Airbnb, Confesercenti: a Ravenna in agosto prenotate 9.321 notti a 81 euro di media

Indagine regionale commissionata dall’associazione di categoria: «Il fenomeno delle locazioni brevi a scopo turistico ha raggiunto dimensioni preoccupanti tanto da dar luogo a concorrenza sleale»

A settembre 2018 l’offerta ricettiva di Ravenna su Airbnb, il noto portale online nato nel 2007 con l’intento di mettere in contatto persone in cerca di un alloggio per brevi periodi con privati che dispongono di uno spazio extra da affittare, registra 700 annunci suddivisi fra 420 host. Oltre cento host gestiscono più proprietà. Sono in forte crescita le case/appartamenti che raggiungono ormai il 69 percento degli annunci postati, rispetto alle stanze private; inesistenti le cosiddette stanze condivise. Il mese, da giugno 2016 a agosto 2018, che registra i risultati migliori è agosto 2018 con 439 proprietà prenotate per un totale di 9.321 notti ad un prezzo medio di 81 euro. Sono alcuni dei dati della fotografia scattata da un’indagine commissionata da Confesercenti Emilia-Romagna al centro studi di Firenze a proposito delle proposte ricettive in regione sui principali portali di commercializzazione. I risultati sono stati presentati oggi, 11 ottobre, in occasione dell’appuntamento annuale con la fiera del turismo a Rimini.

L’indagine ha preso in esame le proposte ricettive (tra appartamenti, case, monolocali, ville, residence, casali, mobile-home, agriturismi, rustici, bungalow, b&b, cottage) dell’Emilia Romagna sui principali portali di commercializzazione nell’ultimo mese «e ha messo in evidenza che il fenomeno delle locazioni brevi a scopo turistico ha raggiunto dimensioni significative e preoccupanti tanto da dar luogo a concorrenza sleale con le altre forme di ricettività e a una vera e propria turbolenza nel mercato degli affitti abitativi».

Per Filippo Donati, albergatore ravennate e presidente di Assohotel-Confesercenti, «le attività albergherie soffrono di una concorrenza sleale poiché si trovano a competere con attività che non hanno le stesse regole fiscali e di sicurezza a cui non posso sfuggire quelle regolari. Sottolineiamo un’altra volta che non chiediamo l’eliminazione di determinate forme di accoglienza o ricettività, anzi, le riteniamo una ricchezza ed una occasione in più di sviluppo, ma devono competere a pari condizioni con le altre forme di ricettività e devono essere in grado di garantire ai turisti il diritto di trascorrere la propria vacanza in una struttura con standard di sicurezza e qualità europei».

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