Il gruppo di cittadini che ha lanciato una petizione per la tutela dall’abbattimento dei pini in viale Romagna a Lido di Savio ha depositato in municipio stamani, 31 agosto, quasi duemila firme raccolte in un mese. I promotori fanno sapere che le firme di residenti nel comune di Ravenna sono 631 (350 quelle necessarie per la discussione in commissione consiliare) e quasi 1.300 quelle di proprietari di seconde case e di esercizi commerciali e di moltissimi turisti tra cui anche alcuni tedeschi e inglesi. Molti coloro che hanno voluto lasciare uno scritto autografo per esprimere il loro sdegno; altri hanno messo in conto di cambiare località per le prossime vacanze se gli abbattimenti avranno luogo.
I sostenitori della protesta pro pini affermano che non esistono motivi per gli abbattimenti: «Non esiste alcuna perizia che attesti pericolosità o malattie degli alberi, né, se mai fosse questo un giustificativo, vi è particolare degrado nella strada e nei marciapiedi».
Gli abbattimenti rientrano nei lavori nell’ambito dell’ambizioso progetto denominato Parco Marittimo che sta cambiando l’arredo urbanistico e la fruibilità dei nove lidi ravennati (17 milioni di euro il costo totale tra fondi Pnrr e risorse del Comune). Una porzione del progetto a Lido di Savio è già stata realizzata in primavera con circa 15 pini abbattuti prima dello stop dovuto alla stagione balneare: «Quel tratto di viale Romagna ora somiglia ad un forno squallido e assolato. Si è poi appreso, dagli atti messi a disposizione dal consigliere comunale di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, che il legname ricavato dai lavori finora eseguiti per il quarto stralcio del Parco Marittimo è divenuto materiale da ardere tramite una ditta coinvolta in un’indagine per presunta truffa emersa ad inizio agosto nell’ambito del settore delle energie da combustione di legname, o biomasse che dir si voglia».
È in corso anche un’altra petizione di natura simile: i pini da tutelare, in questo caso sono quelli di via Maggiore, viale principale di accesso a Ravenna.