Festa della Liberazione, cerimonia in piazza col sindaco De Pascale e l’Anpi

Intanto Pri e Fi rendono omaggio alla Brigata Ebraica al cimitero degli alleati a Piangipane

Cerimonia per la Festa della Liberazione a Ravenna (foto Zani)Piazza del Popolo affollata, nella mattinata del 25 aprile, per le celebrazioni del 72° anniversario della Liberazione, alla presenza delle autorità civili e militari, del picchetto d’onore, della banda cittadina, dei gonfaloni e delle associazioni combattentistiche e partigiane.
La cerimonia – iniziata con la deposizione delle corone d’alloro al monumento dei partigiani caduti nella lotta contro il nazifascismo – è proseguita con l’intervento ufficiale del sindaco Michele de Pascale che ha ricordato «tutte quelle donne e quegli uomini che hanno lottato per la giustizia e per la libertà, pagando per questo anche con la vita. Ravenna nella storia della Resistenza ha avuto un ruolo centrale e la Medaglia d’oro di cui è insignita ne è testimonianza. Quel patrimonio di valori come equità, libertà, solidarietà, tolleranza e pluralismo, conquistati attraverso la lotta di Liberazione – ha sottolineato il Sindaco – rappresenta un riferimento per l’identità dell’Europa intera. Per questo motivo nell’Europa di oggi questi valori non devono essere solo storia e ricordo, ma un monito per il futuro e tutti i giorni dobbiamo impegnarci perché restino vividi anche nelle generazioni future; la democrazia non è mai una conquista definitiva, ma va rinnovata ogni giorno tenendo alti quei valori e rispettando sempre i principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione. In questo difficile momento storico caratterizzato da forti tensioni, divisioni internazionali e barbari episodi di violenza – ha commentato De Pascale – dobbiamo restare uniti proprio intorno ai valori che ci accomunano, in difesa della democrazia e della libertà. I principi dell’antifascismo, della legalità dell’integrazione fra culture, del rispetto delle regole, della parità di diritti, della solidarietà e del lavoro dovranno essere sempre più i principi fondanti il nostro futuro».

A seguire è intervenuta Erika Tondo, rappresentante del Comitato provinciale dell’Anpi, in memoria di «tutti quegli italiani che seppero scegliere di stare con la propria Patria. Furono quei giovani, soldati e civili, che dissero di no ai benefici e ai compensi fascisti, offerti della Repubblica Sociale Italiana a chi si faceva repubblichino. Giovani che preferirono la prigione, la deportazione, la lotta per il loro Paese. Anche la morte, come testimonia la meticolosa raccolta su “Resistenza Libertà” delle “Lettere dei condannati a morte”. Qui, nella provincia di Ravenna, – ha ricordato Tondo – la Resistenza fu lotta di donne e uomini diversi tra di loro per classe sociale, cultura, persino per tradizione familiare e per appartenenza a partiti politici. Donne e uomini che condividevano un sentimento unitario, disposti ad uno sforzo comune, ben consapevoli che dal nazifascismo non poteva esserci una vita futura né per loro né per i loro figli».
Prima della cerimonia in piazza del Popolo, si è tenuta anche la tradizionale “Pedalata della Liberazione”. Lungo l’itinerario sono stati deposti simbolici omaggi a Classe, nel parco pubblico intitolato al soldato inglese Reginald Barton Stratton, caduto in combattimento durante la liberazione dell’abitato di Classe il 19 novembre 1944 e al cippo in memoria di Vito Salvigni e Umberto Fussi, due giovani del distaccamento Garavini caduti nella lotta di resistenza partigiana.

In riferimento alle polemiche emerse nell’occasione di questo 25 aprile che hanno coinvolto l’Associazione Nazionale Partigiani e la Brigata Ebraica e gli orientamenti di vari partiti politici il Partito Repubblicano di Ravenna in un comunicato stampa ha evidenziato che «una sua delegazione, guidata dal Segretario Eugenio Fusignani, si è recata al cimitero alleato di Piangipane, dove ha reso omaggio alla Brigata Ebraica e dove riposano i soldati protagonisti  della battaglia che ha portato alla liberazione dell’intera Provincia di Ravenna, nella primavera del 1945. La delegazione – continua la nota del Pri – ha visitato anche il recinto dove riposano i soldati musulmani, che hanno combattuto nei corpi militari alleati. Successivamente, al cimitero di Ravenna, ha reso omaggio  alla tomba del partigiano repubblicano Jules Minguzzi, Comandante della 14ma Compagnia Mazzini della 28ma Brigata Garibaldi»

Senza mezzi termini la dichiarazione della compagine giovanile ravennate di Forza Italia che parla di «…falsi unici salvatori della Patria» e di uno speciale ricordo per la Brigata Ebraica. «Se i partigiani comunisti sono stati un fenomeno forte nella nostra regione, ma non in tutta Italia, in quanto i partigiani nel nostro paese erano di diverse estrazioni politiche e culturali – si legge in una nota dei Giovani FI – non capiamo perché venga ricordata solo la parte rossa. Per noi resta una verità innegabile: che il merito della liberazione non se lo possono attribuire esclusivamente quelli che combattevano per sostituire una dittatura con un’altra dittatura, nemmeno nella nostra zona. La nostra visita al cimitero degli Alleati di Piangipane assume un significato ancora più importante e sentita, in particolare alla luce delle ultime vicende, davanti alla lapide della Brigata Ebraica che proprio in questi giorni è stata vilipesa dall’Anpi, un’inutile associazione  nel momento stesso in cui facendo politica perde il suo originario scopo».

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