Gli autosabotaggi sono sexy Seguici su Telegram e resta aggiornato Da questa parte dell’oceano della storia di Ethel Cain è arrivato poco. Ethel Cain è l’alter-ego di Hayden Silas Anhedönia, cantante transgender venticinquenne esplosa nel 2022 con un disco incredibile intitolato Preacher’s Daughter. Era un disco che sembrava venire da una dimensione alternativa in cui qualcuno aveva risolto delle equazioni e craccato il codice della cultura contemporanea: c’era dentro lo snobismo pop delle Lana Del Rey, riusciva a comunicare con una dimensione di Americana stile Black Heart Procession e negli anfratti della musica comparivano gli spettri di una certa elettronica contemporanea che potevi ascoltare nei dischi di Arca. E questo lo si poteva ascoltare anche alle nostre latitudini, ok, ma quel che sembrava sfuggire era il resto: una concatenazione di eventi che l’aveva resa non solo un’improbabile popstar di seconda forza, ma anche una sorta di ambasciatrice del nuovo modo di essere cantanti – problemi con la fanbase, racconto delle implicazioni legate al suo essere una figura pubblica. Il tutto aveva reso l’arrivo del suo nuovo disco, Perverts, un appuntamento da cerchio rosso sul calendario. E a far notizia, dopo l’uscita, è stato più che altro il modo in cui Ethel Cain ha risposto alle aspettative: un disco di novanta minuti, complesso e inascoltabile, tutto incentrato su dei mattoni ambient- industrial che avrebbero tranquillamente potuto uscire su American Tapes. Una specie di dichiarazione d’intenti: non ho nessuna agenda da portare avanti, non ho nessun obbligo nei confronti del mio pubblico, non mi interessa stare a giocare nel campionato del pop. Non è molto frequente avere a che fare con dischi del genere: è possibile che un artista popolare si metta a lavorare su un disco molto più ostico di quel che gli sarebbe richiesto, ma è tutto quasi sempre deputato ad una sorta di greater good – voglio perseguire per questa strada e far capire che può portare da qualche parte. Perverts colpisce invece per quanto sembri intenzionato a buttarsi via, a infilare un vicolo cieco dietro l’altro e sabotarsi di continuo. Se la mettiamo sulla qualità musicale, è un disco in cui saltano tutti gli equilibri che tenevano in piedi Preacher’s Daughter e non si avvicina manco lontanamente all’ambizione strutturale di quel disco. Ma questa roba suicida ha un fascino tutto suo che è difficile da ignorare. Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Popponi