Per la prima volta a Ravenna un’opera della scultrice del Giardino dei Tarocchi

Al Mar dal 5 ottobre per la Biennale del Mosaico Contemporaneo il teschio di Niki de Saint Phalle

Vanitas LargoPer la prima volta a Ravenna un’opera dell’artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle, nota in particolare per le sue sculture al Giardino dei Tarocchi, in Toscana. Donna colta e anticonformista, esponente del Nouveau Réalisme, Niki de Saint Phalle ha dedicato la sua ricerca artistica principalmente alla figura femminile, contrastando gli stereotipi sulla differenza di genere e affermando la libertà creativa attraverso la pittura, la scultura e il cinema.

A Ravenna, nell’ambito della sesta edizione della Biennale del Mosaico Contemporaneo, sarà esposta (dal 5 ottobre al 12 gennaio) al Mar una scultura in mosaico di grande dimensioni raffigurante un teschio. Si tratta di un progetto a cura di Giorgia Salerno, dal titolo “Vanitas”, che vuole essere un omaggio alla tradizione del mosaico ravennate attraverso una lettura contemporanea.

Realizzato da Niki de Saint Phalle nel 1988 con tessere in vetro specchiato e foglie di palladio – proprio mentre è impegnata nella creazione delle sculture per il Giardino dei Tarocchi –  l’opera vuole svilire la drammaticità della morte e, ironicamente, affermare il superamento della fine con la continuità della vita.

“Le tessere specchiate – si legge nella cartella stampa – riflettono l’immagine di chi osserva, obbligando ad un confronto diretto, come memento mori, con il simbolo della fine, e contemporaneamente restituiscono la molteplicità dell’identità umana. Rifrazioni di personalità che si ricompone in una visione d’insieme. L’opera scelta, non casualmente per Ravenna città dei mosaici e dei mausolei, rimanda chiaramente all’iconografia della vanitas e ad un tema particolarmente connotativo per il territorio, quello della vittoria della vita eterna sulla morte.  I monumenti funerari cittadini, come il mausoleo di Teodorico, quello di Galla Placidia, la lastra sepolcrale di Guidarello Guidarelli fino alla Tomba di Dante, sono esempi di come la vita, la cultura e le testimonianze storiche abbiano prevalso sulla morte terrena”.

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