Ravenna è piena di Babbi Natale

A Natale, come noto, siamo tutti più buoni e a Ravenna c’è chi (la Compagnia portuale) ha deciso per esempio di regalare alla propria città un presepe con sculture in ferro galleggiante sul canale, che quello in sabbia effettivamente ha un po’ rotto le palle.

Oppure c’è chi si mette d’impegno per portare finalmente anche a Ravenna una vera pista di ghiaccio su cui pattinare (in piazza Kennedy, dove di spazio da utilizzare effettivamente ce n’è parecchio e pare si stia lavorando per mantenerla anche d’estate, brevettando un sistema di congelamento in grado di risucchiare lo strato di ozono rimasto nell’atmosfera).

24098867 930415673781711 392204065 NO, ancora, c’è chi omaggia la città con la sua creatività, come l’artista che ha esposto in vetrina nel suo studio in pieno centro un albero di Natale addobbato con dei cazzi, nel senso di peni, forse in ceramica, boh, non saprei. Ma per fortuna c’è poi addirittura un eroe, a Ravenna, che quei cazzi invece non li vuole e che scrive ai giornali, prendendo atto «che lo scandaloso albero fallico è ancora esposto pubblicamente e che dunque le autorità non hanno preso alcun provvedimento». «Se questa amministrazione è arrivata a tal punto – dice – se la decadenza ravennate è oramai talmente pesante, io non mi fermerò di certo, Ravenna non è Amsterdam, e se una città sta decadendo a tal punto, io non sarò fra questi. Quella “cosa”  deve sparire da Ravenna!». Firmato Marcello Faustino del Popolo della Famiglia, non ancora decaduto, oramai idolo incontrastato di tutti noi.

Ma gli eroi, i babbi Natale, da queste parti, non sono finiti. Qui c’è anche chi addirittura ci rimette, pur di fare del bene per la propria città, come per esempio il vincitore del bando comunale per l’analisi reputazionale dei nostri lidi a fini turistici; bando finito suo malgrado sui giornali anche in questi giorni per un’inchiesta giudiziaria, dopo che nei mesi scorsi lo era finito invece per le doti divinatorie di una consigliera comunale d’opposizione, Tardi di Cambierà, che aveva indovinato ancor prima dell’apertura delle buste a chi sarebbe stato assegnato. Ora ci sono invece quattro persone indagate per abuso d’ufficio per l’appalto che secondo l’accusa sarebbe stato pilotato. Appalto da circa 22mila euro, una miseria secondo il vincitore di cui sopra, dato che il suo studio  (almeno stando a un’intervista letta on line) ci avrebbe addirittura rimesso, per fare l’analisi reputazionale. Almeno una letterina di Natale di ringraziamento formale da parte del Comune, se non proprio un altro appalto (visto che un altro incarico tra l’altro lo ha già ottenuto, il suo studio) ora ce lo aspetteremmo.

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