martedì
08 Luglio 2025
controlli

Profumi Chanel “tarocchi”? La Finanza nella boutique di lusso appena aperta a Cervia

Sequestrati oltre 360 articoli in un negozio a ridosso del lungomare. "Bottino" che sale a oltre 3mila sul resto del territorio in pochi giorni

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GuardiadiFinanzaCervia

I finanzieri di Cervia hanno sequestrato nei giorni scorsi oltre 3.600 articoli di vario genere giudicati contraffatti.

In particolare, all’interno di due negozi di Tagliata e Pinarella, i militari hanno sequestrato numerosi articoli che erano regolarmente in vendita, tra cui t-shirt, portachiavi, borselli e carte da gioco, «recanti marchi ed effigie di supereroi e personaggi dei fumetti – si legge nella nota inviata alla stampa dalla Finanza – riprodotti e commercializzati in assenza di qualsivoglia autorizzazione».

Particolarmente significativo si è poi rivelato un controllo eseguito in un negozio a ridosso del lungomare di Cervia, all’interno del quale i finanzieri hanno sequestrato oltre 360 articoli, tra profumi ed accessori di abbigliamento, ritenuti contraffatti e riportanti i marchi di note griffe dell’alta moda (Chanel, Creed, Orto Parisi, Montale, Louis Vuitton, Tom Ford), messi in vendita a prezzi elevati e comunque non particolarmente inferiori rispetto a quelli di mercato del prodotto originale. In questo caso ad attirare l’attenzione dei militari è stato proprio il notevole ed anomalo flusso di clienti del negozio, da poco aperto, all’interno del quale erano esposti in bella mostra, con tanto di descrizione delle fragranze, profumi di altissima gamma di noti brand del lusso, nazionali ed esteri, solitamente destinati ad una ristretta nicchia di mercato di consumatori “Top-Spender”. Ma, dopo un preliminare riscontro effettuato con le case di moda produttrici dei profumi, è emerso il sospetto dell’illecita provenienza della merce e della probabile contraffazione della quasi totalità dei prodotti posti in vendita sugli scaffali. All’interno della “boutique del lusso”, i finanzieri hanno anche rinvenuto alcuni esemplari di occhiali da sole a marchio “Ray-Ban”, ritenuti anch’essi abilmente contraffatti, sebbene dotati del medesimo sistema di etichettatura utilizzato per i modelli originali.

Al termine delle operazioni, i titolari dei punti vendita “incriminati” sono stati deferiti, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica di Ravenna che valuterà ora il quadro indiziario per procedere alla formale imputazione con riguardo agli ipotizzati reati di commercio di prodotti contraffatti e di ricettazione.

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