La visita di Re Carlo a Ravenna, tra buche, giardini Speyer e Marinara

Che emozione, l’arrivo del Re d’Inghilterra e di sua moglie Camilla. Ma ci pensate, a quando arriveranno a bordo di una limousine a Ravenna? «Camilla, cos’è, il terremoto?». «No, Carlo, è solo una delle 20 città d’Italia con più buche nelle strade».

O magari arriveranno in stazione. «Ah, finalmente questi famosi Giardini Chichester». «No, Carlo, a Ravenna ci sono gli Amici di Chichester, ma questi sono i giardini Speyer». «Ah, meno male». «È qui, dove nascerà lo studentato che risolverà il problema dello spaccio». Con una strana aria interrogativa sul volto, a quel punto Re Carlo proseguirà fino a via Diaz e poi via, veloce fino a piazza Kennedy, per vedere con i propri occhi quello che una volta era il famoso parcheggio del centro di Ravenna e che adesso è una bella colata di cemento. «Carino». E poi ancora, via, fino al museo Byron, il suo illustre concittadino che ha scelto Ravenna. «Sì, ma se non fosse stato per la figa…». «Ma Carlo!».

La visita nella città bizantina sarà poi l’occasione per vedere i mosaici, certo, e i monumenti Unesco, certo, ma naturalmente anche l’equivalente italiano delle scogliere di Dover: sua Maestà, ecco il Parco Marittimo, la pista ciclabile sul retro dei bagni che «ha rifatto la cartolina dei nostri lidi» (cit. De Pascale), con una puntatina a Marinara, «che ha portato il turismo miliardario a Marina di Ravenna» (cit.), come da previsioni. Magari i reali ne approfitteranno per acquistare un appartamento vista parcheggio di Marina per un qualche principe.

Dopo un giro in traghetto («abbiamo fatto il tunnel della Manica e Ravenna non è ancora riuscita a collegare Marina con Porto Corsini?»), Re Carlo potrà ammirare i lavori al terminal crociere e, poi, tornando verso la città, le nostre industrie, che ci permettono di avere un’economia così variegata: «Ma questa è ancora Italia?», chiederà Re Carlo all’autista, indicando lo stato dell’asfalto e il degrado circostante. «C’è anche una gran puzza di merda». «E non ha sentito quella all’ingresso di Faenza», caro Re. Nel frattempo, però, là in fondo nascerà un grande parco fotovoltaico. «Ah, qui è dove c’erano quelle due torri di cui si è sentito parlare anche a Buckingham Palace». E poi, finalmente, la darsena di città. «Sembrano i Docks di Liverpool», potrebbe osservare, tutto paonazzo, in procinto di scoppiare a ridere, chiedendosi come mai il Moro di Venezia sia sull’asfalto e non in acqua.

«Bella Ravenna, ma ora andiamo pure a Roma». Qualcuno di buon cuore potrebbe fargli evitare l’E45. «Meglio il treno, allora». Però devi cambiare a Bologna, passando per Godo. Sa, sua maestà, sull’Alta Velocità in Romagna ci stiamo ancora lavorando…

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