Breve ripasso di Twin Peaks a uso (anche) dei più giovani

Stanza RossaIl ritorno di Twin Peaks – Parte 1
Come alcuni di voi sanno, a distanza di 26 anni dal termine della seconda stagione, il 21 maggio in contemporanea mondiale (la stessa notte con sottotitoli, il 26 maggio doppiata) vedrà la luce la terza stagione della pietra angolare di tutte le (mini) Serie Tv:  Twin Peaks. Premesso che chi vi scrive è un fan sfegatato della serie (rivista già 4 volte), proviamo a ricostruirne la storia, cercando di non rivelare troppo e invogliare giovanissimi alla visione e riluttanti alla conversione.

I segreti di Twin Peaks (di David Lynch e Mark Frost, 1990) Correva il 9 gennaio 1991 quando in Italia, dopo un incessante campagna pubblicitaria, su Canale 5 veniva trasmesso l’episodio pilota di una serie che è subito entrata nell’immaginario collettivo mondiale con l’interrogatorio “chi ha ucciso Laura Palmer?” incollando al teleschermo milioni di spettatori ovunque. La serie parte col ritrovamento del cadavere di una ragazza e racconta delle indagini curate dall’agente Fbi Dale Cooper creando grandi atmosfere, e delle peripezie degli abitanti di questo piccolo ma piuttosto vivace paesotto, con una buona dose di ironia. Poichè da noi la serie era giunta con qualche mese di ritardo, si iniziò a speculare e a cercare di svelare l’assassino della protagonista, ma non essendoci internet il tutto si riduceva a qualche fanatica scritta sui muri dei bagni delle scuole. In contemporanea uscì anche il libro Il diario segreto di Laura Palmer, carico di morbosità, ad alimentare il mistero. Ma ciò che l’italiano (medio?) ignorava era lo stile del regista David Lynch e del suo sceneggiatore Mark Frost, ben poco incline al thriller tradizionale, ma molto più concentrato su aspetti psicologici, visionari e onirici del mondo che raccontava. Se negli Usa la distinzione tra le due stagioni fu netta (con tanto di pausa), da noi fu percepita come una serie unica perché gli episodi furono trasmessi tutti consecutivamente, “rimontando” il ritardo dal primo episodio tanto che l’ultima puntata della seconda stagione (il trentesimo assoluto) andò in onda in contemporanea. Proprio per la reticenza di Lynch nei confronti del racconto lineare, l’entusiasmo calò al termine della prima stagione (8 episodi, mentre la seconda ne ha ben 22), si riaccese dopo qualche puntata della seconda quando fu rivelato l’assassino ma contemporaneamente si era ben capito che l’impronta del sovrannaturale aveva creato il solco. La serie continuò senza il suo regista, poco incline a obbedire ai produttori e allontanatosi senza più avere alcun controllo, e il thriller si trasformò in una specie di (piacevole) soap opera, che aveva provocato però il classico fuggi fuggi di ascolti. Destinata all’interruzione e all’oblio, la serie ebbe un magnifico sussulto negli ultimi episodi, quando tornò la mano del suo regista originale, che ne diresse anche la puntata finale. Da giallo cittadino, Twin Peaks si era trasformato in un horror a tutti gli effetti, carico di misteri e simboli, che di fatto consolidarono la poetica e lo stile di un Lynch da lì destinato a diventare regista di culto e sfornare capolavori come Strade Perdute e Mullholland Drive, film non per tutti e ci dispiace per gli altri. L’episodio finale della serie, Oltre la vita e la morte, trasmesso il 10 giugno 1991 resta tuttora impresso nella mente di tutti i fans, che con gli anni sono diventati tantissimi perché la serie è diventata ben presto oggetto di culto; il finale, soprattutto, è stato uno shock, e nessuno di noi poteva credere a uno scenario simile e tantomeno accettarlo, non consci dell’ennesimo tiro mancino che Lynch e Frost avevano giocato ai suoi fans. To Be Continued.

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