La “Carta di Bologna contro lo spreco alimentare”

62 63 TC1411:Layout 1Tutto il cibo buttato nei rifiuti è un patrimonio da recuperare

Stiamo entrando nel mese di dicembre che è il mese dedicato al Natale e a tutto ciò che si muove dietro e intorno a questa festività, non ultimo e anzi di particolare rilievo, tutto ciò che ruota attorno al cibo, al suo consumo ed in particolare, ahimè anche al suo spreco.
Proprio in questi giorni, durante la settimana europea per la riduzione dei rifiuti a far parlare di cibo sotto le Due Torri è la “Carta di Bologna contro lo spreco alimentare”, voluta dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con Last minute market e sotto l’egida della FAO. Il testo si propone come un decalogo che impegna in prima battuta i Governi europei, cui sarà proposto per un’adozione congiunta, a una serie di politiche comuni per limitare perdite e sprechi di prodotti alimentari. E quindi prevenire consumo di risorse lungo la filiera produttiva e ulteriori rifiuti da smaltire.
Lo spreco alimentare nel mondo, afferma Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market, “vale 2060 miliardi: 1,3 volte il Pil italiano. Servono strumenti concreti e urgenti per garantire il diritto al cibo e invertire i dati dello spreco alimentare”.

Sprecare cibo vuol dire creare danni all’ambiente e all’economia, ma è soprattutto un problema etico. Per questo è necessario mettere al centro del dibattito europeo e italiano lo spreco alimentare. Ogni anno, infatti, lungo la filiera alimentare si perde un terzo del cibo prodotto, in un mondo che pure lascia 805 milioni di persone sottonutrite, con costi sociali, ambientali ed economici calcolati dalla FAO in oltre 2060 miliardi di euro.
L’esperienza di Last minute market, spin off dell’Università felsinea, è nata nel 1998 proprio come circuito per recuperare dai supermercati i prodotti in scadenza imminente e perciò poco appetibili a scaffale. Come? Permettendo l’incontro diretto tra domanda e offerta e occupandoci della scrupolosa messa in sicurezza di tutte le fasi del sistema. Senza gestire direttamente i prodotti invenduti, né magazzini o mezzi propri per il ritiro, ma studiando modelli logistico-organizzativi, Last minute market ha permesso di recuperare tutte le tipologie di prodotto, inclusi quelli delle categorie dei “freschi” e “freschissimi”. E dalle eccedenze alimentari di attività commerciali e produttive, prodotti ortofrutticoli non raccolti, o pasti pronti recuperati dalle mense di scuole e aziende, si è poi passati al recupero di farmaci da banco, libri e altri prodotti non alimentari.

La Carta di Bologna, è stata ideata sulla base di una definizione per la prima volta condivisa del ‘food waste’, per definire metodologie uniformi di quantificazione dello spreco alimentare, azioni comuni da intraprendere, target da raggiungere e modalità di monitoraggio nel tempo per i risultati conseguiti. All’alba dell’Expo di Milano, incentrato sul tema “Nutrire il pianeta”, e cercando di riaccreditarsi come capitale della buona cucina e del bon vivere, Bologna si candida a capitale dell’alimentazione sostenibile e responsabile. La Carta sarà condivisa con gli Stati presenti ad Expo 2015 e con la Sicurezza alimentare e nutrizione della FAO. Se ne prevede la sottoscrizione il 16 ottobre 2015, Giornata mondiale dell’Alimentazione, proprio nel contesto dell’Expo milanese.

Per vivere bene, si deve mangiare bene. È un’equazione ben dimostrata, ormai e deve essere considerato un diritto per tutti. Questa è la vera sfida sul cibo, e il suo ‘vero’ valore.
Ricordiamo fra l’altro che la nostra città ha, proprio qualche mese fa, aderito all’associazione italiana dei Comuni contro lo spreco alimentare e che quindi è sempre stata in prima linea nel combattere sprechi e ingiustizia sociale, facciamoci perciò anche noi cittadini interpreti di queste azioni e diamo il nostro esempio e contributo diretto in questa guerra all’ingiustizia.

