Lavoratori sfruttati in due case di riposo: caporali arrestati, sono moglie e marito

Cinque stranieri costretti a restare nelle strutture anche per giorni di seguito con turni di lavoro senza riposi o ferie, a disposizione solo un divano per stendersi e condividevano il bagno con gli anziani ospiti

Foto FinanzaI lavoratori di due case di riposo in provincia di Ravenna, utilizzati come tuttofare adibiti a qualsiasi mansione, venivano impiegati ininterrottamente 24 ore su 24 per più giorni, senza alcun rispetto delle norme sull’orario di lavoro, sul riposo settimanale, sull’aspettativa obbligatoria e sulle ferie. Secondo la guardia di finanza i caporali erano una coppia di coniugi residente a Lugo: i due sono stati arrestati e sono finiti ai domiciliari per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ai danni di cinque dipendenti stranieri. Convalidato l’arresto, moglie e marito ora hanno l’obbligo di dimora nel comune di residenza. I Servizi Sociali di Ravenna e Lugo hanno provveduto a ricollocare immediatamente gli anziani ospiti in altre case di riposo.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, gli operatori erano di fatto impossibilitati ad uscire per giorni dal luogo di lavoro, dove permanevano continuativamente, sempre a disposizione degli anziani ospiti delle strutture e delle loro improvvise ed impellenti esigenze anche nelle ore notturne. Il personale era anche costretto ad una situazione alloggiativa degradante: per loro non era disponibile nemmeno una stanza con un letto per riposare ma si stendevano su un divano. Inoltre non potevano nemmeno contare su uno spogliatoio né un servizio igienico autonomo, condividendo con gli anziani ospiti l’unico bagno presente nella struttura.

I cinque lavoratori, tutti in condizioni di bisogno economico e quindi costretti ad accettare le condizioni di lavoro imposte, ricevevano una retribuzione difforme dai parametri indicati dai contratti collettivi ed ampiamente sproporzionata rispetto alla quantità e qualità del lavoro effettivamente prestato, peraltro spesso erogata in ritardo ed in parte anche in nero.

Le indagini sono partite da un esposto presentato da una ex dipendente. Dopo i primi accertamenti dei Finanzieri, altri due lavoratori hanno denunciato lo stato di presunto sfruttamento. Le Fiamem Gialle hanno denunciato i due coniugi e la procura (pm Alessandro Mancini e Monica Gargiulo) hanno disposto la perquisizione delle due strutture. Di fronte a uno scenario di apparente palese sfruttamento è scattato l’arresto in flagranza.

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