Tredici, un (lungo) film cupo ed emozionante sul bullismo

Tredici (serie tv ideata da Brian Yorker, 2017)
13 Reasons Why 1024x576Una cittadina della California viene sconvolta dalla notizia che la giovane liceale Hannah si è suicidata. Due settimane dopo, Clay, un ragazzo della stessa scuola da sempre innamorato di lei, riceve un pacchetto contenente sette audiocassette, registrate dalla stessa Hannah, nelle quali racconta i motivi per cui si è tolta la vita. Ogni lato della cassetta (in totale sono 13), e quindi ogni episodio, è dedicato a una persona che la giovane ritiene responsabile del suo gesto. Clay è incredulo di poter far parte di questo gruppo e inizia ad ascoltare le cassette, che rappresentano per lui un dolorosissimo ritorno a ciò che è appena successo. Impostato come un teen movie e costruito come un thriller, Tredici assume ben presto una sua identità e affronta in maniera molto diretta il tema del bullismo, dove i social diventano mezzo per colpire più rapidamente la vittima, situato nel contesto più tradizionale di un liceo americano dove i valori più importanti paiono essere l’apparenza e il successo.

I protagonisti sono ben più di tredici, e fatta parzialmente eccezione per qualcuno, hanno tutti qualcosa da nascondere e tutti si dividono tra deboli di carattere e carnefici. La serie è tratta dal romanzo Tredici – Th1rteen R3asons Why di Jay Asher, e la messa in scena di questo micromondo rappresentato con tanto cinismo e ben poca speranza, risulta essere un film cupo, mediamente teso e fortemente drammatico. Dopo qualche episodio fin troppo di transizione al centro, il racconto si impenna inevitabilmente in drammaticità e violenza, mostrando negli ultimi due episodi un crescendo di tensione e interesse nei confronti dei quali è difficile restare indifferenti. Due puntate che riscattano qualche lungaggine precedente e che elevano la serie come una delle più emozionanti degli ultimi anni, con alcune scene che anche il sottoscritto (che mangia horror a colazione) ha faticato a guardare a livello emozionale.

Serie da mostrare nelle scuole o pericolo di emulazione? Ci sono state varie polemiche a riguardo e non è certo facile dare una risposta definitiva; sicuramente la sua diffusione su Netflix fa si che Tredici possa essere visto da chiunque, e ciò rende inutile (come sempre) una sua emarginazione. La serie, vista da un adulto, risulta molto efficace e riesce a suscitare rabbia nei confronti del bullismo (e non solo) e contemporaneamente crea forte distanza nei confronti del suicidio; vista dai giovani non è semplice perché in loro tutto ciò che non è innocuo può essere pericoloso. Come sempre, in questi casi, sarebbe interessante proporre la visione ragionata, commentata, mediata e soprattutto analizzata da esperti, perché Tredici si guarda molto bene e può essere il mezzo giusto per un approfondimento del genere.

Tornando su questioni più cinematografiche, non si può non menzionare la colonna sonora, che mescola pezzi culto (che è una furbizia, per inciso) di Cure e Joy Division, a brani meno noti, passando per la canzone legata alla scena più forte di tutto il film, e cioè la cover di “Killing Moon” dei Roman Remains, meraviglioso esempio di perfetta sinergia tra musica e immagini.

Il gruppo di giovani attori sconosciuti è ben amalgamato, ci sono i soliti alti e bassi ma i protagonisti sono assolutamente efficaci. Il finale chiude la questione principale ma apre molte altre porte e di fatto lascia spazio per una seconda stagione, che infatti è stata appena confermata sula scia del successo della prima: operazione commerciale che desta qualche perplessità.

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