Tutta la malinconia del Parco Marittimo

Parco Marittimo Punta Marina

Il legno è già in alcune parti usurato dagli anni (in realtà neanche uno), la terra battuta varia da zona a zona, passando repentinamente dal classico grigio topo al giallo-ocra, senza disdegnare tratti di un orgoglioso color merda. I tronchi che servono per separare i percorsi sembrano restare in piedi solo perché legati tra loro con una bandella bianco-rossa stile Fbi, che evidentemente delimita una scena del crimine, probabilmente l’ennesimo fratino che non ce l’ha fatta, divorato magari da un pitbull di passaggio.

Fanno tenerezza le piantine di pochi centimetri che qualcuno ha azzardato a definire “alberi”, un po’ come le dade dell’asilo che si ostinano a chiamare “ometto” vostro figlio di 2 anni. Nuove, delicate, piantumazioni sulle dune, con desolanti cartelli già abbattuti o piegati dal vento con la scritta che sembra davvero voler essere una supplica: «Vietato calpestare, zona piantumata di recente», o qualcosa del genere (non si vede bene).

A tratti si alternano montagnole di ghiaia che vogliono scherzosamente farci credere che ci sia un cantiere in corso che renderà il tutto tipo il lungomare di Rimini ma che no, invece, verranno solamente stese nei dintorni, per tappare qualche buco. In lontananza, la mitica ghiaia rinverdita – come ho letto da qualche parte – ci fa l’occhiolino, sussurrandoci che potrebbe donare quel tocco di verde che manca, quando non ci saranno le macchine parcheggiate sopra.

Il progetto di riqualificazione avanza prendendo probabilmente come modello la Baghdad post bombardamenti, con l’obiettivo ambizioso di cambiare per sempre il nostro litorale, di produrre una nuova cartolina turistica, ci dicevano. Giusto il tempo di finire di abbattere un’altra decina di pini secolari a Lido di Dante, che pare si costruisca così un “Parco Marittimo”, facendo entrare aria, togliendo alberi da posizioni scomode, per poi ripiantarne altrove, o al massimo  annaffiare dei semi.

Regaz, sul serio, fare un giro tra gli stradelli retrodunali di Marina di Ravenna e Punta Marina in una giornata nuvolosa, in questo periodo, può davvero toglierti la voglia di vivere. Ma tranquilli, con il sole e l’estate sono certo che tutta la meraviglia del nuovo Parco Marittimo ci travolgerà. O magari tra vent’anni, quando la natura avrà fatto il suo corso.

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