction diventa science fiction, con la caduta di rango che il genere comporta».

Ecco: sarà possibile scrivere ancora oggi cose così? È vero, l’intervista ammette una pesante mancanza di impegno degli scrittori verso i temi ambientali, ma accantona, come “di casta inferiore” chi propone storie che variano dalla fantascienza al fantastico. Come se le metafore non fossero figure retoriche di altissimo livello, complesse da gestire. O come se James Graham Ballard, con la tetralogia degli elementi, non avesse fatto “letteratura”.
Che dire, poi, di un altro classico come Il pianeta dei superstiti di Damon Knight? In quell’universo i terrestri sono profughi sbandati, completamente responsabili della distruzione del loro pianeta, e per le loro usanze mal sopportati dagli alieni, pacifici, che li ospitano.

Non è però necessario scartabellare negli archivi, o in biblioteca, per trovare analisi dei disastri provocati dall’uomo al pianeta (un altro esempio è Terra di David Brin, definito «il Moby Dick del Movimento della Terra»).
In libreria è arrivato il primo volume della preziosa trilogia La Terra spezzata della scrittrice afroamericana Nora K. Jemisin intitolato La quinta stagione (Oscar Fantastica, traduzione di Alba Mantovani). In un mondo bloccato da un inverno eterno, molto più feroce di quello immaginato da George R.R. Martin, vivono uomini che possono provocare disastri naturali…

È evidente come questi titoli non analizzino la devastante azione di uomini disposti a deforestare interi continenti per interessi economici. Ma, come sempre, insieme all’obiettivo di divertire, le storie di Ballard, Knight, Brin, Jemisin e altri, possono aiutare – e hanno aiutato – a formare una sensibilità “ambientale”. Con romanzi che non hanno niente da invidiare rispetto a quelli “blasonati” (o ritenuti tali).

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