Come immagino la Ravenna del futuro

Con la fine dell’anno, i desideri per Babbo Natale, la mente già rivolta al 2019, immagino la Ravenna del futuro, come sarà.

Quale cazzo di edificio, per esempio, potremmo illuminare per Natale adesso che con il videomapping architetturale abbiamo finito i monumenti Unesco.
Mi immagino finalmente una piazza Kennedy viva a tutte le ore, dopo che in maniera lungimirante è stato deciso di realizzarvi al centro la nuova piscina comunale, con vista Sant’Agnese, i cui reperti in realtà nessuno sa più dove siano finiti.

Mi immagino un treno veloce che colleghi il nuovo centro commerciale costruito al posto della vecchia piscina comunale, quando ormai non era più possibile revocare l’autorizzazione per il nuovo centro commerciale concessa dalla vecchia Amministrazione (“perché noi adesso non lo rifaremmo ma non possiamo più farci niente”, avete presente?), un treno veloce che lo colleghi invece con il vecchio centro commerciale senza però diminuire il tempo di percorrenza totale tra Ravenna e Godo, diventata con il tempo fermata strategica per tutta l’Emilia-Romagna e i loro abitanti certificati “peggiori cagacazzo” della provincia subito dopo quelli di San Pietro in Campiano.

Da qui partiranno anche finalmente le nuove metropolitane di superficie della costa (vi ricordate?), perché nel frattempo il mare sarà arrivato in maniera anomala a Godo, treni che ogni dieci minuti faranno la spola con Rimini fermandosi finalmente anche a Classe per dare modo di visitare l’innovativo contenitore enogastronomico realizzato da Coop nell’ex zuccherificio al posto di quello che una volta era stato un museo archeologico, costretto a chiudere per il troppo freddo, che arrivava ogni dicembre in maniera inaspettata congelando puntualmente ogni anno l’elmo di Negau di sto cazzo, ora tornato a San Pietro in Campiano, dove il riscaldamento costa meno.

Mi immagino una Ravenna dove ogni anno si terrà il festival dei palazzetti, unica città in Italia che potrà permettersi di ospitare in contemporanea una partita di basket di serie A, un concerto, una fiera e una partita internazionale di beach tennis.
Perché sì, porco cazzo, alla fine la soluzione era sotto gli occhi di tutti, il beach stadium ci stava proprio bene vicino al nuovo palazzetto che è vicino a quello vecchio, vicino alla scultura di Burri e al mausoleo di Cristina e Riccardo Muti. Per la sabbia pare sia stata utilizzata quella di Lido di Dante, ormai scomparso e inglobato nella nuova frazione del comune di Ravenna, ribattezzata Angela Angelina…

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