Il (bellissimo) mistero del London Eye e lo scaffale in libreria

Pare ci siano ancora adulti che non leggono i cosiddetti libri per ragazzi, quelli che in libreria stanno sulla scansia a parte, perché non hanno capito che quei libri in molti casi non sono affatto libri riservati ai ragazzi, ma piuttosto che possono essere letti anche dai ragazzi o ragazzini per il linguaggio, la leggerezza, l’attenzione a certi temi e passaggi della vita, la voglia che in genere gli scrittori hanno di entrare in sintonia con un lettore ancora inesperto. Sono libri, insomma, che hanno potenzialmente un pubblico più vasto, e non più ridotto, degli altri. Poi pare e si dice ci siano quelli che no, non amano proprio i gialli. E le due cose potrebbero addirittura coincidere in alcuni. Ecco, dispiace davvero per loro. Perché rischiano di scartare a priori una lettura tra le più sorprendenti e che continua, pur a qualche anno dall’uscita, a occupare un posto di tutto rispetto in libreria: Il mistero del London Eye di Siobhan Dowd (edito da Uovonero nella traduzione Sante Bandirali con la prefazione di Simonetta Agnello Hornby). Trattasi di un libro dalla trama avvicente, la scomparsa di un adolescente e l’indagine per ritrovarlo, dall’ambientazione  impeccabile, una Londra quanto mai realistica tra centro e prima periferia, dai personaggi convincenti e coinvolgenti. C’è infatti Ted, la voce narrante, teen-ager con la sindrome di Asperger che sarà l’investigatore in grado di portare alla soluzione del mistero e che attraverso l’investigazione si troverà a misurarsi con i propri limiti e a superarli. Ma non c’è solo lui, c’è la sorella, la madre, il padre, la zia, lo zio, il terapeuta, c’è una piccola comunità di adulti che pur apparendo fragile non risulta inadeguata  al ruolo non semplice che le spetta. E poi c’è l’abilità della scrittrice nell’assicurare un ritmo serrato, dialoghi divertenti e anzi a tratti esilaranti, situazioni intricate ma credibili e verosimili fino al finale (ottimo pure quello, come un vero buon giallo che si rispetti, merce ormai rara), un misto di suspense e partecipazione emotiva che impedisce di fatto al lettore, di qualsiasi età, di mettere giù il libro prima di aver letto la pagina, o il capitolo successivo. E se la mente corre inevitabilmente al best seller uscito in Italia per Einaudi Il mistero del cane ucciso a mezzanotte, per l’analogia in qualche modo della voce narrante, beh vien da pensare che forse in effetti, quello di Mark Haddon potrebbe essere diventato il caso letterario che Il mistero del London Eye forse non diventerà anche per una ragione di scaffale in cui il libro si trova in libreria.

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