Da Kendrick Lamar al Concertone del Primo Maggio

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La copertina del nuovo disco di Kendrick Lamar

Il mondo si divide tra fan adoranti di Kendrick Lamar, appassionati di musica rock che insultano questo Kendrick Lamar di cui parlano tutti, giornalisti musicali che dicono sia un genio e giornalisti musicali non americani che per scelta invece non ne parlano perché fa rap. Ecco perché l’uscita di un disco nuovo di Kendrick Lamar fa piuttosto discutere, per fortuna. Anche perché stiamo parlando di quello che l’ultima volta pubblicò uno dei dischi destinati a scrivere la storia di questi anni, così stretto dentro i confini dell’hip hop quando in realtà era una sorta di enciclopedia della musica black contemporanea. Ora un po’ tutti hanno notato che invece con questo nuovo album (si chiama “DAMN.”) avrebbe abbassato l’asticella, tornando semplicemente a fare il rapper. In realtà il nuovo disco è ancora una volta molto di più, anche se non un capolavoro al pari dell’altro di cui sopra. Merita però perlomeno di essere ascoltato attentamente per settimane. Fatelo.

L’Italia, invece, si divide tra chi ascolta musica veramente, chi l’ascolta distrattamente, chi non l’ascolta e chi va in piazza a Roma per il Concertone del Primo maggio. Centinaia di migliaia, questi ultimi, che per il resto dell’anno ignorano o quasi la musica, sventolano bandiere della pace e salutano le telecamere. Una tradizione talmente surreale, il Concertone di Roma del Primo Maggio, che prosegue ininterrotta da quasi trent’anni senza avere davvero un significato concreto né per il mondo del lavoro né per quello culturale. Però è divertente, diciamolo, vedere sulla Rai un concerto dal vivo. Magari può servire per dare uno spaccato, parziale quanto volete, della scena indipendente italiana. In questo caso ecco, sarei curioso per esempio di accendere la tv e ascoltare Le Luci della Centrale Elettrica. Che sarà anche diventato un po’ la caricatura di se stesso, ma che continua a incarnare un certo modo di fare il cantautore nei suoi tanto odiati anni zero che qui non ha paragoni, o quasi. E il nuovo disco sarà anche alterno e lui, così incontinente come ha dimostrato di essere, si espone a critiche feroci, ma ce ne fossero. Meglio dei colleghi che saliranno sul palco del Primo Maggio con lui ma con la critica tutta dalla propria parte: meglio di Brunori Sas, meglio di Motta, meglio sicuramente di Levante, che non ci vuole molto. Forse, adesso che ci penso, tra tutti quelli annunciati gli unici che vorrei (ri)vedere in tv sono i tipi de Lo Stato Sociale, massacrati ovunque tra il ludibrio generale. E in fondo in fondo ok, non vedo l’ora di vederlo, il Concertone. Solo poi per dire che mi ha fatto schifo, naturalmente.

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