YOU (Serie Tv, 5 stagioni)
“Il mio nome è Joe Goldberg, e sono un maniaco psicopatico e assassino”. Queste sarebbero le parole del protagonista, che lo fotografano fedelmente… ma che non ha mai detto! La serie inizia con il protagonista che lavora in una splendida libreria di New York, incontra una giovane aspirante scrittrice e se ne innamora. Poco dopo lo spettatore assiste alle prime operazioni di stalkeraggio e alle prime azioni da omicida, il tutto scandito da un io narrante che non solo giustifica e contestualizza le sue azioni, ma analizza e giudica la società che lo circonda con un occhio incredibilmente lucido e con spietata ironia. Finora vi sembra di leggere di qualcosa di orribile, ma se siamo qui a parlarne è perché la storia di Joe non solo funziona, non solo appassiona, ma riesce addirittura a creare una sorta di empatia in stile Un giorno di ordinaria follia, con un Michael Douglas che tirava fuori il demone che c’è in tutti noi.
Le cinque stagioni sono tutte legate e l’ultima appena uscita chiude inevitabilmente e perfettamente (e forse un po’ banalmente) il cerchio, partendo dalle vicende iniziali. Joe non è semplicemente un misogino, non fa distinzioni di sesso nell’uccidere, ma è chiaro che è ossessionato dalle donne che incontra e dal desiderio di proteggerle da una micro società effettivamente pessima, quasi da meritare la fine che Joe vuole che facciano. Chi prende di mira You? I ricchi, gli agiati, coloro che hanno sempre una poltrona su cui sedersi, gli aspiranti attori o scrittori che possono permettersi una vita da eterni aspiranti, l’altissima società e quella che vuole credersi alta; e Joe, nel cercare di salvare e, in maniera sistematicamente violenta, di rendere un’improbabile giustizia a chi è stato relegato ai margini, finisce per colpire sia i moralmente colpevoli sia le persone che prende a cuore. La distorsione morale, caratteristica del protagonista, non può in alcun modo affascinare lo spettatore che, pur accettandone il carisma e la simpatia (!), assiste a scene violente che non ammettono in alcun modo giustificazioni, nonostante una sorta di… dovete guardarlo, non si spiega facilmente.
Penn Badgley è un protagonista davvero perfetto e dopo cinque stagioni sarà effettivamente difficile vederlo in panni diversi, il contesto è ben realizzato con le volute forzature e caricature del caso, la musica originale e non, è sempre al posto giusto e sia l’io narrante che i dialoghi sono effettivamente brillanti. La serie cade sulle solite insidie, perché alcune stagioni, soprattutto la quarta, risultano troppo allungate ma almeno c’è un finale, e in questo periodo non è poco. Commedia nera, con “licenze” di trama evidenti ma volute (la fa franca troppo facilmente), che vi… colpirà!