L’ex motociclista sfornava fatture false: sequestrato yacht e villa con piscina

In totale 23 persone denunciate, di cui tre ravennati. Indagine della guardia di finanza partita da un controllo su un imprenditore di Faenza: sponsorizzazioni fittizie o consulenze che in realtà erano tesi di laurea scaricate da internet e modificate. Chi pagava poi riceveva indietro parte dei soldi secondo un tariffario. Sigili anche a una villa con piscina

Foto 2C’è anche uno yacht – oltre a disponibilità finanziarie, un’auto sportiva, una villa con piscina a Imola, un’abitazione e due garage per un valore di 2,3 milioni di euro – tra i beni sequestrati dalla guardia di finanza a un imolese ex pilota di motociclismo indagato per frode fiscale con altre ventidue persone tra cui tre ravennati. In totale viene contestata l’evasione di sedici milioni di euro di imponibili e violazioni all’Iva per circa tre milioni. Nei giorni scorsi le Fiamme Gialle del comando provinciale di Ravenna hanno eseguito il provvedimento emesso dal gip del tribunale di Bologna nell’ambito di un fascicolo di indagine aperto dalla procura felsinea partendo da un controllo fiscale eseguito a Faenza.

La compagnia manfreda aveva rilevato che un imprenditore locale, per frodare il fisco, aveva utilizzato svariate fatture relative a presunte operazioni inesistenti. A emetterle erano state diverse società di Roma risultate essere solo delle cosiddette cartiere: semplici scatole vuote del tutto prive di reale consistenza economica ed aziendale, formalmente intestate a teste di legno che in cambio ricevevano piccole somme di denaro mentre la gestione reale era di fatto riconducibile all’ex pilota che per lo scopo aveva creato un apposito ufficio nella propria abitazione con utenze telefoniche e apparecchiature dedicate.

Controllando anche altre imprese fantasma, alcune delle quali con sede dichiarata in Ucraina e Slovenia, l’imolese aveva organizzato un ramificato sistema di frodi fiscali consistente nell’emissione di false fatturazioni nel settore delle sponsorizzazioni sportive, delle ricerche di mercato e delle consulenze aziendali per un importo complessivo di oltre 14 milioni di euro. Le prestazioni fittiziamente fatturate riguardavano sponsorizzazioni di team motociclistici in realtà mai effettuate o realizzate solo in minima parte nonché ricerche di mercato, consulenze commerciali ed aziendali che, in realtà, replicavano pubblicazioni, tesi di laurea ed altri documenti scaricati da internet e modificati. L’ex pilota poi garantiva agli utilizzatori delle fatture fittizie la retrocessione in denaro contante di una percentuale del pagamento effettuato, pattuita sulla base di un vero e proprio tariffario che prevedeva il trattenimento di una quota a titolo di provvigione per il servizio reso attraverso le illecite transazioni.

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