Il testo completo della carta lo potete trovare sul sito del Ministero dell’Ambiente a questo indirizzo:
http://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio_immagini/Galletti/documenti/Carta%20di%20Bologna%20ITA.pdf
In ogni caso qui di seguito ne pubblichiamo un estratto significativo utile ad una riflessione e a un contributo per il cambiamento anche delle nostre piccole e apparentemente insignificanti abitudini che tanto peso però hanno sulla nostra comunità.

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La Carta di Bologna contro gli sprechi alimentari

Preso atto che:
•    sprechi e perdite alimentari sono responsabili, se pur indirettamente, dell’aumento della competizione internazionale per l’accesso ad acqua, energia, suolo agricolo e cibo, portando di conseguenza ad un aumento delle tensioni e dei conflitti per l’accesso alle risorse naturali;
•    alla luce delle previsioni di crescita della popolazione mondiale, il contrasto agli sprechi alimentari ha un ruolo cruciale sia per la riduzione dell’impronta ambientale della produzione agricola, sia nell’assicurare un’adeguata disponibilità di cibo per tutti garantendo, al contempo, il rispetto dei limiti ecosistemici;
•    la riduzione degli sprechi e delle perdite alimentari è una sfida globale. E’ necessario un coordinamento internazionale al fine di unire gli sforzi e affrontare il problema attraverso l’adozione di adeguate misure.

Noi, i Governi, ci impegniamo a:
1.    includere il problema degli sprechi e delle perdite alimentari all’interno dell’agenda internazionale in materia di protezione dell’ambiente e sostenibilità;
2.    adottare una definizione chiara, comune e ufficiale di “sprechi e perdite alimentari” e una metrica comune per la loro qualificazione e quantificazione, con riferimento ai risultati prodotti dai principali progetti europei e internazionali condotti sul tema;
3.    avviare un processo partecipato allo scopo di identificare le principali cause degli sprechi e delle perdite alimentari lungo la filiera, le possibili soluzioni e i possibili ambiti di intervento. Tale processo richiede l’identificazione degli attori direttamente coinvolti nell’attuazione delle misure (sia a livello individuale che collettivo) e la valutazione dei costi e dei potenziali benefici ad esse associati. Tale processo richiede inoltre l’identificazione delle principali problematiche, inclusi i vincoli sistemici, e delle modalità/strumenti per la loro risoluzione (infrastrutture, tecnologie, cambiamenti organizzativi nelle filiere/sistemi alimentari, capacity building, politiche e cambiamenti istituzionali);
4.    definire e adottare un quadro di riferimento adeguato che includa gli aspetti di natura regolamentare, incentivi e facilitazioni affinché il settore privato (es. distribuzione e commercio, ristorazione, catering) e i consumatori siano in grado di intraprendere misure decise per contrastare modelli di consumo non sostenibili;
5.    definire, adottare e dare concreta attuazione a Programmi Nazionali, sostenuti da risorse adeguate, espressamente rivolti al tema degli sprechi e delle perdite alimentari lungo la filiera, garantendo al contempo la sicurezza e la qualità degli alimenti. Tali Programmi dovrebbero essere affiancati da campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, allo scopo di aumentare il grado di consapevolezza sulle conseguenze negative degli sprechi e delle perdite alimentari;
6.    introdurre target misurabili di riduzione degli sprechi e delle perdite alimentari lungo i diversi anelli della filiera;
7.    promuovere il coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli attori della filiera verso il raggiungimento dei target di riduzione, garantendo al contempo la sicurezza e la qualità degli alimenti,
8.    introdurre o rafforzare programmi di educazione alimentare nelle scuole;
9.    promuovere iniziative di innovazione sociale nel campo della prevenzione degli sprechi alimentari, a partire dall’individuazione e rimozione degli elementi che potrebbero ostacolare il loro sviluppo;
10.    incoraggiare la donazione degli alimenti invenduti ma ancora commestibili a enti di beneficenza e persone in difficoltà, attraverso la semplificazione e l’armonizzazione del quadro di riferimento normativo (procedurale, fiscale, sanitario), garantendo nel contempo la sicurezza e la qualità degli alimenti;
11.    assicurare il monitoraggio e la rendicontazione nel tempo dell’efficacia delle azioni intraprese

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