Un viaggio disegnato che ci costringe a interrogarci su ciò che accade in Libia

Il magnifico libro della giornalista Francesca Mannocchi e del disegnatore ravennate Gianluca Costantini

LibiaSabato 16 novembre alle 18.30 alla biblioteca Oriani di Ravenna si terrà un incontro con la giornalista Francesca Mannocchi e il disegnatore ravennate Gianluca Costatnini, coautori di un volume da poco in libreria per Mondadori dal titolo Libia.

Un libro, magnifico, che nasce dall’esperienza diretta di Mannocchi come reporter in Libia e disegnato da Costantini a cui va forse innanzitutto il merito di restituire un volto e un’identità ai tanti migranti che spesso, nelle cronache, restano una massa indistinta senza nome.

Il libro racconta da Gheddafi ai centri di prigionia di oggi e mostra i due fili che legano la Libia all’Italia: quello sotterraneo del gas e quello via mare dei tanti profughi. Libia è infatti insieme un libro storico, un reportage d’inchiesta, un testo di inevitabile denuncia per le condizioni in cui i migranti sono tenuti prigionieri (con il benestare dell’Italia), ma è anche un libro fatto di singoli individui, di biografie che sono come “carotaggi” nella carne viva di un popolo e ci fanno toccare con mano cosa significa vivere sotto una dittatura che in qualche modo ti “protegge” e anestetizza o essere costretto a fuggire dall’inferno e ritrovarti prigioniero.

Un libro a più strati per pubblici potenzialmente anche molto diversi tra loro (tanto che verrebbe da consigliarlo un po’ a tutti, studenti e persone mature, leghisti e attivisti per i diritti umani), che ci parla di come sono davvero le cose a “casa loro”, dove li rispediamo o da dove vogliamo che non partano. E che ci racconta come il traffico di uomini si stia sempre più imbarbarendo: ormai il famoso “scafista” non esiste nemmeno più, perché nessuno che non sia disperato è disposto a salire su quei gommoni, consapevole del rischio. E allora lo “scafista” non è altro che uno degli uomini in fuga dal continente africano a cui viene messa in mano una torcia e una bussola e poi via, nel mare nero. A rischiare la vita, perché le condizioni da cui si sta scappando non permettono altra scelta, per quanto disperata.

Libia mette insieme una sequenza di fatti con illustrazioni che con il tipico tratto mai banale e mai didascalico di Costantini ci mostrano l’essenza di ciò che non ci è normalmente concesso vedere, ci costringe a guardarci nello specchio del sud del Mediterraneo e a chiederci se davvero uno stato come il nostro, che partecipa e anzi finanzia simili politiche di gestione dei flussi migratori, possa ancora dirsi rispettoso dei diritti fondamentali dell’uomo.

L’evento di sabato 16 novembre è organizzato da Gruppo Dello Zuccherificio, Libera Ravenna, Amnesty Ravenna e Arci Ravenna. I due autori dialogheranno con Giovanni Boccia Artieri, sociologo e direttore del dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo.

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