Un altro Carpenter da non perdere

Ascoltare questo disco in cuffia a occhi chiusi è un po’ come guardare uno dei suoi film. Mi rendo conto dell’assurdità di questa affermazione che però per chi sa di cosa sto parlando (spero molti tra voi) suonerà invece perfino banale. A 67 anni John Carpenter (sì, quello di Halloween e Fuga da New York) ha pubblicato il suo album d’esordio. Niente di strano forse per un grandissimo regista cinematografico (non di genere, come dice qualcuno, ma grandissimo in generale, chiusa parentesi cinematografica) ma per lui un po’ sì, che come noto è anche l’autore di quasi tutte le (leggendarie) colonne sonore dei suoi film. Comunque, a fine gennaio è uscito appunto questo Lost Themes, che è come se lo fosse, una colonna sonora, pur essendo in realtà una raccolta di nuove canzoni (interamente strumentali, fatta eccezione per la versione deluxe con alcuni remix che rendono il tutto ancora più interessante) scritte e suonate (insieme anche al figlio) in maniera slegata dalle immagini (anche perché sono diversi anni che per problemi alla vista il suo principale lavoro procede molto, molto a rilento) ma che al suo immaginario fanno comunque riferimento in maniera chiara e anche abbastanza scontata. Ciò non toglie che l’album sia godibilissimo, non un capolavoro, ma senza dubbio un pezzo da collezionare. Ci si ritrovano dentro il synth, l’organo, l’elettronica basica e le atmosfere sinistre, i riferimenti ai Goblin e al prog (magari anche un po’ fastidiosi, di primo acchito), ma anche a certi Daft Punk, per esempio.
Il merito per la pubblicazione va alla Sacred Bones, etichetta discografica anche dell’ultimo David Lynch musicista, sicuramente meno scontato e ancora più “malato” di questo Carpenter, ma con cui divide qualcosa. E se quello di molti cinefili di vederli realizzare un film insieme non può che restare solo un sogno (nel cinema pare funzioni solo con i fratelli, o quasi…), chissà che qualcuno non ci provi, a farli collaborare per un album musicale. L’emozione di vedere i nomi John Carpenter e David Lynch sulla stessa copertina sarebbe davvero grande…

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