Dalla sciatta e piatta Hollywood a un capolavoro del nuovo cinema Seguici su Telegram e resta aggiornato La La Land (di Damien Chazelle, 2016) Damien Chazelle, 32 anni, sembra essere l’astro nascente del cinema hollywoodiano, visto che dopo aver raccolto meritati consensi con Whiplash, ora è il grande favorito per la notte degli Oscar con ben 14 nomination per il nuovo film, La La Land, che ricorda e celebra adeguatamente la grande stagione dei musical americani a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta. La trama è inevitabilmente scontata e vede una storia tra un’aspirante attrice e un pianista jazz sull’orlo del fallimento, un amore che nel corso delle (oltre) due ore di film incontrerà qualche difficoltà ma vi farà uscire col sorriso. Il film non è propriamente un musical, nel senso che i minuti di parlato superano i numeri di canto e ballo, ma è indubbio che la musica sia la grande protagonista del film. A un genere più melodico e da cabaret si affianca il grande amore del registra per il jazz, una passione talmente sconfinata da essere protagonista assoluto in Whiplash e nel suo primo film, inedito ma da riscoprire, Guy and Madeline on a Park Bench. L’amore per il jazz emerge chiaramente anche in questo film attraverso i panni del protagonista di Ryan Gosling, un attore sempre più sulla cresta dell’onda, che forma un perfetto duetto con Emma Stone, già premiata a Venezia e in odor di statuetta, attrice che da anni (sei) è qui considerata una delle nuove stelle del cinema. Un film molto gioioso e colorato, con una regia azzeccata, e che come è già stato detto, pesca a piene mani da un cinema del passato, attraverso situazioni e citazioni, e omaggi a una Hollywood che forse non c’è più e che cerca di ritrovarsi (e lo farà donandogli tanti Oscar). Ma Hollywood e il cinema non sono mai stati così distanti, perché se i titoli di punta sono questo innocuo filmetto musicale e la fantascienza reaganiana con alieni (Arrival) c’è da restare molto delusi. Per chi scrive, il cinema ha preso una strada diversa, attraverso serie tv e produzioni indipendenti, che a dire il vero ci sono sempre state, ma che con gli anni hanno preso coraggio e autorevolezza, grazie a una generazione di autori e registi talentuosi. Mentre il cinema di massa si autocelebra inutilmente con prodotti riciclati, standardizzati e noiosi, spesso scoraggiando la voglia di cinema degli appassionati e involontariamente foraggiando i pigri, c’è un mondo sommerso di film e serie che chiede cortesemente a La La Land e ai suoi inutili Oscar di farsi da parte, perché vuole che la rivoluzione anticonformista inizi al più presto. Black Mirror 3×04: “San Junipero” Se avete deciso di non perdere tempo con film inutili, vi segnalo questo episodio (il quarto della terza serie, e si indica con 3×04, su Netflix) di quello che è uno dei più chiari esempi di rivoluzione in campo cinematografico: Black Mirror (vi ricordo che ogni episodio fa storia a sé). In “San Junipero” siamo negli anni ‘80 e le protagoniste sono due ragazze che si conoscono in discoteca e iniziano una storia. Il fatto è che non ritroverete, come sopra, una storiella con canzoni, balletti, sorrisi e bacini, ma una storia d’amore tra le più originali, sconvolgenti e malinconiche della storia del cinema, e non perché la relazione sia omosessuale (inutile, se vogliamo). Il tutto dura una sola ora, e non posso svelarvi nulla di più perché è tutta una sorpresa. A voi, dunque, la scelta finale: la sciatta e piatta Hollywood o un capolavoro della nuova generazione di cinema? Magari guardate entrambi, poi però unitevi alla rivoluzione! Total0 0 0 0 Seguici su Telegram e resta aggiornato leggi gli altri post di: Visibili e Invisibili